Acqua piovana non potabile nel mondo

A causa di alti livelli di PFAS, componenti tossiche chimiche che si degradano molto lentamente nell'ambiente, l'acqua piovana potrebbe non essere potabile in qualsiasi parte del mondo la si raccoglie (anche in Antartide e nel Tibet); almeno secondo uno studio di ricercatori svedesi che sottolineano come l'uomo abbia reso il pianeta inospitale alla vita umana contaminandolo in modo irreversibile. Questi PFAS inizialmente trovati in pellicole per l'impacchettamento, shampoo e trucco sono così persistenti che non si degraderanno mai ed una volta ingeriti tendono ad accumularsi nell'organismo con effetti collaterali poco salutari come ad esempio problemi di fertilità, corretto sviluppo dei bambini, obesità, alcuni tumori, livelli di colesterolo. Bisogna convivere con essi anche se le ultime linee guida hanno consentito di farne calare la concentrazione.

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Ondate di calore e siccità in Europa

L'aumento dei costi di generi alimentari collegabili alle ondate di calore e siccità che stanno colpendo molti paesi europei preoccupano le autorità che invitano al riuso delle acque di scarico depurate per irrigare i campi oltre ad un'oculata gestione delle risorse idriche facendo attenzione ad esempio a riparare le perdite negli impianti. In Francia le precipitazioni piovose in luglio sono state appena il dodici percento di quanto richiesto dal settore agricolo con inevitabili conseguenze sui raccolti di grano e mais di cui il paese è fra i cinque maggiori produttori mondiali (considerando che il conflitto in Ucraina sta mettendo sotto pressione questo tipo di produzioni). In Spagna il raccolto di olive è ostacolato da una siccità senza precedenti con vistoso calo della produzione di olio ed anche in Portogallo, Gran Bretagna ed Italia la situazione non è favorevole riguardo la siccità.

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Non sprecare cibo per evitare guerre

Milioni di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura ogni anno ed i ricercatori avvertono come lo spreco di cibo oltre che alimentare l'effetto serra e quindi i cambiamenti climatici, con un ciclo ambientale poco equilibrato che porterà ad avere raccolti agricoli di qualità e quantità sempre minore, potrebbe scatenare guerre per il controllo delle terre utili al sostentamento di miliardi di individui (ci si aspetta ad esempio che l'arsenale atomico cresca nei prossimi anni per la prima volta dopo la fine della cosiddetta "guerra fredda"). Bisognerebbe fare attenzione anche a che tipo di cibo acquistare privilegiando frutta e verdura di stagione di provenienza locale, evitare le carni (pasta-riso e legumi con un po' di formaggio grattugiato sono un ottimo sostituto salutare ed equilibrato), i cibi processati, quelli fritti e poi conservare in modo appropriato gli alimenti.

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Sospensione esportazione del grano dall'India

Le conseguenze del divieto immediato di esportazione di grano dell'India a causa dell'ondata di calore che sta interessando il paese e per cercare di limitare il rialzo dei prezzi del grano sui mercati locali potrebbero causare tensioni su quelli globali. Molti paesi poveri devono già fronteggiare un calo di resa dei raccolti a causa dei cambiamenti climatici, poi il conflitto in Ucraina sta ostacolando le esportazioni di grano dai porti del paese risorsa importante ad esempio per i paesi del nord Africa che vedono salire giorno per giorno il costo degli alimenti a base di grano. Non mancano una serie di altri problemi come l'aumento a livello globale dei prezzi di fertilizzanti, attrezzi agricoli, combustibili ed anche il mercato degli oli è alle prese con varie difficoltà dopo la decisione presa in aprile dall'Indonesia di vietare le esportazioni di olio di palma.

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Tensioni sui mercati di alcuni alimenti

Le forniture di olio sui mercati globali risultano nella lista che potrebbero risentire delle numerose tensioni sui mercati globali, ad esempio la decisione imprevedibile dell'Indonesia di sospendere l'esportazione di olio di palma (primo produttore al mondo) rischia di avere delle conseguenze sull'esportazione di altri oli considerando che l'industria alimentare di molti paesi dovrà trovare dei sostituti; poi a quanto pare ora l'India importa dalla Malaysia l'insalubre olio di palma (spesso anche causa di deforestazione e disequilibri naturalistici per le coltivazioni intensive di palme da olio). Da segnalare cambiando argomento la carenza sugli scaffali degli Stati Uniti di formule infantili per l'allattamento che risultano quasi introvabili anche se in genere si consiglia alle madri l'allattamento al seno per almeno i primi sei mesi, ma stress ed ansietà costringono a ricorrere a questi sostituti.

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Cibo sempre più caro a livello mondiale

I prezzi monitorati di alcuni alimenti a livello globale erano già aumentati a circa metà 2020 a causa della pandemia Covid-19 ad esempio con difficoltà a trovare personale per il lavoro nei campi e per guidare i camion carichi di frutta e verdura, poi nel 2021 in Brasile (il maggior esportatore di soia) una severa siccità aveva colpito i raccolti con conseguenze a catena su altri alimenti. In Cina a quanto pare il raccolto di frumento quest'anno è fra i peggiori, poi l'Indonesia ha vietato da aprile tutte le esportazioni (del poco salutare) olio di palma per assicurare il fabbisogno domestico. L'impatto del conflitto in Ucraina sta facendo peggiorare in modo significativo le previsioni sul prezzo di farina ed orzo e molti paesi sono preoccupati della reazione delle popolazioni a questi aumenti. Fra i paesi più a rischio per crisi alimentari Afghanistan, Etiopia, Haiti, Somalia, Sud Sudan, Siria e Yemen.

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Valutazioni su crisi alimentari globali

Una serie di fattori come cambiamenti climatici, scarsa disponibilità di fertilizzanti, costi elevati di combustibili e tutta una serie di attrezzi utilizzati per le pratiche agricole (determinati da conflitti e tensioni sul mercato energetico) potrebbero causare delle crisi alimentari globali. Ad esempio interi raccolti potrebbero essere quasi completamente persi per la siccità e per l'impossibilità in alcuni paesi di procedere alle normali coltivazioni per conflitti, poi bisogna considerare anche la moria di insetti impollinatori a causa di pesticidi aggressivi. Ulteriori difficoltà che rendono la situazione ancora più complessa derivano in qualche caso dalla pandemia n-Cov che deve essere gestita con attenzione riguardo le misure di contenimento dei contagi. Saranno indispensabili un'agricoltura di precisione, la tutela del territorio e un oculato utilizzo delle risorse agricole.

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Problemi alimentari ad Haiti e in Afghanistan

In seguito al forte terremoto che ha colpito recentemente Haiti ci sono grandi difficoltà a garantire le forniture alimentari alla popolazione ed i media mostrano scene di ressa per accaparrarsi un pacco di aiuti, poi lunghe file per una minima razione di riso; inoltre, molte strade sono interrotte da frane non consentendo gli indispensabili collegamenti nel paese per garantire un minimo rifornimento di cibo, mentre molte persone che dormono per strada non sanno dove andare per procurarsi beni di prima necessità. Per quanto riguarda l'Afghanistan il caos determinato dal ritiro degli Stati Uniti dal paese ha determinato una situazione di instabilità ed incertezza a volte anche per quanto riguarda la distribuzione delle risorse alimentari con problemi logistici, di organizzazione e anche timori per ritorsioni che paralizzano psicologicamente molte persone.

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Alimentazione globale impoverita dalla pandemia

La pandemia avrebbe avuto un profondo impatto sull'accesso alle risorse alimentari globali e sulla catena di distribuzione del cibo con inevitabili conseguenze sociali, aumentando diseguaglianze, impoverendo le famiglie, minando il livello educativo e facendo fare un salto indietro di anni o anche decenni rispetto agli obiettivi di progresso che si volevano conseguire; almeno secondo un rapporto di organizzazioni internazionali che avverte che le persone più vulnerabili subiscono le maggiori conseguenze per le difficoltà di usufruire agevolmente ad esempio di sistemi sanitari, scuole e servizi assistenziali. La concentrazione di gas ad effetto serra nell'atmosfera aumenta nonostante un calo delle attività umane per effetto della pandemia con conseguente declino della biodiversità, poi l'ecosistema terrestre si degrada a ritmi allarmanti; quindi bisognerebbe puntare su una veloce transizione ecologica.

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Aumento dei rifiuti plastici con la pandemia

Le misure di contenimento e distanziamento per evitare la diffusione del virus SARS-CoV-2 e delle sue varianti oltre al timore di molte persone del contagio hanno spesso spinto ad affidarsi al commercio elettronico con conseguente aumento di rifiuti non riciclabili costituiti prevalentemente da plastica che poi finisce con gli altri residui plastici un po' dappertutto (strade, fiumi, foreste, spiagge e poi nella catena alimentare). In genere l'impacchettamento plastico fornisce al consumatore un'impressione di igiene ed anche se è consapevole dell'inquinamento ambientale che si produce in questo modo preferisce lo stesso procedere all'acquisto temendo carenze di sanificazione dei prodotti sfusi. Secondo un'analisi di organizzazioni internazionali del 2018 metà della plastica è prodotta in Asia e circa il quaranta percento di tutta la plastica consumata in quest'area.

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Alimentazione                  

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