Polemiche su rilascio acqua radioattiva in Giappone
Da tempo ci sono varie polemiche riguardo il rilascio di acqua debolmente radioattiva in mare dall'impianto atomico danneggiato di Fukushima ed ultimamente l'autorizzazione concessa ad un consistente rilascio di acqua contaminata da radionuclidi dai serbatoi di stoccaggio si parla di due voci di esperti preoccupate fra questo gruppo di ispettori chiamato a controllare che siano rispettate le corrette procedure per la messa in sicurezza della centrale nucleare. Pare che comunque non dovrebbero esserci problemi particolari anche se alcuni dicono che le reali perdite di sostanze radioattive dall'impianto non sono note e non monitorate a sufficienza. La Cina avrebbe proibito l'importazione del pescato proveniente da un quinto delle prefetture dal Giappone (con restrizioni anche riguardo ad alcuni alimenti) e ci sono lamentele anche da parte della Corea del Sud con richieste di ulteriori controlli.
La vicenda legata all'eventuale rilascio nell'ambiente, dai serbatoi di contenimento della centrale atomica danneggiata di Fukushima, di oltre un milione di metri cubi di acqua considerata debolmente radioattiva (a causa del trizio che sfugge al trattamento speciale di decontaminazione) in mare o forse facendola evaporare nell'atmosfera ha fatto discutere riguardo le normative stabilite da autorità internazionali su questo tipo di operazioni e a quanto pare considerate quasi normali nella manutenzione delle attività decennali di un impianto nucleare, anche se in genere per quantità decisamente più ridotte. Nel frattempo si parla di una serie di falle di sicurezza riscontrate nell'impianto di Kashiwazaki-Kariwa, poi i pescatori giapponesi protestano contro la decisione presa per Fukushima dalle autorità giapponesi e non mancano le lamentele di Cina e Taiwan.
Una cerimonia in Giappone ricorda che sono passati dieci anni dalla fusione dei noccioli nella centrale nucleare di Fukushima causata da un forte terremoto di magnitudo nove e successive onde di tsunami alte oltre sedici metri, mentre la decontaminazione dell'area interessata procede a rilento ed alcuni dicono che la compagnia che gestisce l'impianto ha imparato poco dai propri errori e rimangono falle importanti di sicurezza. Si parla nel tempo di un picco di quattrocentosettantamila le persone costrette all'evacuazione e a circa quarantunomila è stato consentito il rientro nelle proprie abitazioni, poi si è proceduto anche a rimuovere le barre di combustibile dal reattore tre, ma per gli altri due la data (nel 2019) è stata rimandata al 2029 e rinvii sarebbero stati decisi per quanto riguarda del rilascio in mare di acqua contaminata proveniente dai serbatoi per il raffreddamento; inoltre, non mancano le sfide tecniche di difficile soluzione che si sono presentate.
Le autorità giapponesi avrebbero annunciato che le procedure per rimuovere le barre di combustibile atomico esausto dai reattori uno e due saranno ritardate di cinque anni facendo sorgere dei dubbi riguardo il rispetto delle procedure di smantellamento della centrale atomica di Fukushima, poi in pratica tutte le varie date programmate di intervento sono state spostate. Pare che il ritardo sia giustificato per motivazioni di sicurezza dovendo costruire una barriera intorno all'unità uno per evitare la diffusione di polveri radioattive e per la decontaminazione dell'unità due. La centrale nucleare poco tempo fa a causa dell'impatto del tifone Hagibis aveva mostrato evidenti vulnerabilità costringendo gli operatori a rilasciare in mare acqua radioattive dai contenitori di stoccaggio (di cui trentasei persi perché trascinati via da vortice) a causa delle abbondanti precipitazioni piovose che saturavano le capacità di gestione dell'impianto di raffreddamento provvisorio dei reattori fusi.
La decisione delle autorità dell'ambiente giapponesi di rilasciare acqua radioattiva direttamente nell'Oceano Pacifico presa perché si è esaurita prima del tempo calcolato la capacità dei serbatoi di contenimento, riempito con oltre un milione di tonnellate di acqua di raffreddemanto proveniente dai reattori nucleari danneggiati da uno tsunami nel 2011, ha causato le proteste degli ambientalisti e soprattutto dei pescatori che temono il crollo del mercato ittico vanificando gli sforzi effettuati per rilanciare il settore e non solo in questo paese. L'acqua contiene trizio, un isotopo radioattivo dell'idrogeno difficile da separare e considerato relativamente pericoloso (rispetto ad esempio ad altri radionuclidi che da anni alcuni dicono siano sversati in mare a causa di perdite dell'impianto di raffreddamento), e vi sarebbero altri contaminanti la cui presenza è stata ammessa dal gestore della centrale in passato. Poi si parla di polemiche riguardo la debolezza delle infrastrutture a Tokyo dopo il passaggio del tifone Faxai, che ha anche causato tre vittime.
La società che gestisce l'impianto atomico di Fukushima deve risarcire una forte somma a centocinquantadue residenti locali danneggiati dall'incidente nucleare del 2011 (il più grave dopo quello di Chernobyl nel 1986), almeno da quanto risulta da un verdetto della corte del distretto di Yokohama che sottolinea come si poteva evitare il disastro dotando l'impianto di un'adeguata barriera contro gli tsunami. Nel marzo dello scorso anno una corte di Kyoto nell'ovest del Giappone aveva già individuato le stesse responsabilità con risarcimenti per centodieci residenti di Fukushima, ma nel settembre del 2017 una corte di Chiba presso Tokyo aveva giudicato responsabile solo l'operatore dell'impianto. Circa dodicimila persone costrette a lasciare le loro abitazioni a causa delle radiazioni sarebbero coinvolte in varie contese giudiziarie che riguardano sempre la sottovalutazione del rischio tsunami da parte del governo e del gestore della centrale atomica.
I gestori dell'impianto atomico di Fukushima avrebbero perso l'opportunità di fare un test di simulazione per esaminare la possibilità di un eventuale disastro in caso di tsunami nell'agosto del 2002, almeno da quanto risulta dalla testimonianza scritta del capo a quei tempi della sicurezza dell'agenzia nucleare che evidenzia come nove anni prima dell'enorme onda che causò la fusione del nocciolo in tre reattori la società TEPCO rifiutò di rispondere alla richiesta governativa. La causa del disastro fu la prolungata assenza di refrigerazione dei noccioli per mancanza di corrente ed un generatore diesel di emergenza non funzionò perché situato in un locale troppo in basso invaso dall'acqua del mare. Pochi giorni fa una telecamera collegata ad un lungo meccanismo di ispezione aveva filmato dei detriti fuoriusciti sotto al contenitore del nocciolo del reattore numero due e questo vuol dire la presenza di un grossa fessura in quel punto.
La situazione riguardo la sicurezza nella centrale di Fukushima Daiichi a sei anni di distanza dal peggior disastro nucleare accaduto dopo quello di Chernobyl nel 1986 sembrerebbe ancora abbastanza difficile, almeno a giudicare dalla notizia della forte fuga radioattiva rilevata poco tempo fa sotto il nocciolo di un reattore fuso (l'ennesima fra le tante denunciate in questi anni) su cui non si è potuto intervenire per controllare l'entità della falla utilizzando un nuovo robot super-corazzato controllato a distanza a causa delle fortissime radiazioni che distorcevano completamente le immagini trasmesse agli operatori anche se erano riusciti a farlo avanzare nella camera dell'Unità 2. Per quanto riguarda la stabilizzazione dell'impianto saranno necessari decenni mentre si procede lentamente con i lavori considerando che manca ancora una copertura tipo sarcofago per evitare che i radionuclidi si disperdano nell'ambiente.
A poca distanza di tempo dalla scoperta di una nuova rilevante fuga radioattiva dalla centrale danneggiata di Fukushima, dove nemmeno i robot appositamente costruiti per resistere ad oltre mille Sievert di radiazioni sono stati in grado di avanzare a sufficienza all'interno di un reattore per ispezionare la falla perché accecati, le autorità avrebbero deciso di far rientrare la popolazione alla fine di marzo nella città ora deserta di Iitate; ma le radiazioni monitorate in questa zona sono ancora ad un livello pericoloso per la salute e quindi secondo alcuni si tratta di una forzatura per accelerare la fase di riaccensione delle centrali spente dopo il disastro del 2011. Altri affermano che l'industria nucleare è ancora viva e molto attiva senza aver fatto molti progressi dopo la scoperta della vulnerabilità allarmante di molte centrali nel globo quasi come fosse quasi scontato che non si verifichino altri fenomeni estremi che possano danneggiare i reattori.
Nonostante l'opinione pubblica in Giappone sia preoccupata riguardo la sicurezza degli impianti nucleari del paese le autorità avrebbero deciso di riavviare altri due reattori nella prefettura di Saga dopo il disastro di Fukushima nel 2011 che portò allo spegnimento di tutti gli impianti, gli altri due reattori già riavviati sono presso Sendai nella prefettura di Kagoshima e presso Ikata nella prefettura di Ehime. Ci sono anche un paio di impianti presso Takahama nella prefettura di Fukui che erano stati riavviati l'anno scorso, ma in seguito sono stati spenti dall'autorità giudiziaria per problemi di sicurezza. Alcuni fanno notare come si sia imparato poco dalla lezione riguardo il pericolo legato a forti scosse di terremoto verificatesi presso la prefettura di Kunamoto nell'aprile del 2016, poi ci sarebbero anche problemi legati a corrosione rilevata nelle ventole di raffreddamento di alcuni impianti (tutti vicino al mare) causata dalla salsedine.
Gli allevatori che avevano capi di bestiame nell'area del disastro nucleare di Fukushima spesso non hanno voluto abbattere gli animali, considerati come dei familiari, obbedendo all'ordine governativo dal momento che la radioattività in questa zona è circa quindici volte più alta dei valori di riferimento considerati di sicurezza e continuano a dare loro da mangiare regolarmente, ma si procede ad effettuare dei controlli ogni tre mesi per quello che potrebbe essere il primo studio sull'impatto su grandi mammiferi dell'esposizione prolungata a bassi livelli di radiazioni nel raggio di venti chilometri dal punto in cui tre reattori si sono fusi. In particolare dei controlli sono stati effettuati in un allevamento a dodici chilometri di distanza dalla centrale atomica e non essendoci studi precedenti non si sa ancora valutare i dati rilevati e se il bestiame stia morendo per le radiazioni; quindi sarà necessario procedere ad un ulteriore monitoraggio.
Le autorità che gestiscono l'impianto nucleare di Fukushima sostengono che nascondere le informazioni riguardo il disastro accaduto cinque anni fa alla centrale con la fusione di tre reattori e la conseguente enorme fuga radioattiva nell'atmosfera e in mare sia stata una decisione del governo. Ci furono pressioni a quanto pare su come gestire la situazione comunicando al pubblico per due mesi un danno ai noccioli dei reattori invece che la fusione dei noccioli (una decisione definita come disdicevole con una differenza sostanziale riguardo la gravità dell'evento considerando eventuali decisioni di altri paesi di prendere misure per fronteggiare l'inquinamento radioattivo), con l'acqua del mare contaminata in modo incontrollato. Ultimamente è stato comunicato un blackout del sistema refrigerante del muro ghiacciato che contiene le perdite di acqua radioattiva ma senza far salire i livelli radioattivi monitorati.
Nonostante le autorità cerchino di ridimensionare le dimensioni della problematica sanitaria pare che i bambini della prefettura di Fukushima si ammalino di tumore alla tiroide in percentuale da venti a cinquanta volte più alta della media nazionale monitorata nel 2014 e quindi a tre anni di distanza dall'incidente nucleare. Sarebbero centosessanta i ragazzini a cui è stato diagnosticato un tumore alla tiroide, tenendo conto anche dei casi sospetti, mostrando che il numero è andato aumentando con il passare del tempo. Alcuni sostengono anche che il governo giapponese non avrebbe stoccato sufficienti scorte di medicinali a base di iodio utili ad assorbire la carica radioattiva nell'organismo umano, che i livelli di radiazioni presi da volontari nei pressi della centrale di Fukushima Daiichi sarebbero da otto a dieci volte più alte dei valori ufficiali, poi non ci sono precedenti vista l'enorme quantità di cesio radioattivo rilasciata negli oceani.
A cinque anni di distanza dal grave incidente nucleare di Fukushima anche se sono stati fatti notevoli progressi nella messa in sicurezza dell'impianto atomico la situazione rimane di rischio sia per l'ambiente dal momento che manca una copertura tipo sarcofago, sia per la popolazione a causa delle fughe radioattive che i tecnici non riescono a controllare; poi ad aggravare il quadro è recentemente giunta la notizia che il gestore dell'impianto ha ammesso di aver nascosto per due mesi l'iniziale fusione del nocciolo (oltre il cinquanta percento dopo tre giorni) nei reattori attivi colpiti dallo tsunami. Dai dati relativi al disastro alcuni sostengono che i danni potrebbero essere molto maggiori di quelli dichiarati soprattutto riguardo le perdite in mare di liquido di raffreddamento radioattivo, ma nonostante questo e le proteste della popolazione le autorità hanno deciso di riattivare alcuni reattori nel paese per compensare il deficit energetico.
A pochi giorni di distanza dal settantesimo anniversario dello sgancio di due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki mentre si parla ancora dell'abolizione di tutte le armi nucleari oggi sarà riattivata a Sendai in Giappone una centrale atomica (in pratica la tecnologia di base è simile a quella utilizzata per un ordigno), almeno secondo le dichiarazioni delle autorità che stanno ancora effettuando dei controlli di sicurezza sul reattore numero uno dell'impianto che dovrebbe fornire venerdì anche l'energia elettrica. La maggioranza della popolazione dai sondaggi risulta essere contraria a queste riattivazioni dopo il grave incidente accaduto a Fukushima ed alcuni attivisti anti-nucleare hanno anche protestato ieri a Kyushu. Per quanto riguarda le operazioni di messa in sicurezza dell'impianto di Fukushima si continua ad estrarre grossi rottami dalla centrale, poi vi sarebbe un'inchiesta giudiziaria per negligenza riguardo la gestione del disastro. - [2016.. il gestore dell'impianto ha ammesso di aver nascosto per due mesi l'iniziale fusione del nocciolo].
Blocco giudiziario del riavvio di reattori in Giappone
Dopo aver esaminato la denuncia di nove cittadini le autorità giudiziarie in Giappone avrebbero disposto il blocco delle attività per far riavviare due reattori nella città di Takahama dal momento che hanno giudicato inadeguati gli standard di sicurezza ed ottimistiche le previsioni dei gestori degli impianti atomici che affermavano che nessun forte terremoto avrebbe colpito la zona nella prefettura di Fukui; inoltre, vi sarebbero azioni in corso anche contro altri due reattori per cui è già stato autorizzato il riavvio nella prefettura di Kagoshima. Nel frattempo mentre i media trasmettono un filmato di un nocciolo fuso di Fukushima effettuato da un robot circa sessanta nuovi impianti nucleari sarebbero in costruzione nel globo di cui ventisei in Cina ed anche se si tratta di tecnologie moderne (di quarta generazione) sorge il dubbio se i progettisti abbiano messo in conto eventi naturali estremi, considerando che non bastano sistemi automatici per fermare le reazioni atomiche.
Le autorità in Giappone sostengono che il paese ha bisogno dell'energia atomica e che ora è meglio preparato per gestire questi impianti, ma a quattro anni esatti di distanza dal grave incidente alla centrale di Fukushima Daiichi nonostante siano stati fatti dei progressi nella messa in sicurezza dell'impianto atomico rimangono degli interrogativi sulle quantità di perdite in mare di acqua radioattiva e di radionuclidi rilasciati nell'ambiente in mancanza di una copertura, poi alcuni sostengono che i costi del nucleare ormai sono elevati rispetto alle energie rinnovabili senza considerare i rischi e il problema di dover stoccare le scorie in luoghi sicuri. L'incidente alla centrale di Fukushima non è stato solo un disastro sia naturale che tecnologico, ma anche sociale e politico che ha provocato un cambio di mentalità riguardo a quanto le autorità possono richiedere ai cittadini di rischiare sulla sicurezza e sul loro futuro.
Dopo aver constatato a più riprese una riduzione dei livelli di radiazioni e che i problemi di contaminazione dell'acqua sarebbero stati risolti dal gestore dell'impianto nucleare di Fukushima Daiichi, i tecnici internazionali di controllo sull'energia atomica (l'organizzazione ha base a Vienna) hanno dichiarato che sono stati fatti dei progressi nella messa in sicurezza della centrale danneggiata anche se i tempi complessivi, quantificabili in trenta-quaranta anni, calcolati per completare la costosissima operazione in pratica non cambiano. La situazione rimane comunque complessa nonostante sia stato impiegato da aprile un nuovo robot per cercare le barre di combustibile atomico nel nocciolo del reattore uno e siano state rimosse le barre di combustibile esausto dal reattore quattro. Tre giorni fa un allarme tsunami provocato da un terremoto nell'Oceano Pacifico aveva fatto temere per la centrale atomica danneggiata, ma le onde generate non erano alte.
Le operazioni di messa in sicurezza della centrale nucleare danneggiata di Fukushima Daiichi proseguono lentamente ed il gestore dell'impianto ha comunicato di aver rimosso quattrocento tonnellate di barre di uranio usate rimaste in un reattore ancora dal marzo del 2011, si tratta della prima di quattro fasi in cui si procederà a rimuovere anche le altre barre di combustibile usate dai reattori, ma considerate meno pericolose, poi si pensa anche di effettuare la difficile operazione (mai tentata prima) di estrarre i noccioli fusi dai reattori. Occorreranno decenni per bonificare la centrale atomica ancora piena di detriti fortemente radioattivi e nel frattempo alcuni lamentano la mancanza di sicurezza di due impianti nucleari a Satsumasendai a sud-ovest della prefettura di Kagoshima che le autorità hanno intenzione di riavviare localizzati in una zona ad alto rischio sismico con diversi vulcani attivi e vicino ad un vulcano che si teme possa eruttare.
Giappone diviso fra energia rinnovabile ed atomica
Mentre in Giappone si sta allestendo un parco fotovoltaico offshore da sessanta megawatts, il più grande al mondo di questo tipo con trenta moduli da due megawatts montati su piattaforme galleggianti in mare, allo stesso tempo due impianti atomici dovrebbero essere riavviati fra le proteste della popolazione che teme disastri dopo il grave incidente nucleare accaduto all'impianto di Fukushima e accusa le autorità di voler fermare la cosiddetta "rivoluzione verde", ma alcuni hanno dichiarato che le richieste energetiche del paese hanno raggiunto livelli insostenibili (per il prezzo dei carburanti importati rispetto alla produzione economica). Uno degli impianti da riavviare, a rischio secondo le popolazione, si trova a Satsumasendai nei pressi del vulcano Sakurajima; poi bisogna considerare che si calcola che decine di migliaia di persone sono morte di tumore per gli incidenti di Chernobyl nel 1986 e Fukushima nel 2011, senza considerare il danno a flora e fauna.
I lavori per la costruzione di un impianto di refrigerazione per ghiacciare il suolo sotto la centrale nucleare danneggiata di Fukushima dovrebbero cominciare a giugno in modo da poter arginare le perdite nel terreno di acqua fortemente radioattiva dai reattori fessurati con una specie di muro ghiacciato, in pratica facendo passare del liquido refrigerante a meno quaranta gradi Celsius in tubi di acciaio a trenta metri nel sottosuolo per un perimetro di circa un chilometro e mezzo intorno all'impianto atomico. Alcuni sostengono che questa massa ghiacciata potrebbe fare sprofondare tutto il terreno attorno alla centrale compromettendo in questo modo la funzionalità dell'impianto di decommissionamento, ma le autorità hanno dato rassicurazioni sulle procedure adottate. Rimangono, però, i dubbi che riguardano anche il fatto di come non si sia proceduto a costruire un sarcofago coprente come a Chernobyl.
A tre anni di distanza dal grave incidente nucleare all'impianto atomico di Fukushima Daiichi che continua a rilasciare radionuclidi nell'ambiente ancora si parla di perdite di acqua radioattiva in mare dai reattori fessurati che secondo le dichiarazioni delle autorità che gestiscono le operazioni di messa in sicurezza della centrale dovrebbero essere fermate entro il prossimo anno da una specie di muro di ghiaccio sotto terra, considerando che la perdita è una delle peggiori da quando nell'estate scorsa circa trecento tonnellate di acqua radioattiva erano fuoriuscite da uno dei grandi contenitori di decommissionamento. In febbraio si era verificato un altro incidente a causa di un errore del personale che aveva aperto per sbaglio una valvola di un serbatoio riversando nel terreno circa cento tonnellate di acqua radioattiva misurata a duecentotrenta milioni di becquerels per litro (la soglia di sicurezza è dieci becquerels) senza che abbiano raggiunto il mare.
Proseguono le operazioni di rimozione con gru telecomandate delle oltre mille barre di combustibile altamente radioattivo dalle piscine collocate all'interno del reattore numero quattro della centrale nucleare danneggiata di Fukushima e allo stesso tempo le autorità giapponesi stanno cercando un accordo con le associazioni di pescatori riguardo al rilascio di acqua radioattiva in mare per favorire il processo di decommmissionamento ormai saturo, ma la comunità di pescatori già alle prese con il danno di immagine dovuto alle precedenti notizie di sversamenti incontrollati dall'impianto atomico hanno manifestato preoccupazione per l'operazione. Gli esperti sostengono che il rilascio di piccole quantità di acqua radioattiva è una pratica diffusa, poi ci sono gli scettici che suggeriscono di eseguire prima altre manovre, mentre alcuni avanzano dubbi sul personale reclutato dal gestore dell'impianto che recentemente è stato rifinanziato.
Rilascio controllato di acqua radioattiva a Fukushima
Autorità internazionali che per una decina di giorni hanno assistito alle operazioni di decommissionamento della centrale atomica danneggiata di Fukushima hanno suggerito ai gestori dell'impianto di effettuare un rilascio controllato di acqua radioattiva in mare, che a quanto pare è un'operazione regolare ed effettuata in altre centrali nucleari nel mondo, dal momento che la continua immissione nel circuito di raffreddamento dei tre reattori fusi di acqua che poi viene accumulata in grandi contenitori rende problematiche le successive operazioni di decontaminazione e reimmissione nel circuito. Per effettuare un intervento del genere bisognerà adottare delle appropriate misure di sicurezza ambientale per rispettare le regole previste in questi casi e avvantaggiarsi della minore quantità di acqua nel circuito di raffreddamento per cercare di giungere ad una stabilizzazione dei reattori che richiederà sempre tempi lunghi.
Continua la polemica ed i dubbi da parte di alcuni sulle competenze anche sul piano tecnologico del gestore dell'impianto nucleare danneggiato di Fukushima dopo che sono iniziate le operazioni di rimozione delle barre di combustibile atomico dal reattore numero quattro non attivo all'epoca dello tsunami (come anche il cinque ed il sei), dal momento che anche se il nocciolo non si è fuso le barre potrebbero essere state danneggiate da piccoli pezzi di detriti scagliati dall'esplosione di idrogeno avvenuta nella struttura, che è stata scoperchiata e successivamente un po' riparata e rinforzata, poi potrebbe esserci il pericolo di un terremoto durante la delicata manovra. Il trattamento dei rifiuti industriali inquinanti è un settore ad alta tecnologia in continua evoluzione che consente ad esempio nel settore nucleare di rigenerare le barre di combustibile esauste o di stoccare le scorie con un trattamento che le renda meno pericolose per l'ambiente.
Stoccaggio rischioso acqua radioattiva a Fukushima
La notizia data dal gestore dell'impianto nucleare danneggiato di Fukushima che le recenti piogge avrebbero provocato la tracimazione di acqua radioattiva da alcuni serbatoi di contenimento, poi forse finita in mare, si somma ad altre rilevazioni di fughe radioattive che le autorità si affrettano a minimizzare con l'affermazione che "tutto è sotto controllo", come è accaduto poco tempo fa per una perdita per un errore umano definita molto piccola ma con acqua con duecentomila becquerels per litro di beta-emettitori di isotopi radioattivi compreso lo stronzio 90 (tenendo presente che i limiti per questo isotopo altamente persistente sono trenta becquerels litro). Poi bisogna considerare che anche le barriere sottomarine di contenimento smosse recentemente dalle mareggiate a quanto pare fanno fatica ad evitare che l'acqua radioattiva che filtra da sotto la centrale atomica finisca in mare ed in questo modo possa contaminare la catena alimentare.
Festeggiamenti a Tokyo in toni trionfalistici dopo l'assegnazione dei giochi olimpici del 2020 alla capitale di un Giappone in ripresa economica a differenza dei paesi concorrenti alle prese con svariate problematiche, ma alcuni fanno notare che la centrale gravemente danneggiata di Fukushima (al centro di infinite polemiche) dista duecentotrenta chilometri che per quanto riguarda le radiazioni non è poi così distante considerando che manca ancora un sarcofago che copra i reattori ed il vento può trasportare i radionuclidi. Nel frattempo la Corea del Sud, che già aveva imposto un limite alle importazioni di pesce, ha messo al bando l'importazione da otto prefetture giapponesi fra le quali Fukushima con controlli anche sul pescato proveniente da altre aree anche se dal Giappone arrivano rassicurazioni sulla sicurezza del loro cibo, ma i recenti sversamenti di acqua radioattiva in mare hanno portato alcuni ad affermare che sono perdite strutturali.
Stanziati fondi per la centrale atomica di Fukushima
In seguito alla decisione del governo giapponese di stanziare dei fondi per gestire l'emergenza nella centrale nucleare danneggiata a Fukushima, alcuni hanno avanzato la proposta che siano anche prese maggiori iniziative per quanto riguarda il corretto funzionamento dell'impianto che provvede a decontaminare l'acqua di raffreddamento dei reattori, dal momento che ad esempio i grandi contenitori sono stati assemblati in tutta fretta con una tecnologia economica con strisce di lastre di acciaio affiancate che difficilmente potranno resistere ai lunghi tempi di decommissionamento previsti. Recentemente da uno di questi contenitori sono fuoriuscite circa trecento tonnellate di acqua radioattiva che hanno raggiunto il mare, poi la fessurazione in un tubo di collegamento è stata riparata con semplice nastro adesivo di tipo plastico, senza considerare che il personale è costretto a continui controlli per riparare le eventuali perdite.
Ancora problemi all'impianto di decommissionamento della centrale danneggiata di Fukushima dal momento che i grandi contenitori di acqua di raffreddamento dei reattori mostrano in qualche caso dei segni di cedimento e lo stesso gestore ha comunicato un livello di radiazioni diciotto volte superiore a quello comunicato recentemente da strumenti che a quanto pare potevano misurare fino ad un massimo di cento millisieverts ogni ora, in una situazione difficile da monitorare dove i tecnici esposti ad alti livelli di radiazioni non riescono ad individuare le continue perdite che filtrano nel terreno e poi in mare. La perdita potrebbe essere stata causata dalla fessurazione di tubi di collegamento fra due dei circa trecentocinquanta contenitori costruiti con materiali economici e messi in tutta fretta vicino alla centrale nucleare per gestire l'emergenza con un tipo di montaggio provvisorio e quindi con poca tenuta alle sollecitazioni.
Incidente grave a Fukushima per perdite radioattive
Sarebbe di livello tre su una scala di sette secondo le scale di misurazioni internazionali la gravità dell'incidente accaduto sul circuito di decommissionamento per il raffreddamento dei reattori danneggiati con perdita di trecento tonnellate di acqua di raffreddamento fortemente radioattiva nel suolo e poi filtrata in mare, tanto che le autorità in una riunione con il gestore dell'impianto dovrebbero stabilire delle misure di restrizione per la pesca. Da tempo si verificavano perdite di acqua radioattiva in mare che i tecnici non sapevano come tamponare, con proposte di drenaggio del sottosuolo con apposite tubazioni o muri di contenimento congelando il suolo, poi ultimamente l'acqua aveva formato una pozzanghera molto radioattiva vicino ad un serbatoio che presentava delle perdite che è stata pompata in un altro serbatoio, in una serie di fughe radioattive causate dai tre reattori fusi difficilmente documentabili con chiarezza (..richiesti aiuti internazionali).
Comunicati livelli radiazioni rilasciati a Fukushima
Le denuncie sulla mancanza di trasparenza del gestore dell'impianto atomico danneggiato di Fukushima sui livelli di radiazioni rilasciate nell'ambiente hanno poi portato alla comunicazione dei dati relativi alle quantità di materiale altamente radioattivo finito in mare dalle perdite nei reattori, quantificabili dai venti ai quaranta trillioni di becquerels partendo dalla data dell'incidente nucleare nel marzo del 2011 ed in particolare relative al trizio. Si stanno valutando con dei test anche i livelli di stronzio cancerogeno rilasciate nell'Oceano Pacifico, mentre lo stesso gestore ha confermato che l'acqua radioattiva nel basamento ha superato una barriera di contenimento appositamente costruita per protezione ed è finita in mare, senza considerare che continuano le difficoltà per gestire le grandi quantità di acqua che ogni giorno vengono pompate per alimentare il processo di decommissionamento che avrebbe raggiunto i limiti di utilizzo.
L'ammissione qualche giorno fa dello stesso gestore dell'impianto nucleare danneggiato di Fukushima che si erano verificate perdite in mare di acqua radioattiva proveniente dalle vasche utilizzate nel processo di decommissionamento della centrale atomica [20/08 circa trecento tonnellate] ha provocato le critiche dell'opinione pubblica, anche se le perdite erano state denunciate da tempo da ricercatori indipendenti che avevano fatto analisi sui pesci presi da pescatori locali. Sono molte le domande senza risposta come ad esempio perché dalla centrale esca vapore ad intermittenza o quanta acqua radioattiva fuoriesca dalle perdite nel basamento dei reattori e come siano state eseguite le riparazioni delle falle, per quanto tempo manterranno la tenuta (mentre ormai è chiaro che i grandi contenitori per il decommissionamento andranno sostituiti), poi se il gestore sia in grado di gestire l'emergenza, che richiederà tempi lunghi e notevoli risorse finanziarie, con efficacia.
Ultimi saluti al direttore della centrale di Fukushima
Sono stati in parte favorevoli i pareri sull'operato di Yoshida, direttore dell'impianto atomico di Fukushima all'epoca del tragico incidente nucleare nel marzo del 2011 e spentosi all'età di cinquattotto anni per un tumore all'esofago; infatti, la sua decisione di raffreddare i reattori con acqua di mare ha probabilmente evitato danni ancora più gravi all'ambiente (e alla salute della popolazione) anche se i gestori dell'impianto non volevano che questa operazione fosse effettuata dal momento che avrebbe compromesso la funzionalità dei reattori. Le autorità giapponesi hanno dichiarato che il tumore non era dovuto alle radiazioni, anche se ormai sono molti i dubbi sulla reale situazione relativa alla salute del personale che ha lavorato in condizioni proibitive nelle fasi di emergenza, mentre ancora si cerca di porre rimedio alle perdite incontrollate del processo di decommissionamento che produce quattrocento tonnellate di acqua radioattiva al giorno.
Uno studio effettuato per quattro mesi sullo stato di salute dei molluschi in quarantatre posti dalla prefettura di Chiba a quella di Iwate in Giappone avrebbe evidenziato la scomparsa del mollusco Thais clavigera in un'area costiera di circa trenta chilometri vicina all'impianto atomico danneggiato di Fukushima-Daiichi; poi anche per la Cellana grata, un'altra specie di mollusco, è stato constatato un certo declino ed alte dosi di materiale radioattivo nei loro organismi. I ricercatori hanno verificato che la Thais clavigera, una specie di mollusco piuttosto diffuso sulle coste del Giappone, si sarebbe estinto da otto dei dieci posti monitorati all'interno dei venti chilometri di raggio della zona di allerta stabilita a causa del grave incidente nucleare del marzo 2011. La causa è quasi certamente collegabile alle radiazioni e non allo tsunami dal momento che i molluschi godono buona salute in zone colpite dalla grossa onda generata dal maremoto. - [05/06] Segnalata una nuova perdità d'acqua radioattiva dalla centrale.
A causa del malfunzionamento della pulsantiera di quadro elettrico nella centrale nucleare danneggiata di Fukushima le vasche di raffreddamento che contengono le barre di combustibile atomico da raffreddare sono rimaste senza energia elettrica (a partire da lunedì mattina), ma i tecnici hanno comunicato che le temperature monitorate sono ben al di sotto dei livelli di guardia e non ci sarebbe alcun problema per alcuni giorni mentre si cerca la causa del guasto. - [21/03 la pulsantiera forse guastata da un ratto è stata riparata]. Nel caso non si riesca a risolvere il problema si procederà con un sistema di backup ad iniezione d'acqua per mantenere le temperature entro i sessantacinque gradi Celsius e per il momento la temperatura della vasca più calda è di circa trenta gradi. Dal punto di vista tecnologico di solito si utilizza l'acqua naturale anche per raffreddare i reattori, dal momento che ha ottime caratteristiche come moderatore, ma allo stesso tempo il difetto di un'elevata capacità di assorbire i neutroni.
A due anni di distanza dallo tsunami che ha devastato il Giappone causando il grave incidente alla centrale atomica di Fukushima Daiichi e quasi diciannovemila vittime le autorità hanno comunicato dopo un minuto di silenzio in memoria dell'accaduto che il livello di radiazioni è sotto controllo, ma la popolazione ieri ha manifestato contro l'energia nucleare e la reale situazione nell'impianto danneggiato non è ben chiara, dal momento che nonostante i lavori effettuati procedendo a rimuovere i detriti dalle strutture il reattore numero tre appare ancora in cattivo stato senza che nessuna copertura a protezione dell'area sia stata posta. La zona di esclusione si presenta con un paesaggio di silenzio irreale e tutto sembra fermo in attesa che le attività possano ripartire, ma saranno necessari decenni per rimuovere le barre di combustibile dai reattori e per costruire il sarcofago di contenimento mentre le radiazioni continuano a propagarsi indisturbate.
Gli individui esposti nella zona maggiormente contaminata dell'impianto nucleare di Fukushima mostrano un aumentato rischio di tumore ed in particolare le donne ed i bambini avrebbero un settanta percento in più di probabilità di sviluppare il cancro alla tiroide, dal momento che questo organo è il più esposto all'azione dello iodio radioattivo specialmente nei bambini in cui gli isotopi radioattivi tendono a concentrarsi nella tiroide; ma il rischio nel suo complesso è abbastanza basso e si tratta di casi non proprio frequenti (considerando che sono necessari circa tre anni perché si sviluppi un tumore alla tiroide). Nella zona più contaminata secondo organizzazioni internazionali ci sarebbe anche un sette percento in più di rischio relativo di leucemia in maschi esposti da giovani e sei di tumore al seno per le femmine, poi quattro per altri tumori nelle ragazze; ma nel resto del Giappone le percentuali di aumentato rischio sarebbero trascurabili. - [Un pesce fortemente radioattivo sarebbe stato pescato in un porto vicino alla centrale di Fukushima].
A causa del peso della neve sarebbe crollato parte di un muro e della copertura di contenimento dell'impianto nucleare di Chernobyl in Ucraina, senza che nessuno sia rimasto ferito; inoltre, il cemento del sarcofago non sarebbe stato danneggiato e quindi non sono stati rilevati aumenti dei livelli radioattivi nella centrale atomica e nel raggio di trenta chilometri della cosiddetta zona di esclusione. Una ditta francese che sta costruendo un nuovo sarcofago di contenimento da trentamila tonnellate ha fatto allontanare per precauzione i circa ottanta addetti ai lavori. Per eseguire operazioni di manutenzione in zone soggette all'azione delle radiazioni ed in condizioni critiche bisognerebbe utilizzare delle tecnologie robotizzate ed anche nella centrale danneggiata di Fukushima sono stati messi a punto delle specie di robot corazzati equipaggiati con braccia in grado di sollevare dei pesi, ma rimane sempre abbastanza scarsa la maneggevolezza.
In seguito ad un controllo per identificare qualche indizio di tumore alla tiroide sui bambini che sono stati esposti all'azione delle radiazioni dopo il disastro di Fukushima, occorso nel mese di marzo dello scorso anno, sarebbe stato riscontrato qualche segno di anormalità nel quaranta percento dei casi su centomila bambini testati, riportando alla memoria le condizioni di esposizione della popolazione nell'incidente di Chernobyl del 1986 sulla città di Pripiat abitata da quarantasettemila persone di cui diciassettemila bambini. L'esperienza avuta a Chernobyl per fronteggiare la contaminazione radioattiva ad esempio a causa degli isotopi radioattivi di iodio 131 e cesio 134-137 potrebbe essere utile anche nei casi di Fukushima, dal momento che era stato appurato che alte dosi di radiazioni ionizzanti possono distruggere le cellule staminali del midollo, le cellulle dell'apparato gastrointestinale e cardiocircolatorio, poi anche causare problemi al sistema nervoso centrale.
Utilizzando degli impulsi sonori a forte intensità convogliati in mare le autorità costiere della California starebbero per testare i livelli di sicurezza di una centrale nucleare sulla costa; infatti, dei sensori posizionati sulla superficie del mare dovrebbero consentire di registrare gli eco in modo da disegnare una mappa a tre dimensioni della conformazione geologica della faglia in previsione di eventuali scosse sismiche e conseguenti tsunami, ma gli ambientalisti lamentano che queste sperimentazioni con forti suoni potrebbero arrecare danno o fastidio ai mammiferi marini più sensibili. Un altro tipo di problematica sempre riguardo alla sicurezza di un impianto atomico si sta discutendo in Giappone, dal momento che la centrale di Oi rimessa in funzione dopo il disastro di Fukushima a causa di carenze energetiche nel paese a quanto pare è stata costruita proprio sopra una faglia sismica terrestre attiva e quindi con elevato rischio per i reattori.
Le nuove normative riguardo le centrali nucleari in Giappone stabiliscono che gli impianti più vecchi di quarant'anni dovranno essere dismessi e quelli che erano in costruzione e che rispondono a particolari criteri di sicurezza potranno essere completati, e quindi ad Oma (una città a seicentocinquanta chilometri a nord di Tokyo) sono ripresi i lavori di costruzione di un reattore atomico che erano rimasti fermi sin dal periodo corrispondente al disastro di Fukushima. Le autorità hanno dichiarato che l'impianto in costruzione deve ancora adottare tutti i sistemi di sicurezza previsti prima di poter essere messo in funzione, comunque dal 2040 tutte le centrali dovrebbero essere spente, in accordo con le richieste dell'opinione pubblica. Da segnalare che in Francia dopo l'annuncio della dismissione della "vecchia" centrale di Fessenheim un controllo sugli altri reattori del paese avrebbe evidenziato varie carenze nei sistemi di sicurezza.
Una tecnologia per la progettazione di reattori veloci considerata "poco controllabile" sta per essere utilizzata in Russia nella costruzione di nuovi impianti nucleari che utilizzano come combustibile il plutonio ricavato dalla dismissione di vecchi ordigni, ma il sistema di raffreddamento che utilizza una specie di metallo liquido pone degli interrogativi sulla sicurezza, dal momento che prende fuoco se viene a contatto dell'aria. Oltre ad ordigni nucleari che possono essere dismessi ed utilizzati in reattori veloci ed autofertilizzanti, ci sono quelli con isotopo Pu-239 che a quanto pare non sono adatti per uso civile e rimane il problema del loro stoccaggio stabile che consenta un minimo di sicurezza nel tempo. Per quanto riguarda Fukushima ad un anno e mezzo dal disastro alla centrale nucleare i cittadini non hanno ancora trovato una soluzione a molti dei problemi dovuti alle radiazioni, mentre in un film si cerca di ricostruire l'evento luttuoso.
Non vi sarebbe stata nessuna fuga radioattiva o incendio nella "vecchia" centrale atomica di Fessenheim nell'est della Francia e le ustioni alle mani di due addetti alla manutenzione degli impianti è stata provocata, secondo quanto dichiarano le autorità sulla sicurezza nucleare, dalla fuoriuscita di vapori di acqua ossigenata; ma il ricordo di Fukushima ha provocato lamentele sul tipo di impianto atomico (il più vecchio in Francia) considerato obsoleto e collocato ai confini con Germania e Svizzera. La preoccupazione sulla sicurezza del funzionamento dei reattori era stata denunciata da tempo, specialmente nel caso di eventi sismici di una certa portata o eventi meteorologici estremi. La Francia utilizza energia nucleare più di ogni altra nazione con una quota di circa il settantacinque percento proveniente dalla scissione dell'atomo e molte sono le proposte per il passaggio ad energie più sostenibili per l'ambiente e meno pericolose.
In seguito alla dichiarazione delle autorità che la zona di esclusione attorno a Chernobyl di trenta chilometri sarebbe ora sicura ed adatta alle abitazioni umane e all'allevamento, anche se continua il divieto di uso alimentare dei raccolti agricoli, alcuni segnalano che le radiazioni nella zona sarebbero ancora abbastanza alte e nonostante sia in progetto di costruire un nuovo sarcofago di protezione sul reattore esploso nel 1986 che dovrebbe essere completato nel 2015, molto materiale altamente radioattivo non può essere rimosso ed anche intorno alla centrale rimangono tonnellate di particelle che sono state proiettate all'epoca dell'esplosione del reattore. Per quanto riguarda Fukushima dopo la "circostanza un po' strana" di qualche tempo fa che del pesce pescato nella zona della centrale era stato messo in vendita (perché considerato sicuro) uno studio sulle farfalle indicherebbe, invece, delle chiare mutazioni genetiche.
Da uno studio effettuato in Giappone per comprendere quali siano state le cause che hanno causato il disastro di Fukushima è risultato che l'impianto era in condizioni vulnerabili e non in grado di garantire la sicurezza in caso di terremoto o tsunami e nonostante le autorità avessero avuto varie opportunità per prendere opportuni provvedimenti avrebbero deliberatamente posposto ogni decisione per evitare danni gravi alla centrale nucleare; e quindi è stato un disastro causato dall'uomo e dalla mancanza di coordinamento nell'organizzazione degli interventi di emergenza e non causato dallo tsunami. Qualche giorno fa era stata segnalata l'ennesima difficoltà nel raffreddare la vasca contenente combustibile nucleare spento nel reattore quattro per un inconveniente, mentre nonostante le proteste popolari l'impianto atomico di Ohi sarà parzialmente riattivato per evitare blackouts elettrici durante i mesi estivi.
Sistemi predittivi ed allerta per terremoti più precisi
Per poter dare degli allarmi urgenti ed in tempo utile ad avvisare la popolazione in caso di terremoti e tsunami secondo i ricercatori non bastano i dati dei sismografi, dal momento che per magnitudini superiori a sette la precisione di questi strumenti sarebbe meno accurata; e nel caso dello tsunami che nel marzo del 2011 ha colpito il Giappone i dati relativi alla forte scossa tellurica in mare e al conseguente alta onda di tsunami erano stati sottostimati. Dai dati rilevati dalla buona rete di sismografi giapponesi risultava una magnitudo di otto sulla scala Richter per circa due minuti che sicuramente produce uno tsunami consistente, ma non come quello disastroso che ha anche causato il grave incidente nucleare nella centrale di Fukushima in seguito a scosse valutate incrociando anche i dati GPS di magnitudo nove; quindi secondo i ricercatori sarebbero necessari sistemi più accurati di rilevazione anche in funzione preventiva.
Un chiaro interesse per lo sviluppo delle tecnologia nucleare in Messico risale al 1956 con l'istituzione di un'apposita commissione per lo sfruttamento dell'energia atomica e nonostante il grave incidente di Fukushima (ultimamente vi è stata anche una perdita di liquido refrigerante a bassa radioattività questa volta presso il villaggio di Tokay) le autorità sembrano intenzionate ad aumentare un poco oltre il cinque percento attuale la quota di energia elettrica proveniente da impianti nucleari e migliorare la gestione del servizio nella rete di distribuzione alla popolazione. Nel febbraio del 2007 il Messico avrebbe stipulato un accordo per modificare o montare nuove turbine e generatori nell'impianto di Laguna Verde con significativi miglioramenti tecnologici; un altro paese interessato ad aumentare il numero delle centrali atomiche pare sia l'India che punta a sfruttare i suoi giacimenti di un tipo "povero" di combustibile nucleare lavorandolo con complessi procedimenti.
Ad un anno di distanza dal maremoto che ha travolto il Giappone causando diciannovemila fra vittime e dispersi definitivi si ricorda la portata impressionante di un evento naturale che almeno per quanto riguarda la centrale atomica di Fukushima Daiichi ha causato un incidente nucleare di gravità quasi paragonabile a quello di Chernobyl, anche se con differenze notevoli per quanto riguarda il tipo e la quantità di radiazioni rilasciate nell'ambiente dovute al diverso tipo di progettazione dei reattori, che nel caso di Fukushima erano obsoleti ma dotati almeno di un recipiente di contenimento che ha consentito di limitare un po' i danni. In ogni caso la zona investita dalle radiazioni (che rimangono elevate) resterà contaminata per decenni con conseguenze non solo sulla popolazione ma anche su tutto l'ambiente naturalistico e la catena alimentare; quindi, bisognerebbe continuare a monitorare i cibi a lunga distanza di tempo.
La serie di errori commessi nella gestione dell'emergenza dopo lo tsunami che quasi un anno fa ha travolto il Giappone e la centrale atomica di Fukushima Daiichi potrebbe costituire secondo i ricercatori una lezione istruttiva per migliorare la sicurezza di altri impianti nucleari specialmente nelle zone costiere che potrebbero subire lo stesso tipo di danni nel caso di terremoti e maremoti; quindi, ad esempio riuscire a ripristinare in breve tempo l'energia elettrica o anche solo trovare del carburante per i mezzi di trasporto è molto difficile senza una pianificazione preventiva. La fornitura di energia elettrica e carburante presuppone in caso di incidente che siano riparate tutta una serie di strutture (tralicci elettrici, ponti, strade..), poi è necessaria un'organizzazione in grado di eseguire le riparazioni; ma nel caso di Fukushima la struttura era stata costruita quasi a livello del mare, i generatori di emergenza non erano rialzati e la "progettazione" badava al risparmio.
Gruppi di lavoratori starebbero procedendo alla bonifica della città di Itate in Giappone mentre alcuni affermano che sarebbe meglio ricostruire in un altro posto non contaminato e poi con tutti quei lavaggi ad alta pressione si rischia solo di veicolare le particelle di cesio radioattivo nel fiume locale, poi vi sono anche altre località dove sono state riscontrati livelli di radiazioni molto alti a volte a causa dell'utilizzo di materiali edili ricavati da cave vicine alla centrale danneggiata di Fukushima Daiichi ed i cittadini richiedono che sia effettuato almeno un controllo con i contatori Geiger. Le autorità starebbero per riaccendere nel paese quei reattori che sono stati sottoposti a stress test, ma la popolazione a quasi un anno di distanza dall'incidente nucleare di Fukushima è ancora preoccupata per la sicurezza alimentare e sembra che alcune abitudini tipiche dei giapponesi siano un po' cambiate a causa anche delle conseguenze psicologiche del disastro.
Radioattività rilevata in mare lontano da Fukushima
Campioni contenenti cesio-137 radioattivo sarebbero stati presi nell'Oceano Pacifico ad oltre seicento chilometri dalla centrale atomica di Fukushima Daiichi, ma i livelli di radioattività sarebbero piuttosto bassi, non pericolosi per la salute e non dovrebbero costituire un eventuale pericolo di contaminazione per la catena alimentare anche se i dati rilevati farebbero ben notare la differenza rispetto alla condizione che si aveva prima del disastro nucleare giapponese. Nonostante il radiocesio sia considerato dannoso a causa del lungo periodo di dimezzamento della carica radioattiva (circa trent'anni) i ricercatori fanno notare che il mare ha una grande capacità di diluire gli inquinanti che vengono lentamente dispersi dalle correnti con il tempo. Non molto chiara invece la situazione per quanto riguarda la messa in sicurezza dei reattori danneggiati di Fukushima ed alcuni segnalano che ci sono stati rialzi di temperatura in un nocciolo monitorato - [28/02 un falso allarme].
Una specie di endoscopio sarebbe stato utilizzato per monitorare il reattore numero due dai tecnici che stanno procedendo con le misure per mettere in sicurezza la centrale atomica di Fukushima Daiichi, ed anche se non è stato possibile filmare il livello dell'acqua pare che le temperature nel nocciolo siano effettivamente inferiori al livello di ebollizione e quindi le barre di combustibile nucleare non dovrebbero tornare a surriscaldarsi (ma alcuni consideravano prematura la dichiarazione del cosiddetto spegnimento a freddo di tutto l'impianto). Le radiazioni negli altri reattori da monitorare sarebbero ancora troppo alte per poter utilizzare la sonda ed i video ottenuti subirebbero troppe distorsioni; inoltre, ai cittadini allontanati dalla centrale danneggiata (oltre ottantamila) pare che ancora non sia consentito tornare alle proprie abitazioni e non cambierebbero i venti chilometri stabiliti della zona di esclusione con disagi anche per tutte le attività.
Da un rapporto che descrive le misure adottate per fronteggiare il disastro nucleare di Fukushima (secondo alcuni prematura la comunicazione di spegnimento a freddo) è risultato che ai tecnici che lavoravano all'impianto non era stato comunicato il quadro reale completo della situazione e precedentemente una simulazione effettuata su computer con calcoli su eventuali tsunami che avessero investito la centrale nucleare avevano evidenziato come fossero necessarie delle opere di prevenzione ed elevazione del muro di protezione. L'ordine di evacuazione per i cittadini sembra si sia limitato ad un generico affrettarsi e correre via senza informazioni di dove rifugiarsi ed esponendo la popolazione al fallout radioattivo, che ha interessato zone che erano state individuate nelle simulazioni; mentre lo staff che lavorava nella centrale atomica credeva che gli impianti di raffreddamento dei reattori uno e tre stessero funzionando mentre erano fuori uso.
Le autorità giapponesi hanno dichiarato che la centrale atomica di Fukushima Daiichi è stata spenta a "freddo", nel senso che le temperature nei reattori sono inferiori ai cento gradi, consentendo in questo modo di procedere finalmente con le operazioni di smantellamento delle strutture contaminate (e di costruzione di opportune coperture) che richiederanno decenni e quindi per oltre quaranta anni si dovrà aspettare per la reale messa in sicurezza dell'impianto gravemente danneggiato dallo tsunami dell'undici marzo che ha causato ventimila vittime. Le radiazioni rilasciate nell'ambiente sarebbero ora solo una frazione rispetto ai picchi raggiunti nella fase di emergenza, ma questo non deve far pensare che la situazione sia risolta dal momento che il tempo di dimezzamento delle particelle radioattive trasportate nell'aria dal vento e scaricate in mare con l'acqua utilizzata per raffreddare i noccioli parzialmente fusi è molto lungo per la catena alimentare.
I tecnici che lavorano per mettere in sicurezza la centrale atomica danneggiata di Fukushima Dai-iki hanno comunicato che circa trecento litri di acqua radioattiva sarebbero fuoriuscite in mare da una falla apertasi in un impianto per la decontaminazione dell'acqua, ma la falla sarebbe stata chiusa con sacchetti di sabbia posti su un condotto danneggiato che causava la perdita da una vasca verso il mare non appena qualche giorno fa le misurazioni della radioattività segnalavano valori più alti dei limiti di sicurezza stabiliti, duecentosettanta volte per il cesio con isotopo radioattivo con numero di massa 134 che ha un tempo di dimezzamento delle radiazioni di circa due anni e trecentoventidue volte per il cesio isotopo 137 con tempo di dimezzamento di circa trent'anni e quindi dannoso per l'ambiente e la catena alimentare. Gli impianti di decontaminazione sono in funzione per "ripulire" l'acqua in seguito alla parziale fusione avvenuta nei noccioli. - [07/12] Vi sarebbe anche un richiamo di quattrocentomila confezioni di un prodotto alimentare per bambini un po' contaminato da radiocesio.
Riso con cesio radioattivo nella zona di Fukushima
Esaminando una partita di riso già pronta per la distribuzione, anche se non ancora venduta, proveniente da una fattoria a circa sessanta chilometri dall'impianto nucleare danneggiato di Fukushima Daiichi sarebbe stato trovato un campione di riso con cesio radioattivo sopra i limiti di sicurezza e quindi sarebbe stata vietata nella prefettura di Fukushima la commercializzazione e la vendita di riso. Le autorità cercano di evitare che prodotti di zone rurali contaminati possano entrare nella catena alimentare, ma monitorare tutti i livelli di radioattività dopo che il vento e le piogge hanno sparso particelle radioattive nella parte orientale del Giappone è un'operazione abbastanza complessa. Si procede a controlli anche nella città di Tokyo per rassicurare la popolazione dal momento che ci sono stati diversi allarmi precedentemente per la contaminazione di prodotti (tè verde, carne, funghi) ma questa sarebbe la prima volta che scatta nel paese un divieto di vendita. - [29/11] Un presentatore televisivo che aveva bevuto e mangiato in diretta alimenti provenienti dalla zona di Fukushima si sarebbe ammalato di leucemia.
Per salvaguardare la salute dei tecnici che lavorano alla messa in sicurezza dell'impianto nucleare fuori controllo ancora dall'undici marzo scorso un'azienda giapponese che produce esoscheletri robotizzati adatti a camminate di tipo assistito avrebbe messo a punto una pesante veste antiradiazioni in tungsteno motorizzata in modo da assecondare i movimenti dell'operatore tramite sensori. La veste progettata in modo da non far avvertire all'operatore il peso di circa sessanta chili può costituire una barriera fra il corpo ed il materiale radioattivo più che fermare l'azione delle radiazioni, ma può essere comunque un contributo per evitare danni alla salute mentre si lavora su centrali nucleari danneggiate come quella di Fukushima Daiichi. La situazione dal punto di vista della sicurezza dell'impianto atomico non è molto chiara dopo la dichiarazione della presenza di gas xeno radioattivo nel reattore numero due dal momento che la sua presenza era inattesa.
Stress test per la sicurezza nucleare internazionale
Un nuovo piano internazionale per la sicurezza nucleare delle centrali atomiche sarebbe stato messo a punto per evitare che possano ripetersi gravi incidenti come accaduto a Fukushima, in modo da poter stabilire una specie di standard di riferimento rispettando un programma che prevede diversi passi per poter garantire anche tramite stress test degli impianti la sicurezza delle centrali. La situazione dei reattori della centrale atomica di Fukushima-Daiichi non è ben chiara con dichiarazioni contraddittorie per quanto riguarda la procedura di spegnimento a "freddo" (circa cento gradi o meno) dell'impianto, dal momento che alcuni affermano esaminando le reazioni del combustibile nucleare parzialmente fuso nel nocciolo che il reattore numero due sarebbe ancora attivo; ma tecnicamente dovrebbe essere impossibile a temperature molto inferiori a quelle di esercizio anche se i tempi dichiarati per la messa in sicurezza non sono propriamente rassicuranti.
La centrale nucleare fuori controllo di Fukushima Dai-iki a causa dello tsunami che la ha danneggiata l'undici marzo continua ad impensierire le autorità di controllo per l'energia atomica che nei giorni scorsi avrebbero inviato dei tecnici per controllare la situazione e verificare che le operazioni di decontaminazione procedano regolarmente, mentre da settimane in Giappone pare si discuta sul livello di contaminazione di alcuni alimenti ed in particolare il riso. Campioni di riso contaminati nella città di Nihonmatsu a cinquantacinque chilometri da Fukushima avevano destato l'attenzione dei media con paesi che avrebbero sospeso l'importazione di alcuni alimenti dal Giappone. La situazione nel complesso sembrerebbe invariata dopo l'annuncio dell'installazione di nuovi dispositivi per la decontaminazione dell'acqua e le proposte di costruzione di un muro di contenimento in mare per evitare che l'acqua radioattiva fuoriesca dall'impianto.
Monitorati i livelli di radiazioni su bimbi in Giappone
Nelle scuole elementari che si trovano nell'area interessata dal grave incidente nucleare alla centrale atomica di Fukushima Daiichi dopo il disastroso tsunami dell'undici marzo che ha investito le coste del Giappone, il personale scolastico monitora giorno per giorno i dati relativi alle radiazioni che in alcune zone risulterebbero piuttosto alte considerando che i limiti per l'esposizione dei bambini erano stati abbassati dalle autorità sotto un millisievert per anno perché l'organismo giovane è più sensibile alle radiazioni. I dati che riguardano le quantità di radiazioni rilasciate nell'ambiente dai reattori danneggiati ed ancora fuori controllo a sei mesi di distanza dalla fusione di un nocciolo del "vecchio" impianto (e parziale fusione di altri due reattori) davano alti livelli di radiocesio, ma la quantità di esposizione limite in tutto il paese era già stata portata a venti millisieverts per anno che sarebbe equivalente al limite stabilito per i lavoratori nelle centrali nucleari di alcuni paesi.
Iceberg creati da tsunami dell'11 marzo in Giappone
Le onde generate dallo tsunami dell'undici marzo che ha colpito e devastato il Giappone avrebbero attraversato l'Oceano Pacifico fino a raggiungere la banchisa occidentale dell'Antartide, causando la rottura del pack ed il distacco di grandi iceberg per un fenomeno di flessione ripetuta dei ghiacci operato da onde non molto alte (circa trenta centimetri), ma in grado di causare fratture nel ghiaccio. Per quanto riguarda invece la situazione alla centrale nucleare fuori controllo di Fukushima Daiichi l'ultima rilevazione qualche giorno fa delle radiazioni che si sprigionano dai reattori danneggiati segnalava un picco a fondo scala per gli strumenti superiore ai dieci Sievert per ora e misurato alla base di uno scarico di ventilazione posizionato fra due reattori. Livelli di radiazioni così alti sono considerati letali per l'uomo anche con un'esposizione di pochi secondi e quindi mettendo a rischio la salute del personale addetto alla messa in sicurezza dei reattori.
Manifestazioni in Giappone contro gli ordigni atomici
In occasione dell'avvicinarsi della data dell'anniversario dello sgancio di ordigni atomici sul Giappone, il primo il 06/08/1945 su Hiroshima e il secondo tre giorni dopo su Nagasaki, un gruppo di circa millesettecento manifestanti provenienti dalla regione di Fukushima ha chiesto interventi di risanamento per restituire alla popolazione le zone contaminate da radiazioni; inoltre, l'organizzazione che si impegna "per l'abolizione degli ordigni atomici e all'idrogeno" ha anche manifestato contro le centrali nucleari per la produzione di energia elettrica. Le autorità che stanno monitorando la sicurezza alimentare da eventuali contaminazioni radioattive nei giorni scorsi hanno deciso di vietare la spedizione di alimenti derivati dalla lavorazione di bestiame dal nord-est della prefettura di Miyagi dopo aver verificato in alcuni capi livelli di radiocesio superiori alle dosi lecite mentre a Fukushima il divieto era già stato intimato agli allevatori.
Alimenti contaminati nella prefettura di Fukushima
Le autorità giapponesi avrebbero deciso di stabilire una serie di controlli sugli alimenti derivati da bestiame in tutte le quarantasette prefetture del paese dopo che una partita di carne contaminata da radiocesio proveniente dalla prefettura di Fukushima è entrata nella catena distributiva, probabilmente a causa di fieno radioattivo che gli allevatori hanno continuato a dare alle mucche nonostante vi fosse un divieto già da marzo di utilizzare il foraggio stoccato all'aperto (avviso che alcuni agricoltori non avrebbero visto). La fonte della contaminazione da cesio radioattivo in quantità non molto chiara sarebbe stata causata dalla fusione dei tre reattori nelle prime fasi di emergenza dopo lo tsunami dell'undici marzo che ha reso inutilizzabili i sistemi di raffreddamento della centrale nucleare e si stima che almeno cinquecento capi di bestiame siano stati lavorati e spediti alla distribuzione dopo aver mangiato il fieno contaminato.
Le autorità giapponesi hanno dichiarato che per riuscire a mettere in sicurezza l'impianto nucleare fuori controllo di Fukushima Daiichi saranno necessari da tre a dieci anni ed anche vari decenni per cercare di risolvere in maniera definitiva l'incidente disastroso dell' 11/03, e nei piani di azione previsti sui reattori danneggiati si parla del 2021 per cominciare a rimuovere il combustibile nucleare fuso. Per la dismissione dell'intero impianto dovranno passare diversi decenni prima che i tecnici possano cominciare a lavorare sulle strutture evidentemente fortemente radioattive anche se si pensa ancora di attuare un piano di emergenza a breve scadenza basato sui provvedimenti adottati per fronteggiare le radiazioni in altri casi di disastri nucleari. Da segnalare anche che è stato riscontrato radiocesio in quantità sei volte superiore ai limiti legali nella carne (subito tolta dal mercato) di alcune mucche provenienti dalla città di Minamisoma nella prefettura di Fukushima.
Le autorità giapponesi hanno dichiarato che prenderanno in considerazione anche le proposte della popolazione locale oltre alle procedure già adottate in Europa per mettere a punto il piano di stress test sui cinquantaquattro reattori delle centrali nucleari che forniscono circa il trenta percento dell'energia consumata nel paese e se fossero spenti per manutenzione potrebbero causare dei deficit energetici difficilmente colmabili. La gestione della crisi nucleare e della ricostruzione dopo il devastante maremoto che ha causato oltre ventiduemila vittime (?) è stata notevolmente criticata causando dimissioni ed aspre polemiche, tanto che la messa in sicurezza della centrale di Fukushima Daiichi sembrerebbe trovare infinite difficoltà con perdite di liquido radioattivo nel suolo dopo il tentativo di tipo "tecnologico" per cercare di stabilire un circuito di raffreddamento decontaminando l'acqua presente negli involucri dei reattori.
Ventilatori al posto dei condizionatori in Giappone
Per limitare i consumi energetici della popolazione giapponese le autorità hanno consigliato di adottare una serie di provvedimenti mirati al risparmio e pianificazioni anche orarie per distribuire l'energia elettrica a seconda delle necessità degli impianti produttivi, senza trascurare la pubblica amministrazione che dovrà rinunciare ad ascensori e ad ambienti troppo rinfrescati dai condizionatori. I cittadini oltre ad utilizzare ventilatori e ventagli dovranno rinunciare alle scale mobili ed ai sistemi di condizionamento nelle metropolitane; inoltre, bisognerà risparmiare sull'uso di tutte le apparecchiature elettriche in modo da raggiungere un taglio di circa un dieci percento del consumo energetico complessivo. Per quanto riguarda la centrale atomica fuori controllo di Fukushima ancora si lotta per evitare di riversare in mare l'acqua radioattiva all'interno dei reattori dopo la sospensione del sistema di decontaminazione del radiocesio adoperato ultimamente.
Ad una distanza in tempo di tre mesi dal disastroso maremoto che ha sconvolto il Giappone la situazione si presenta piuttosto complessa con la popolazione impegnata nella ricostruzione dovendo fronteggiare nel caso di Fukushima le problematiche collegate alle radiazioni, e poi una economia in affanno che risente anche della scarsità della fornitura di energia elettrica dovuta al fermo di alcune centrali atomiche. Le autorità hanno esortato a ridurre di almeno un quindici percento il consumo di energia che potrebbe aumentare durante l'estate a causa dei condizionatori ed altre apparecchiature, ma in questo caso un aiuto potrebbe arrivare nei prossimi mesi dalla produzione di un nuovo tipo di pannello fotovoltaico che sfrutta delle strisce di alluminio mobili automatiche per concentrare i raggi solari su tubi a celle solari ad alte prestazioni, consentendo contemporaneamente di utilizzare meno costoso silicio e di riscaldare l'acqua con il calore in eccesso.
Dopo la decisione della Germania di una progressiva dismissione degli impianti nucleari, alcuni in tempi brevi per non essere riusciti a superare i cosiddetti stress test, anche in altri paesi si sta avviando una discussione riguardo l'opportunità di continuare a costruire centrali atomiche e nel frattempo in Giappone continuano i problemi con l'impianto fuori controllo di Fukushima; infatti, una traccia oleosa sarebbe fuoriuscita in mare dal reattore numero cinque, in cui secondo le autorità era stata effettuata da tempo la procedura di "arresto a freddo", ma qualche giorno fa i tecnici avevano verificato che le pompe di raffreddamento si erano fermate causando un rialzo delle varie temperature. La verifica del livello di radiazioni assorbite da due tecnici impegnati nella messa in sicurezza dell'impianto atomico avevano fatto registrare valori superiori al consentito, costringendo le autorità ad alzare il limite di esposizione in questo caso da 100 a 250 milliSieverts a causa dell'emergenza.
Mentre in Europa si stanno per testare le centrali nucleari per verificare la sicurezza degli impianti in caso di incidente o altre circostanze che possano indebolire la resistenza dei reattori in condizioni critiche in Giappone i tecnici comunicano che cercheranno di rispettare il precedente programma per il cosiddetto spegnimento a freddo della centrale nucleare di Fukushima in sei-nove mesi di tempo. La situazione è sempre più complessa e le barre di combustibile nucleare nei noccioli dei vari reattori sarebbero quasi completamente fuse, ma la temperatura nei recipienti di contenimento non sarebbe critica e le barre fuse immerse nell'acqua, quindi i vari dati relativi alla pressione e temperature non dovrebbero peggiorare. Meno favorevole potrebbe essere la sicurezza dal punto di vista del rilascio di radiazioni nell'ambiente, dal momento che gli involucri dei reattori sarebbero fessurati anche se i tecnici monitorano continuamente i dati.
Esaminando i dati relativi all'atmosfera sopra l'epicentro del maremoto che il giorno 11/03 ha colpito il Giappone i ricercatori si sarebbero accorti che in quel periodo variava la concentrazione di elettroni nella ionosfera, probabilmente dovuta al rilascio di gas radon dalla faglia sottomarina nei giorni precedenti la forte scossa tellurica, e questa constatazione ha spinto alla correlazione con i dati di atri terremoti di intensa magnitudine in modo da poter mettere a punto un sistema di previsione attendibile. Altre volte in passato l'osservazione del rilascio di gas radon aveva consentito di monitorare movimenti geologici (con risultati altalenanti) ed ora con l'osservazione delle radiazioni all'infrarosso sarebbe possibile verificare un aumento di calore nella ionosfera in seguito all'azione del gas radon. Secondo alcuni anche l'osservazione di microvariazioni di posizione della crosta terrestre da satellite permetterebbe in molti casi la previsione di terremoti.
Le autorità giapponesi stanno cercando di gestire l'impianto nucleare fuori controllo di Fukushima Daiichi con interventi per contenere le radiazioni ed evitare che l'acqua del basamento del primo reattore della centrale atomica possa infiltrarsi nel sottosuolo o contaminare l'oceano, dal momento che il nocciolo sarebbe quasi completamente fuso ed i tecnici pensano di utilizzare l'acqua fuoriuscita dal recipiente di contenimento per stabilire un ciclo di raffreddamento che consenta entro gennaio il cosiddetto arresto a freddo. La fusione del nocciolo del primo reattore sarebbe cominciata poche ore dopo il maremoto che ha investito la "vecchia" centrale non dotata di un efficiente sistema di ventilazione per abbassare la pressione dei reattori; intanto, pare continuino i piani per l'evacuazione dei cittadini (oltre gli ottantamila che già hanno lasciato le proprie abitazioni) ad esempio dalle città di Iitate e Kawamata a circa trenta chilometri dalla centrale atomica.
Trovati residui radioattivi in inceneritori giapponesi
Delle ceneri contaminate con sostanze altamente radioattive oltre centosettantamila Becquerels per chilogrammo sarebbero state trovate in un impianto di incenerimento ad est di Tokyo qualche tempo fa, ed anche in altri inceneritori o impianti per il trattamento delle acque si parla di residui forse con cesio radioattivo fino a centoquarantamila Bq/kg. Le notizie sulle varie contaminazioni sono state comunicate solo recentemente e a quanto pare le ceneri degli impianti di incenerimento oltre a finire nell'atmosfera generalmente vengono riciclate per essere utilizzate in materiali da costruzione e questo pone alcuni interrogativi dal punto di vista della sicurezza e della salute dal momento che ci potrebbe essere una ricaduta radioattiva sugli alimenti. I radionuclidi del cesio per esempio sono molto mobili ed hanno un tempo di decadimento di circa trenta anni e quindi possono contaminare la catena alimentare senza opportuni controlli sugli alimenti.
A due mesi dal grave incidente alla centrale atomica di Fukushima le autorità (che hanno rinunciato allo stipendio) hanno dichiarato che ci potrebbero essere state delle sottovalutazioni per quanto riguarda la sicurezza nucleare ed anche il programma di sviluppo sull'energia elettrica dovrebbe sfruttare in futuro una maggiore quota di energie rinnovabili, mentre l'impianto atomico di Hamaoka considerato insicuro è stato chiuso. Nel frattempo ci sono state delle critiche su come è stata gestita l'emergenza dopo il devastante maremoto che ha provocato oltre ventisettemila vittime e la situazione per quanto riguarda la messa in sicurezza dell'impianto atomico di Fukushima Daiichi non è ben chiara dopo che è stata stabilita la zona di interdizione per salvaguardare la salute della popolazione. Per quanto riguarda le scorie delle varie centrali nucleari pare che saranno seppellite in profondità in Mongolia.
Un modello di atomo basato sulla teoria dei quanti
La concezione dell'atomo di tipo planetario di E. Rutherford e basata sulla meccanica classica presentava ancora qualche incertezza e perplessità soprattutto dopo la scoperta fatta nel 1900 da Max Planck (Kiel 1858-1947 Gottinga) che fra materia e radiazione l'energia verrebbe scambiata in quanti proporzionali alla frequenza della radiazione e che l'elettrone ruota intorno al nucleo non come fosse un pianeta intorno al sole ma in base a stati dinamici (stati quantici o discreti non continui e basati anche sulle teorie ondulatorie). Planck fu uno scienziato che contribuì in modo decisivo a scoprire la struttura dell'atomo tanto da produrre una specie di rivoluzione nella fisica moderna e gli studi successivi furono molto influenzati da queste teorie, ma allo stesso tempo si presentava il problema di come l'energia prodotta dall'atomo veniva utilizzata ed i numerosi moniti alla pace di Planck rimasero praticamente inascoltati.
Alcuni controlli effettuati sul latte materno hanno rilevato tracce di iodio radioattivo in quattro casi vicino a Tokyo e quindi le autorità hanno deciso di effettuare altre analisi sugli alimenti anche se non sembra ci siano particolari problemi per la salute della popolazione ed anche le forti scosse di terremoto che scuotono il Giappone (l'ultima di magnitudo 6.1 nella prefettura di Chiba) non avrebbero causato danni. Le radiazioni che si sprigionano dalla centrale nucleare danneggiata con livelli di intensità variabile, dal momento che l'impianto atomico non sarebbe stabile, costringono a continue interruzioni delle operazioni previste per ripristinare il raffreddamento dei reattori; inoltre, anche le circa sessanta famiglie che vivono ancora nella zona di evacuazione devono lasciare le proprie abitazioni, ma la situazione meno favorevole dal punto di vista delle radiazioni sarebbe secondo alcuni nel mare davanti alla centrale.
A causa delle condizioni atmosferiche e del vento che trasporta le particelle radioattive ad una certa distanza in una particolare direzione dalla centrale atomica danneggiata le autorità giapponesi sembra stiano studiando un piano di evacuazione di tipo mirato e quindi indipendentemente dal raggio di venti chilometri che nel frattempo è diventata zona di interdizione a causa dell'accumulo di materiale che emette radiazioni. La popolazione delle case spesso in zone rurali invitata a lasciare le proprie abitazioni a volte rifiuta di raggiungere i centri di evacuazione ed assistenza, ma i provvedimenti presi per tutelare la salute dei cittadini lascerebbero agli individui il tempo necessario per organizzarsi. Le operazioni per mettere in sicurezza l'impianto proseguono con il travaso dell'acqua radioattiva dai seminterrati a vasche di stoccaggio e decontaminazione in modo da poterla riutilizzare per il raffreddamento dei reattori.
Sono stati stanziati dei fondi per la costruzione di un nuovo sarcofago di contenimento per le radiazioni a Chernobyl a venticinque anni dal disastro atomico del 26/04/1986 che ancora causa sulla popolazione delle conseguenze sulla salute, mentre ad un anno dall'incidente ad una piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico che ha provocato lo sversamento di quasi ottocento milioni di litri di greggio ancora si studiano le conseguenze a lungo termine sull'ecosistema. L'ambiente appare sofferente a causa di gravi incidenti (come attualmente in Giappone) e dei cambiamenti climatici che hanno conseguenze socioeconomiche rilevanti ed ostacolano un corretto sviluppo a causa delle minori entrate e mezzi di sostentamento soprattutto per zone povere ad alta densità di popolazione, mentre i paesi industrializzati non sembra abbiano diminuito significativamente le proprie emissioni inquinanti.
Le radiazioni misurate da dei robots all'interno delle strutture dell'impianto nucleare di Fukushima sarebbero abbastanza alte, fra circa dieci ad oltre cinquanta milliSieverts per ora, e quindi pericolose per i tecnici che lavorano per mettere in sicurezza la centrale atomica danneggiata, ma pare che anche i circuiti dei robots non possano operare se attraversati da un certa quantità limite di particelle ionizzanti. Per misurare le radiazioni ci si avvale di varie scale a seconda del tipo di utilizzo e delle quantità da valutare, ad esempio Becquerel per gli "incidenti" nucleari, e per quanto riguarda quelle che possono arrecare danno alle cellule degli organismi è stato scelto il Sievert e sottomultipli. Fare una radiografia espone l'organismo ad un milliSievert ed una scintigrafia fino a venti milliSieverts (a seconda anche dell'apparecchio utilizzato), ed alcuni suggeriscono di evitare di fare troppe Tac e scintigrafie.
Le autorità giapponesi hanno presentato un piano in varie fasi per ridurre la radioattività e mettere in sicurezza la centrale atomica di Fukushima che prevede in sei-nove mesi anche lo spegnimento a freddo dei reattori, la rimozione delle barre di combustibile ed il posizionamento di appositi teli sugli impianti per contenere le radiazioni e poi la costruzione di un sarcofago di cemento su ogni reattore danneggiato. Ad una parte dei cittadini evacuati dalle zone contaminate sarà consentito di rientrare nelle proprie abitazioni grazie a provvedimenti per il contenimento dalle radiazioni sul suolo e nell'aria ed anche in mare vicino alla centrale si cercherà di assorbire ad esempio il cesio radioattivo. La popolazione che ha manifestato ripetutamente contro le installazioni nucleari appare nel complesso abbastanza scettica sulle dichiarazioni delle autorità e su come è stata gestita l'emergenza (vista anche la mancanza di informazioni attendibili).
Uno degli strumenti più noti per misurare le radiazioni e le particelle ionizzanti è il contatore Geiger-Müller a scintillazione che utilizza un cilindro metallico che contiene un gas rarefatto ed un filo conduttore teso vicino in modo poi da stabilire una differenza di potenziale quasi al limite necessario a stabilire una scarica; quindi basterà che una particella ionizzante carica colpisca lo strumento per fare scaturire la scarica, che sarà opportunamente amplificata e conteggiata acusticamente e visivamente. Hans Geiger (1882 - 1945) fisico tedesco assistente di Rutherford a Cambridge fu uno dei ricercatori che studiò la traiettoria e la carica delle particelle alfa nel laboratorio Cavendish, utilizzando dei sottili strati metallici per verificare la differente penetrazione delle radiazioni ed in questo modo consentendo successivamente a E. Rutherford nel 1911 di mettere a punto il modello atomico di tipo planetario.
Uno dei primi scienziati che si occupò di fare ricerche sul fenomeno della radioattività, a quei tempi appena scoperto, fu Ernest Rutherford (Nelson 1871 - 1937 Cambridge) che riuscì a scoprire che il processo radioattivo era provocato principalmente dall'emanazione di particelle ionizzanti derivanti da atomi che hanno questo tipo di caratteristica e quindi ogni processo di ionizzazione provoca la trasformazione dell'atomo. Gli studi di Rutherford e dei suoi collaboratori nel famoso laboratorio Cavendish giunsero ad individuare che la struttura dell'atomo dovesse essere di tipo planetario e quindi con un nucleo centrale in uno spazio ridottissimo di carica positiva mentre intorno gravitavano a grande distanza (in rapporto alle dimensioni) elettroni di carica negativa, poi utilizzando in pratica il metodo di tipo "alchemico" escogitato da Marie Sklodowska Curie riuscì ad ottenere la trasformazione della materia scindendo gli atomi.
Dopo il disastro accaduto a Fukushima alcuni si interrogano se non vi siano nel globo altre centrali atomiche altrettanto obsolete come quella giapponese, considerando anche le stesse condizioni di pericolo con la possibilità di eventuali eventi sismici, maremoti o altre condizioni sfavorevoli che possano favorire incidenti che finiscono per causare un danno prolungato all'ambiente e a tutto l'ecosistema. Gli stessi apparati di un impianto nucleare si usurano piuttosto velocemente (comprese le strutture in cemento) rispetto ad altre condizioni di utilizzo e le vecchie centrali non erano progettate per una facile sostituzione delle varie parti usurate o danneggiate; poi sembra che a Fukushima gli impianti secondari di emergenza siano entrati in avaria a causa dello tsunami, mentre le moderne progettazioni prevedono sistemi automatici con ad esempio vasche piene d'acqua posizionate direttamente sopra i reattori.
Proseguono le scosse di assestamento in Giappone proprio nella zona della centrale atomica danneggiata, ma senza causare ulteriori danni o sospensione degli interventi dei tecnici; inoltre, le autorità hanno comunicato che le radiazioni rilasciate dall'impianto nucleare stanno lentamente calando e che l'incidente almeno per quanto riguarda il livello di radiazioni e della loro quantità complessiva sarebbe meno grave di Chernobyl. La decisione di classificare l'incidente come "disastro atomico" sarebbe derivata dalla circostanza che le radiazioni si sono con il tempo largamente disperse nell'oceano, nell'aria, nei vegetali e nell'acqua potabile, ma la preoccupazione maggiore deriva per la possibile contaminazione della catena alimentare considerando che alcuni elementi hanno un tempo di decadimento della loro carica insalubre di decenni ed anche i cosiddetti "rottami" radioattivi permangono lungamente nell'ambiente.
Continuano le forti scosse di assestamento in Giappone senza causare danni importanti a parte la sospensione temporanea dei servizi di trasporto, ma pare vi sia stata una fuga radioattiva dalla centrale atomica di Fukushima ed ormai l'incidente nucleare è stato classificato ufficialmente allo stesso livello di Chernobyl, sette su una scala di sette e quindi della massima gravità ed anche la zona di evacuazione è stata aumentata. I tecnici che hanno spento l'ennesimo incendio ad un reattore sono costretti ad operare con un impianto nucleare obsoleto e gravemente danneggiato dalle esplosioni e dall'acqua di mare utilizzata per gestire l'emergenza (alcuni sostengono che la situazione è peggiore di quella di Chernobyl). Per riuscire a mettere in sicurezza gli impianti contaminati probabilmente saranno necessari diversi anni ed anche la soluzione del sarcofago difficilmente potrà essere realizzata in tempi brevi.
Ridotto il rischio di fughe radioattive in Giappone
Un mese dopo il disastroso maremoto che ha sconvolto il Giappone con un bilancio di ventisettemilaseicento vittime (di cui molti anziani che non sono riusciti a mettersi in salvo), considerando l'improbabilità di trovare in vita ancora qualche disperso, le autorità hanno dichiarato che il rischio di fughe radioattive da una centrale atomica danneggiata si sarebbe considerevolmente ridotto anche se non mancano le difficoltà per evitare di riversare in mare altra acqua radioattiva utilizzata per raffreddare i reattori. I tecnici che lavorano per mettere in sicurezza l'impianto nucleare hanno utilizzato iniezioni di azoto per evitare eventuali esplosioni di idrogeno che si forma quando il livello di acqua di raffreddamento delle barre di combustibile è troppo basso. Secondo alcuni l'utilizzo prolungato di acqua di mare nei reattori potrebbe causare un indebolimento delle loro strutture e sarebbero necessarie opportune riparazioni.
La tecnologia utilizzata per gli studi di fisica nucleare hanno richiesto decenni di sperimentazioni fino a giungere nel dicembre del 1942 alla realizzazione della pila ad uranio e grafite di E. Fermi (1901-1954), considerato il primo reattore nucleare messo a punto dall'uomo, e pare che per i complessi calcoli sia stato anche utilizzato uno dei primi computer elettronici chiamato successivamente scherzosamente "maniac", ma capace di prestazioni impensabili per l'epoca. Le ricerche sull'atomo in pratica sono state possibili grazie alle scoperte di Marie Sklodowska Curie (1867-1934) e descritte nel suo "Trattato di radioattività", in cui è spiegato il procedimento di esporre all'azione dei neutroni dei minerali radioattivi fino a raggiungere una specie di trasformazione della materia (roba da alchimisti); quindi si potrebbe dire da certi punti di vista, nel complesso un uso decisamente poco salutare della tecnologia.
La forte scossa di assestamento di magnitudo quantificabile fra 7.1 e 7.4 della scala Richter che ha colpito la parte nord-orientale del Giappone avrebbe causato quattro vittime, un centinaio di feriti ed una perdita di acqua dalla centrale atomica di Onagawa, ma pare senza pericolo per quanto riguarda l'aumento di radiazioni all'esterno dell'impianto nucleare. I tecnici che lavoravano a per mettere in sicurezza la centrale danneggiata di Fukushima (si valuta anche se costruire un sistema di raffreddamento esterno ai reattori) hanno sospeso temporaneamente i lavori a causa dell'allarme tsunami, poi rientrato, dal momento che il sisma era stato rilevato in mare a cinquanta chilometri di profondità al largo delle coste della prefettura di Miyagi. Geologi europei hanno comunicato che anche nel Mediterraneo sarebbe necessario installare un sistema automatico di allarme in caso di maremoto per zone considerate piuttosto sismiche.
Le radiazioni possono essere utilizzate a scopo terapeutico mediante radioterapia per favorire la cura di tumori ed anche per alcune malattie della pelle (ad esempio curieterapia), ma possono anche essere molto dannose per l'organismo e la stessa Marie Sklodowska Curie che fece prolungate ricerche sulla radioattività morì di leucemia probabilmente per essersi esposta eccessivamente alle radiazioni che si sprigionavano da elementi come uranio, polonio e radio. I coniugi Pierre e Marie Curie sono noti per gli studi sulla radioattività e in particolare Marie in condizioni di disagio esaminando le proprietà della pechblenda e della calcolite scoprì nel 1898 che questi minerali erano molto più attivi dell'uranio, fino a riuscire ad estrarre il polonio (dal nome del paese di origine della Marie Curie) e dopo ulteriori estenuanti tentativi il radio, definito "spontaneamente luminoso, azzurro brillante" (non conoscendo la pericolosità dell'elemento).
Chiusa una falla di un reattore nucleare giapponese
I tecnici che lavorano per mettere in sicurezza una centrale atomica giapponese sarebbero riusciti prima a rallentare e poi fermare del tutto la fuoriuscita di acqua altamente radioattiva da un recipiente di contenimento di un reattore iniettando una soluzione di tipo vetrificato ed indurenti chimici nella falla di circa venti centimetri; inoltre, stanno procedendo a verificare che non vi siano altre perdite. Vari paesi hanno previsto controlli sugli alimenti importati dal Giappone modificando in qualche caso i limiti di radioattività consentita, mentre del pesce contaminato con cesio radioattivo oltre i limiti legali era stato pescato in una zona di mare a sud dell'impianto nucleare danneggiato ed i pescatori hanno segnalato il crollo del prezzo del pescato di oltre il sessanta percento. L'India sarebbe il primo paese ad aver stabilito un divieto di importazione per tre mesi di alcuni alimenti provenienti da tutto il Giappone.
Continuano i lavori in Giappone per cercare di mettere in sicurezza una centrale nucleare danneggiata, dove i tecnici si sono visti costretti a riversare in mare circa undicimilacinquecento tonnellate di acqua contaminata con iodio¹³¹ radioattivo un centinaio di volte sopra la soglia di sicurezza, mentre le autorità hanno annunciato indennizzi per la popolazione e gli agricoltori della zona. Nelle operazioni di raffreddamento dei reattori danneggiati è necessario rifornirli continuamente di grandi quantità di acqua che finisce per accumularsi nel basamento e quindi risulta moderatamente radioattiva e non troppo pericolosa per la salute a differenza di quella che esce pare da una piccola fessura di un recipiente di contenimento in cemento ed acciaio (che risulterebbe difficile riparare). L'ottanta percento circa delle oltre dodicimila vittime (non contando i dispersi) del maremoto sarebbero state riconosciute e le salme restituite ai familiari.
Dopo le difficoltà trovate per riparare una falla che riversa acqua radioattiva nell'Oceano Pacifico venuta a contatto con un reattore di una centrale atomica giapponese danneggiata, le autorità hanno dichiarato che sarà necessario un lungo periodo di tempo (mesi) per mettere in sicurezza l'impianto nucleare e decontaminare tutta l'area che ha assorbito radiazioni e la soluzione del problema non può essere "dietro l'angolo". Le misurazioni strumentali al di fuori dell'anello di circa trenta chilometri considerato di attenzione per la salute della popolazione sarebbero al di sopra dei limiti di sicurezza, anche se la zona di evacuazione era stata stabilita a venti chilometri, ma la preoccupazione principale rimane la contaminazione del mare e della catena alimentare dal momento che l'acqua che circola all'interno del recipiente di contenimento del nocciolo può trasmettere la radioattività ad esempio ad elementi ferrosi.
Le ricerche sul campo della radioattività sono state una conseguenza della scoperta dei raggi X e delle teorie sulla luce e le onde elettromagnetiche di Maxwell ed Hertz; infatti, per approfondire questi studi J.H. Poincaré (1854-1912) consigliò al fisico Henri Becquerel (Parigi 1852 - Le Croisic 1908) di verificare se ci potesse essere un legame fra raggi X e fosforescenza-fluorescenza. Quest'ultimo utilizzando dei sali di uranio scoprì nel 1896 il fenomeno della radioattività esponendo i raggi emessi dall'uranio all'azione del campo magnetico di una elettrocalamita; inoltre, scoprì che questi raggi impressionavano la lastra fotografica e per questo motivo sono stati chiamati appunto "raggi Becquerel". Studiando la proprietà delle radiazioni sperimentò che alcuni tipi erano fermate da un foglio di alluminio, mentre altre erano più penetranti e grazie ad ulteriori ricerche si scoprì che di trattava dei cosiddetti raggi catodici.
Molte delle vittime del violento terremoto e successivo tsunami che hanno sconvolto il Giappone devono ancora essere recuperate e squadre di soldati stanno procedendo alla ricerca dei dispersi, ma a quanto pare è esclusa la zona contaminata dall'incidente alla centrale atomica che ancora preoccupa per le difficoltà della sua messa in sicurezza, dal momento che le salme hanno assorbito forti dosi di radiazioni e non possono nemmeno essere cremate. I terremoti sono fenomeni naturali che causano modificazioni dello stato di equilibrio della crosta terrestre, quindi secondo i geofisici bisognerebbe monitorare l'eventuale attività dei vulcani giapponesi anche se non necessariamente può esserci un rapporto diretto. Nel frattempo sembra che il governo giapponese prenderà il controllo della situazione, mentre alcuni parlano di aumentare l'area di evacuazione dalla centrale nucleare gravemente danneggiata.
I pescatori giapponesi che operano vicino all'impianto nucleare ancora fuori controllo lamentano un calo delle vendite del pescato perdendo in questo modo i mezzi di sostentamento necessari anche per la ricostruzione delle loro case dopo lo tsunami che ha provocato oltre undicimila vittime e danni incalcolabili, considerando che turismo, ristorazione ed esportazione di merci risultano piuttosto penalizzate. Dei robot progettati per operare in situazioni di contaminazione ambientale dovrebbero provare ad effettuare la dismissione dei reattori (ma le temperature all'interno delle loro strutture sono ancore elevate) prima di procedere alla costruzione di un sarcofago per contenere le radiazioni che nel mare abbastanza vicino alla centrale atomica sarebbero oltre quattromila volte sopra la norma. Analisi sul pesce pescato al di fuori dall'area di divieto non avrebbero evidenziato tracce radioattive potenzialmente pericolose per la salute.
Delle tracce radioattive non pericolose per la salute provenienti da una centrale atomica giapponese sarebbero state misurate su alcuni terreni anche in Italia (dosi minime), ma nel frattempo sembra che sia nata una discussione fra le regioni confinanti con la Francia riguardo la sicurezza di impianti nucleari non distanti dall'Italia nel caso di un evento sismico importante. La tragedia giapponese ha dimostrato che anche in un paese abituato a convivere con terremoti e tsunami non è facile adottare misure di sicurezza realmente efficaci; intanto, il tasso di "radioattività" (termine coniato da Marie Sklodowska Curie 1867 Varsavia - 1934 Parigi) misurato nelle zone già contaminate continua a salire e in particolar modo in mare a causa pare di un'infiltrazione d'acqua dal seminterrato di un reattore allagato con acqua fortemente radioattiva venuta a contatto con il nocciolo parzialmente danneggiato.
La notizia che nelle vicinanze di un reattore atomico giapponese sono state ritrovate tracce di plutonio, anche se le autorità comunicano che non sono pericolose per la salute, pone l'interrogativo su quale sia il punto limite a cui la ricerca si possa spingere; infatti, il plutonio è un elemento artificiale fortemente radioattivo ottenuto in laboratorio da Seaborg e Segrè nel 1939-41 sottoponendo un isotopo dell'uranio all'azione dei deuteroni accelerati, e se particelle di questa specie di metallo vengono inalate tendono a fissarsi nell'organismo e quindi con il passare degli anni sono potenzialmente cancerogene. La causa della contaminazione ambientale della centrale nucleare giapponese all'esterno dei contenitori dei reattori non è ben chiara e potrebbe essere stata causata da vapori radioattivi condensati, comunque la massima vigilanza è stata prevista per una situazione che forse sfugge un po' dal controllo.
La mancanza di raffreddamento esterno con acqua dell'impianto nucleare Fukushima Daiichi a causa dell'allontanamento del personale per un'improvvisa forte fuga radioattiva pare abbia provocato la parziale fusione di un reattore, evento tecnico infausto per una centrale nucleare per l'effetto tipo "magma fuso" del combustibile atomico all'interno del nocciolo, con la conseguenza che la struttura d'acciaio possa cedere e le radiazioni siano libere di propagarsi nell'ambiente (nel caso sia danneggiato anche l'involucro esterno di cemento ed acciaio). Le autorità giapponesi comunicano dati altalenanti sempre molto alti di radioattività, che sarebbe stata circa centomila volte superiore al normale, probabilmente con picchi momentanei di mille millisievert di radiazioni (poi ridimensionati), ma che comunque preoccupano per il pericolo a lungo termine sulla salute umana per eventuali tumori e leucemie nella popolazione esposta.
La radioattività misurata in mare a qualche centinaio di metri dalla centrale nucleare Fukushima Daiichi di iodio¹³¹ sarebbe oltre milleottocento volte sopra i limiti di sicurezza e quindi con conseguenti danni per fauna e flora marina senza considerare tutta la filiera alimentare collegata a questo ciclo naturale; inoltre, le radiazioni che si sprigionano da uno dei reattori danneggiati sarebbero diecimila volte oltre i limiti. Secondo i tecnici che stanno monitorando la situazione dal punto di vista della sicurezza sulla salute umana mentre lo iodio radioattivo decade abbastanza velocemente (circa otto giorni) il radiocesio impiegherebbe circa trenta anni a dimezzare la sua carica insalubre e le dosi rilevate sarebbero oltre ottanta volte sopra i limiti legali. I cittadini giapponesi particolarmente nella metropoli di Tokyo hanno difficoltà a reperire acqua e generi alimentari mentre le vittime del maremoto sono oltre diecimila.
Quando si discute di energia atomica tornano nella memoria gli esperimenti dei cosiddetti ragazzi di via Panisperna a Roma, un gruppo di studenti fra cui Enrico Fermi, Edoardo Amaldi.. guidati dal "politico-fisico" Mario Orso Corbino che si impegnò a partire dal 1918 circa per lo sviluppo della fisica nucleare italiana fino a raggiungere dei risultati che finirono per influenzare tutte le ricerche successive. Già a quel tempo grandi interessi economici puntavano allo sfruttamento dell'energia atomica che non aveva ancora svelato in pieno tutta la pericolosità che questo tipo di tecnologia nascondeva, e fu a causa della seconda guerra mondiale che la ricerca nel settore ebbe un impulso decisivo con la decisione di Albert Einstein di dare il suo contributo per costruire un ordigno atomico, poi quelle stesse ricerche in pratica furono utilizzate per mettere a punto le centrali nucleari per la produzione di energia elettrica.
Continuano i controlli su alimenti vegetali provenienti dai terreni vicini alla centrale elettrica Fukushima Daiichi e mentre a Taiwan le autorità hanno deciso di vietare l'importazione da cinque prefetture in Giappone si estende a trenta chilometri la zona intorno all'impianto nucleare da cui la popolazione è invitata ad allontanarsi, una misura adottata per prudenza più che per sicurezza, ma intanto si valuta se alzare il livello di gravità dell'incidente a sei su una scala di sette mentre pompe speciali ed acqua dolce sono stati forniti da aiuti internazionali. In genere i vegetali che risultano essere più contaminati nel caso di incidente nucleare sono i cereali; infatti, i radionuclidi trasportati a grandi distanze dal vento o fenomeni meteorologici e successive precipitazioni tenderebbero ad annidarsi nelle loro spighe (come verificato nel caso di Chernobyl) e il radiostronzio è considerato più pericoloso dello iodio radioattivo.
Secondo alcune rilevazioni strumentali la nube radioattiva formatasi a causa dei vapori contaminati sfuggiti dai reattori della centrale Fukushima Daiichi (entrata in funzione nel 1971) starebbe per passare anche sull'Italia, ma a quanto pare molto diluita e quindi non pericolosa per la salute ed anzi si parla di correnti d'aria con una radioattività difficilmente misurabile anche se la situazione in Giappone preoccupa ancora e gli operai (alcuni ricoverati per controlli) non sarebbero ancora riusciti a mettere in sicurezza tutte le strutture dell'impianto nucleare. Intanto per molte centrali nel globo si prevedono dei cosiddetti "stress test" per verificare le misure di sicurezza, operazioni che nel caso dell'energia atomica possono essere rischiose ed anche a Chernobyl (entrata in funzione nel 1977) l'incidente ufficialmente si verificò nel 1986 per una simulazione di black-out elettrico con conseguente aumento di pressione ed esplosione del reattore.
L'approvvigionamento energetico è uno dei problemi più scottanti delle società industriali ed il costo dell'energia può fare la differenza nell'efficienza di un sistema produttivo; poi quasi inutile dire che le scelte di molti paesi sono collegate a quelle energetiche, decisioni che influenzano la vita di milioni di persone e dell'ambiente in cui vivono. L'energia è stata spesso sprecata considerando che nelle società moderne sarebbe possibile risparmiare sul consumo con dispositivi tecnologici ed anche con semplici progettazioni impostate sulla salvaguardia dell'ambiente, ad esempio per quanto riguarda il riscaldamento di locali vari, con una buona coibentazione è possibile evitare gli sprechi, poi i mezzi di trasporto sono dotati di motori che non utilizzano nuove tecnologie (come la combustione interna mista e quella stratificata) e le centrali di produzione di energia non sono "a misura umana" e presentano rischi anche per le altre creature incolpevoli.
Fumo grigiastro continuerebbe ad uscire dai reattori della centrale nucleare di Fukushima anche se i tecnici avrebbero ripristinato l'alimentazione elettrica a quasi tutti gli impianti di raffreddamento, ma pare aumenti il livello di contaminazione del mare e degli alimenti, senza considerare il foraggio per gli animali che ad esempio era stato arricchito di bentonite al tempo dell'incidente di Chernobyl grazie alla capacità di questa argilla di "diluire" il livello di cesio radioattivo. Secondo le autorità giapponesi alcuni alimenti contaminati potrebbero già essere in vendita sul mercato interno (principalmente verdure a foglia larga) previsti anche degli indennizzi per gli agricoltori che non potranno vendere il raccolto mentre continua il difficile compito di portare soccorso alle persone colpite dal violento maremoto che ha provocato oltre ottomilaottocento vittime, dodicimilaseicento dispersi oltre a danni incalcolabili.
L'esposizione alle radiazioni può causare leucemie, tumori in vari organi e soprattutto alla tiroide, poi a seconda della quantità in millisievert assorbite anche danni al DNA più pericolose per individui di giovane età che potrebbero effettuare una buona prevenzione assumendo pillole di iodio stabile entro circa dodici ore dall'esposizione, la prova è stata effettuata in Polonia al tempo del disastro di Chernobyl nel 1986 grazie alla somministrazione dell'antidoto ai bambini facendo poi il confronto con Ucraina, Russia e Bielorussia (anche se le condizioni ad esempio per la centrale Fukushima Daiichi sono molto diverse e in Cina le autorità sconsigliano di fare provviste di sale iodato). I tecnici giapponesi hanno annunciato la dismissione e lo smantellamento dell'impianto nucleare che ancora preoccupa tutto il globo e sembra che i costi di "rottamazione" siano generalmente superiori a quelli di costruzione per una centrale atomica.
Controlli sui prodotti alimentari provenienti dalla zona della centrale atomica di Fukushima Daiichi hanno verificato una contaminazione radioattiva consistente (soprattutto spinaci, latte ed acqua) ed anche a Tokyo che dista circa duecentoquaranta chilometri da Fukushima è stata riscontrata la presenza di tracce di iodio¹³¹ in campioni di acqua potabile e alla popolazione già da qualche giorno sono state distribuite pillole di iodio stabile che consentono una certa prevenzione. I tecnici che lavorano nella centrale atomica danneggiata esponendosi ad alti livelli di radiazioni sono riusciti ad inondare d'acqua i reattori e a ripristinare l'elettricità per il raffreddamento di alcuni impianti, ma sembra trovino difficoltà proprio nei reattori con involucri che non consentono più una tenuta sufficiente della radioattività, anche se continuano i tentativi per limitare i danni mentre montano le polemiche sul ritardo iniziale di intervento.
Per proteggere l'ambiente e la popolazione dalle radiazioni avanza l'ipotesi di seppellire l'impianto nucleare di Fukushima Daiichi sotto un sarcofago di cemento armato come a Chernobyl dal momento che gli involucri di almeno due reattori sembrerebbero danneggiati, di cui uno alimentato con speciali barre "MOX con plutonio" molto radioattive e con tempo di decadimento di migliaia di anni. Nel frattempo si continua a lottare contro la centrale atomica fuori controllo cercando di ripristinare l'energia elettrica che consente il raffreddamento dei reattori e a questo scopo è stata allestita un'apposita linea elettrica dopo che i precedenti tentativi erano stati ostacolati dalle forti radiazioni, che le stesse autorità giapponesi hanno dichiarato dannose per la salute (ed in grado di provocare tumori nei prossimi anni agli individui esposti), mentre intanto il bilancio delle vittime del maremoto è salito ufficialmente ad oltre seimilacinquecento individui.
Studi effettuati negli anni '80 avevano evidenziato come fosse possibile costruire impianti atomici molto più sicuri, ammesso che l'energia nucleare possa essere considerata sicura, grazie a centrali medio-piccole dotate di raffreddamento in circuito chiuso senza l'utilizzo di pompe e chiusi in ambienti concentrici di protezione in cemento precompresso che comunque consentivano di accedere per la manutenzione. La caratteristica principale di questi impianti più sicuri era una limitazione alla potenza erogata dal reattore e agli impianti di emergenza (passivi) che entravano in funzione anche senza l'intervento umano in modo meccanico, poi la ricerca era stata orientata verso la cosiddetta "fusione fredda" che sembrava essere molto promettente; ma inspiegabilmente i progetti non sono stati sviluppati nonostante sia stato dimostrato che è possibile replicare i procedimenti chimici di base che consentono queste reazioni più sicure.
L'incidente alla centrale atomica di Fukushima pone degli interrogativi su come sia possibile che le barre di combustibile esausto molto radioattive nella prima fase fossero stoccate apparentemente senza protezioni speciali in una vasca priva di uno spesso involucro di acciaio e quindi con un alto rischio di contaminazione per l'ambiente. La tecnologia utilizzata per l'impianto è in pratica obsoleta e paradossalmente proprio la mancanza di energia elettrica non consente di attivare le pompe di raffreddamento (anche se si tenta di riattivarle) e quindi i tecnici esponendosi a fortissime radiazioni sparano acqua con vari mezzi sui reattori danneggiati, ma il livello di radiazioni non sembra diminuire. Si attende l'arrivo di robot teleguidati e pompe speciali per cercare di evitare un disastro di proporzioni che alcuni definiscono potenzialmente superiori a quelle di Chernobyl, in una rischiosa lotta contro il tempo e la natura.
A causa della fuoriuscita di materiale radioattivo da fessure nel contenitore esterno in cemento e acciao del nocciolo del reattore numero due (e probabilmente anche dagli altri) della centrale atomica di Fukushima è possibile che vi sia pericolo per la salute della popolazione e conseguente contaminazione degli alimenti su cui ricadono goccioline di vapore trasportato dal vento o dalla pioggia. Le autorità internazionali hanno dichiarato che l'incidente è più grave del dichiarato e quindi sei su una scala di sette ed ormai anche in Giappone ammettono che il livello di radiazioni in alcune zone è abbastanza alto, con un leggero calo nella centrale che pare consenta ad una piccola squadra di emergenza di continuare a pompare acqua di mare sui reattori. Intanto il bilancio delle vittime del forte maremoto supera i quattromilatrecento individui anche se il numero dei dispersi rimane davvero molto elevato (quasi ventimila).
La situazione sanitaria in Giappone è piuttosto precaria per le difficoltà dei soccorritori a muoversi in un territorio devastato e sconvolto, ma cresce anche il pericolo che si sprigioni una nube radioattiva dal reattore numero due della centrale atomica di Fukushima a causa della prolungata assenza di raffreddamento alle barre di combustibile che potrebbero essersi fuse come magma incandescente con il rischio che possano danneggiare il nocciolo, considerando che ci è stata anche un'esplosione che ha costretto ad evacuare parte del personale ed ad estendere la zona di sicurezza intorno alla centrale. Le autorità giapponesi, che hanno chiesto aiuti internazionali, controllano gli individui venuti a contatto con le radiazioni (nei casi più semplici pare si utilizzino forti docce e pillole di iodio) anche se per il momento non sembra che ci sia un cosiddetto "pericolo Chernobyl", con dichiarazioni nel complesso piuttosto contraddittorie.
Dopo l'esplosione dell'involucro di un altro reattore dell'impianto nucleare di Fukushima le autorità hanno dichiarato che il nocciolo del reattore non è stato danneggiato, ma nel frattempo sembra cresca il livello di radiazioni rilasciate nell'atmosfera che potrebbero raggiungere i grandi centri abitati a seconda dell'azione dei venti e delle precipitazioni. Qualche polemica anche sull'efficienza della prevenzione dal momento che la popolazione avrebbe avuto solo pochi minuti di preavviso per mettersi in salvo dall'onda di tsunami nonostante siano presenti impianti automatici di allarme, poi per la mancanza di elettricità molti cittadini non hanno potuto avere informazioni utili o chiedere soccorso in una situazione di devastazione e freddo. Secondo alcuni le barre di combustibile atomico utilizzate a Fukushima sarebbero di un "mix arricchito" che rilascia vapore piuttosto radioattivo se rilasciato nell'ambiente (con allerta anche per altre centrali).
L'evento sismico che ha colpito il Giappone di intensità davvero intensa quantificabile di magnitudo fra 8.8 e 9.0 sulla scala Richter ha sconvolto un paese abituato a convivere con i movimenti tellurici (ma evidentemente non di questa intensità) e tra le altre emergenze non cessa l'allarme radioattivo alla centrale atomica di Fukushima con i tecnici impegnati a controllare pressione e temperature utilizzando acqua di mare in un altro reattore dell'impianto di non recente progettazione dopo i notevoli problemi avuti al reattore uno con esplosione dell'involucro e fuga di una nube non molto radioattiva verso l'Oceano Pacifico. Non si esclude ancora il pericolo di possibile fusione nei due reattori con impianto di raffreddamento rotto, mentre si fa il conto provvisorio delle vittime (ufficialmente milleseicento, stimati oltre diecimila) del violento terremoto o più propriamente maremoto che ha letteralmente spazzato via intere comunità di individui.
Le radiazioni nell'impianto numero uno della centrale nucleare di Fukushima avrebbero raggiunto dei livelli insolitamente alti a causa della rottura dell'impianto di raffreddamento in seguito al violento "terremoto" di magnitudo 8.9 localizzato in mare a circa 140 Km dalla costa che ha colpito il Giappone, e la popolazione (oltre centoquarantamila individui) è stata fatta evacuare da un'area di venti chilometri dall'impianto atomico non proprio recentissimo come tecnologia. Nonostante il Giappone sia dotato di costruzioni antisismiche che hanno retto molto bene alle forte scossa iniziale ed alle intense repliche di magnitudo maggiore a 6 i danni sono stati lo stesso notevoli e causati principalmente dalle alte onde di tsunami e si contano oltre mille vittime e moltissimi dispersi e feriti; ma è alta anche la preoccupazione per la fuga controllata di cesio radioattivo per raffreddare il nocciolo surriscaldato della centrale di Fukushima.
Un forte terremoto stimato di magnitudo da 7.9 a 8.9 sulla scala Richter localizzato in mare nella zona nord-orientale del Giappone ha scosso violentemente gli edifici di Tokyo causando il panico nella popolazione che si è riversata nelle strade con incendi ed auto in alcune zone travolte dalle acque e c'é anche un allarme tsunami nelle Filippine, Taiwan, Russia.. (con onde alte dieci? metri), le scosse hanno cominciato ad interessare il nord-est del paese già qualche giorno fa e gli strumenti in quella occasione avevano registrato nell'isola di Honshu l'epicentro a circa dieci chilometri di profondità con spostamenti tellurici che avevano provocato un terremoto di magnitudo 7.3 e conseguenti piccole onde di tsunami alte poco più di cinquanta centimetri. Secondo alcuni ricercatori è possibile monitorare con i satelliti micro spostamenti della terra che possano essere predittivi di eventuali terremoti, ma senza poter determinare il giorno esatto dell'evento.