![]() |
![]() |
Gestione difficoltosa dell'impianto di Fukushima A tre anni di distanza dal grave incidente nucleare all'impianto atomico di Fukushima Daiichi che continua a rilasciare radionuclidi nell'ambiente ancora si parla di perdite di acqua radioattiva in mare dai reattori fessurati che secondo le dichiarazioni delle autorità che gestiscono le operazioni di messa in sicurezza della centrale dovrebbero essere fermate entro il prossimo anno da una specie di muro di ghiaccio sotto terra, considerando che la perdita è una delle peggiori da quando nell'estate scorsa circa trecento tonnellate di acqua radioattiva erano fuoriuscite da uno dei grandi contenitori di decommissionamento. In febbraio si era verificato un altro incidente a causa di un errore del personale che aveva aperto per sbaglio una valvola di un serbatoio riversando nel terreno circa cento tonnellate di acqua radioattiva misurata a duecentotrenta milioni di becquerels per litro (la soglia di sicurezza è dieci becquerels) senza che abbiano raggiunto il mare. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 11/03/2014 ![]() ![]() Accumulo di materiale nucleare in Giappone Nonostante vi siano norme contro la proliferazione e il possesso di materiale nucleare il Giappone a quanto pare possiede quantità non giustificabili di uranio arricchito e plutonio non destinato ad uso civile, il cui stoccaggio in un paese sismicamente attivo può costituire un pericolo sia per la popolazione locale sia a livello globale, come è successo a causa dell'incidente atomico alla centrale di Fukushima uno dei più gravi disastri ambientali mai accaduti [..con nuove perdite di acqua radioattiva questa volta senza che abbia raggiunto il mare]. Spostando l'attenzione ad altri scenari ma mantenendosi su argomenti poco pacifisti da ricordare che sono passati cento anni dall'inizio della prima guerra mondiale e spesso si è costretti ad assistere come nel caso della Siria e recentemente in Ucraina (dove forse si sta aprendo uno spiraglio di tregua) a scenari di violenza e di sofferenza per la popolazione che non possono essere in alcun modo giustificati. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 20/02/2014 n°: 2450 ![]() Rilascio controllato di acqua radioattiva a Fukushima Autorità internazionali che per una decina di giorni hanno assistito alle operazioni di decommissionamento della centrale atomica danneggiata di Fukushima hanno suggerito ai gestori dell'impianto di effettuare un rilascio controllato di acqua radioattiva in mare, che a quanto pare è un'operazione regolare ed effettuata in altre centrali nucleari nel mondo, dal momento che la continua immissione nel circuito di raffreddamento dei tre reattori fusi di acqua che poi viene accumulata in grandi contenitori rende problematiche le successive operazioni di decontaminazione e reimmissione nel circuito. Per effettuare un intervento del genere bisognerà adottare delle appropriate misure di sicurezza ambientale per rispettare le regole previste in questi casi e avvantaggiarsi della minore quantità di acqua nel circuito di raffreddamento per cercare di giungere ad una stabilizzazione dei reattori che richiederà sempre tempi lunghi. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 06/12/2013 n°: 2386 ![]() Avvelenati lentamente da gente senza scrupoli Si potrebbe quasi tracciare un parallelo fra le storie di avvelenamento di uomini, territorio, natura e globali, dal momento che l'insieme visto con ottica ampia e senza pregiudizi è più semplice del singolo caso e quindi chi somministra la dose di veleno o sversa nel terreno rifiuti tossici, residui chimici e persino radioattivi condanna non solo la popolazione ad una fine miserevole ma anche gli animali, vegetali ed in seguito a catena tutto l'ambiente che è strettamente collegato come in una lunga filiera. Per quanto riguarda poi ad esempio la vicenda della cosiddetta "terra dei fuochi" in Campania si rischia di pagare due volte il prezzo dell'inquinamento sia a livello sanitario, sia per "finte" bonifiche che nessuno controllerà in quello che sembrerebbe un piano (di tipo industriale) pianificato dalle stesse autorità che governano il territorio che ben sapevano, visti i mezzi impiegati per eseguire scavi enormi, cosa stava accadendo nella zona. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 07/11/2013 n°: 2361 ![]() Vajont quasi tutti sapevano del pericolo A cinquanta anni esatti di distanza dalla tragedia del Vajont che vide gli abitati di Erto e Casso, Longarone e Castellavazzo spazzati via da un'ondata altissima di acqua causata da un'enorme frana caduta all'interno del bacino artificiale della diga ci si interroga su come sia stato possibile costruire un'opera così imponente in un luogo dove quasi tutti sapevano che era soggetto a frane tanto che in dialetto locale il monte Toc si traduce con "marcio", ma gli interessi economici hanno fatto dimenticare i rischi. Alcune testimonianze rivelano che forse fu una frana pilotata non andata a buon fine, calcolata da esperti a cui evidentemente non importava molto della vita delle millenovecentodieci persone morte nell'inondazione; infatti, sarebbe bastato evacuare per sicurezza quei luoghi, in compenso la diga a doppio arco che per quei tempi era la più alta del mondo con oltre duecentosessanta metri di altezza è rimasta praticamente intatta. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 09/10/2013 n°: 2336 ![]() Cause della strage di migranti in mare a Lampedusa Forse potrebbero essere anche stati i cambiamenti climatici che da tempo stanno provocando gravi carestie in Africa a spingere un gruppo di trecento persone provenienti da Somalia ed Eritrea ad imbarcarsi in Libia su un barcone che poi si è rovesciato nel tentativo di raggiungere l'isola di Lampedusa, poi bisogna considerare che ad esempio in Somalia le organizzazioni umanitarie un paio di mesi fa sono state costrette ad abbandonare il paese a causa delle violente tensioni sociali che non risparmiano nemmeno il personale intento alle cure dei malati. Per quanto riguarda il bilancio della strage in mare si parla di centoundici vittime, ma un centinaio di migranti sarebbero rimasti intrappolati nel barcone in fondo al mare che si è rovesciato secondo alcuni nel maldestro tentativo di alcuni migranti di sottrarsi all'identificazione o per un incendio causato da una coperta a cui è stato dato fuoco per farsi notare dai pescherecci in transito. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 04/10/2013 n°: 2332 ![]() Radiazioni da monitorare a Fukushima Ancora problemi all'impianto di decommissionamento della centrale danneggiata di Fukushima dal momento che i grandi contenitori di acqua di raffreddamento dei reattori mostrano in qualche caso dei segni di cedimento e lo stesso gestore ha comunicato un livello di radiazioni diciotto volte superiore a quello comunicato recentemente da strumenti che a quanto pare potevano misurare fino ad un massimo di cento millisieverts ogni ora, in una situazione difficile da monitorare dove i tecnici esposti ad alti livelli di radiazioni non riescono ad individuare le continue perdite che filtrano nel terreno e poi in mare. La perdita potrebbe essere stata causata dalla fessurazione di tubi di collegamento fra due dei circa trecentocinquanta contenitori costruiti con materiali economici e messi in tutta fretta vicino alla centrale nucleare per gestire l'emergenza con un tipo di montaggio provvisorio e quindi con poca tenuta alle sollecitazioni. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 02/09/2013 n°: 2304 ![]() Raffiche di colpi da elicotteri su civili in Egitto Sarebbero circa duecentoquaranta le vittime al Cairo falciate ieri da raffiche di colpi sparate da elicotteri a volo radente sulla folla di civili manifestanti per i diritti di base legati alla sopravvivenza, ed in pochi giorni sono oltre settecento le vittime rimaste al suolo colpite da carri armati e cecchini, che sparano anche ai parenti delle vittime che cercano di raccogliere i cadaveri per dare immediata sepoltura, dal momento che le condizioni climatiche a differenza di quanto accade in altri paesi non consentono che la salma rimanga all'aperto ed ora i manifestanti sono costretti ad utilizzare dei blocchi di ghiaccio per una conservazione temporanea. Non molto diversa la situazione negli ospedali dove in pratica non si può seppellire le vittime senza certificato di morte (concesso a condizioni inaccettabili) anche perché ogni funerale rischia di diventare il pretesto per nuovi scontri in quella che viene ormai definita una guerra civile difficilmente controllabile. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 17/08/2013 n°: 2291 ![]() Comunicati livelli radiazioni rilasciati a Fukushima Le denuncie sulla mancanza di trasparenza del gestore dell'impianto atomico danneggiato di Fukushima sui livelli di radiazioni rilasciate nell'ambiente hanno poi portato alla comunicazione dei dati relativi alle quantità di materiale altamente radioattivo finito in mare dalle perdite nei reattori, quantificabili dai venti ai quaranta trillioni di becquerels partendo dalla data dell'incidente nucleare nel marzo del 2011 ed in particolare relative al trizio. Si stanno valutando con dei test anche i livelli di stronzio cancerogeno rilasciate nell'Oceano Pacifico, mentre lo stesso gestore ha confermato che l'acqua radioattiva nel basamento ha superato una barriera di contenimento appositamente costruita per protezione ed è finita in mare, senza considerare che continuano le difficoltà per gestire le grandi quantità di acqua che ogni giorno vengono pompate per alimentare il processo di decommissionamento che avrebbe raggiunto i limiti di utilizzo. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 07/08/2013 n°: 2283 ![]() Bus senza controllo precipita da un viadotto Probabilmente a causa dello scoppio del pneumatico anteriore sinistro un bus di pellegrini domenica sera [28/07] è precipitato da un'altezza di una trentina di metri percorrendo un viadotto autostradale tra Monteforte Irpino e Baiano in provincia di Avellino causando trentotto vittime e nove feriti fra cui due bambini in gravi condizioni; pare che la velocità del veicolo fosse eccessiva in un tratto in discesa che richiedeva un deciso rallentamento con una lunga curva considerata pericolosa e dove si erano già verificati degli incidenti. Fra le cause dell'eccessiva velocità del pullman che ha pure travolto diverse auto si ipotizza anche un malore dell'autista o un malfunzionamento dell'impianto frenante; dal momento che sono rimaste lunghe tracce di contatto con il guardrail esterno forse per rallentare la corsa del bus prima che la barriera di protezione cedesse in un punto più fragile probabilmente più adatto per una strada normale piuttosto che ad un'autostrada. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 29/07/2013 n°: 2275 ![]() Sicurezza e salute N.B. L'autore non si assume alcuna responsabilità per il cattivo uso dei consigli proposti (tutti i diritti sono riservati) |
![]() |