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Estetica platonica e pitagorica La bellezza per la filosofia platonica è un avvicinarsi attraverso un processo ascensionale all'idea di bello in modo che l'arte rifletta quel suo splendore, intuibile solo dopo un lungo allenamento, ed evitando l'arte che cerca di imitare la realtà che essendo copia della copia dell'idea è solo apparenza e quindi ingannevole, moralmente dannosa, posta ad un livello inferiore di conoscenza perché allontana invece di avvicinare tanto che le concezioni moderne di estetica sembrerebbero ispirarsi a questa visione ideale che scorge una specie di splendore nella forma. In ultima analisi l'idea di bello è l'unica che possa essere intuita direttamente e conduce alla contemplazione delle verità ed alla reale formazione culturale. Per quanto riguarda la concezione estetica pitagorica si potrebbe dire che è simile ma più legata al numero, all'armonia matematica delle forme soprattutto nella natura la cui osservazione e studio avvicina all'Universale. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 01/01/2018 ![]() ![]() Modernità della filosofia platonico-pitagorica La filosofia basata sulla dialettica di tipo platonico-pitagorica è ancora moderna a duemilacinquecento anni di distanza; infatti, i concetti trattati non sono affatto cambiati e chi vuole dimostrarlo dovrà prima riuscire a confutare le varie argomentazioni sostenute con ragionamenti validi, comprensibili, senza usare i trucchi della retorica o altri stratagemmi che comunque non serviranno ad indebolire le potenzialità della maieutica (una tecnica di indagine fatta di brevi domande e risposte rivolte in tutte le direzioni fino a trovare il sentiero corretto). Non si tratta di un procedimento teatrale, uno spettacolo pensato per dare diletto, senza sofferenze o scelte difficili e ad esempio Pitagora probabilmente fu arso vivo quando a Crotone fu incendiata la sua scuola, Socrate accusato ingiustamente bevve senza timore la cicuta, Platone in pratica fu condannato a morte anche se poi la pena fu commutata in schiavitù ed in seguito riscattato. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 22/09/2016 n: 3257 ![]() Scritto platonico con termini pitagorici Un discorso scritto non è paragonabile per efficacia alla dialettica orale basata sulla maieutica socratica e sulla conoscenza; inoltre, secondo Platone (427 - 347 a.C.) non è mai stato scritto un discorso di grande pregio e serietà sia nel caso di versi ritmati, di prosa o nel caso degli scritti che mirano a persuadere in base a tutta una serie di stratagemmi, piuttosto che a insegnare. I migliori scritti dovrebbero aiutare la memoria di chi già conosce con argomentazioni che riguardano valori ideali come il Bello, il Giusto e che possano far realmente apprendere e quindi giungano a scrivere nell'anima con testi dotati di chiarezza, compiutezza e serietà. Per quanto riguarda chi scrive non dovrebbe essere chiamato sapiente, non adatto all'uomo che in pratica sa solo di non sapere, ma filosofo (termine coniato da Pitagora) accontentandosi di cercare di raggiungere il Vero senza potersi mai avvicinare e continuando sempre a cercare. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 20/11/2015 n: 3000 ![]() Risposta platonica alla malvagità A prima vista la condizione dell'uomo malvagio che guida delle comunità potrebbe sembrare invidiabile con la possibilità di poter dare ordini di qualsiasi genere ai molti servitori, commettere ingiustizie ed anche vantarsi del proprio comportamento poco etico, ma Platone (427 - 347 a.C.) risponde filosoficamente a questa diffusa mentalità popolare definendo l'uomo malvagio come il più infelice in assoluto; infatti, si avvia un circolo vizioso sempre più violento tanto da far diventare l'uomo ingiusto schiavo di se stesso, di ombre vane e dei vili piaceri dei sensi che lasciano alla fine solo dolore, poi anche i servitori e gli amici sono solo miserabili schiavi tremanti. Non è un vantaggio nemmeno la possibilità di rimanere impuniti commettendo ingiustizie o di far credere falsamente di essere buoni, dal momento che pagando una giusta pena si potrebbe risanare l'anima e quindi si rischia di rimanere malati e di conseguenza sempre più infelici e malvagi. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 01/01/2015 n: 2721 ![]() Sostanza platonica Un termine che si usa anche nel linguaggio comune ad esempio quando si dice che la parola è diversa ma la "sostanza" non è cambiata fa riferimento ad un preciso concetto filosofico individuato da Platone (427 - 347 a.C.) nell'ambito della dottrina delle idee; infatti, il mutamento riguarda delle qualità e non l'idea di base che resta immutabile e rappresenta la vera realtà a differenza di quella che appare, che è solo come un riflesso sbiadito dell'Idea e quindi dell'essenza o sostanza del molteplice. Bisogna comunque distinguere il riferimento ad una determinata situazione della vita comune e quindi finito, come una vicenda umana, dal riferimento all'ideale infinito; dal momento che non vi è rapporto fra finito ed infinito ed anzi sono proprio opposti ed è difficile dimostrare in una argomentazione dialettica un riferimento della vita reale a due concetti opposti perché si rischia di essere facilmente ironicamente confutati. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 01/01/2014 n: 2406 ![]() Calma e riflessività platonica Secondo l'opinione del filosofo Platone (427-347 a.C.) nelle disgrazie e nelle malattie è preferibile mantenere un atteggiamento calmo e riflessivo perché non porta nessun giovamento in questi casi agitarsi e sopportare con malanimo cose umane spesso imponderabili come suggerisce il buonsenso, poi ad esempio se si riceve un colpo non bisogna passare il tempo a gridare come fanno i fanciulli che si tengono con la mano la parte dolente, ma abituare l'animo a guarire al più presto il danno ricevuto e sostituire il piagnisteo con la medicina. La tendenza a farci ricordare le sofferenze è causata da una parte dell'anima molto emotiva che si potrebbe definire "irrazionale", mentre la parte migliore tende alla calma, alla riflessività ad affrontare razionalmente l'accaduto senza dare spettacolo, per questo i poeti preferiscono cercare di imitare con i loro scritti sentimenti sconvenienti magari esagerandoli trascurando la parte migliore dell'anima. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 13/09/2013 n: 2314 ![]() Suggerimenti platonici dall'iperuranio Fra le argomentazioni più suggestive e allo stesso tempo non proprio chiare sostenute dal filosofo Platone (427 - 347 a.C.) vi sono quelle che riguardano quel suggeritore di provenienza sconosciuta che proibisce con un segnale di avvertimento a Socrate di intraprendere alcune iniziative che potrebbero rivelarsi contrarie al ragionamento filosofico e all'idea di Bene; forse si tratta semplicemente della voce della coscienza o quella specie di impedimento che molti sentono nel loro intimo non appena un'azione viene percepita andare contro l'etica, ma più probabilmente si tratta proprio di segnali provenienti dal cosiddetto iperuranio. Quando Socrate parlò esplicitamente di questo suggeritore interiore, che però non consigliava e piuttosto proibiva (ad esempio di occuparsi dell'amministrazione della polis), gli avversari lo accusarono di voler proporre nuove divinità e fecero anche in modo per questo motivo di condannarlo per empietà. [..ora dicono che Platone conduce all'assolutismo e non è democratico]. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 29/05/2013 n: 2222 Etica platonica Secondo Platone non è etico per l'uomo giusto arrecare danno in nessun caso e questa considerazione la ricava con la tecnica dialettica sull'affermazione citata da Polemarco in un dialogo con Socrate che la giustizia consisterebbe nel restituire a ciascuno il dovuto, e quindi vantaggio agli amici e danno ai nemici; ma dopo aver analizzato la questione si giunge ad osservare che gli uomini se maltrattati diventano più ingiusti, pertanto anche in questo caso sarebbe meglio agire benevolmente. Proseguendo nel dialogo interviene con irruenza Trasimaco come un lupo famelico affermando (praticamente a pagamento) che il giusto non sarebbe altro che l'interesse del più forte, ma Socrate fa notare che il più forte può anche sbagliare poi se almeno cercasse di esercitare bene la sua arte non può che arrecare l'utile proprio di quell'arte, ad esempio il medico mira di solito a guarire l'ammalato e non ad arricchirsi che fa parte dell'arte mercenaria. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 27/02/2013 n: 2145 ![]() Ironia platonica con diverse sfumature Nei dialoghi di Platone oltre alla dialettica fatta di brevi domande e risposte in rapida successione per far chiarezza su un determinato argomento a volte in questo tipo di indagine per riuscire a far emergere la verità il filosofo usa l'ironia con varie sfumature, senza l'intenzione di umiliare l'avversario e semplicemente esercitandola su chi ha la pretesa di sapere senza avere una precisa conoscenza o consapevolezza. Questo tipo di espediente era stato escogitato da Socrate (469 - 399 a.C.) per cogliere le sottigliezze di interpretazione utilizzate dai "sofisti" e con fine ironia capovolgere le loro tesi e quindi in pratica riuscire a far chiarezza con gli stessi loro metodi applicati senza retorica. L'abilità del parlare utilizzata per confondere i ragionamenti viene rapidamente individuata e riportata sul solco della ragione anche confutando ed accusando sarcasticamente l'avversario facendo comprendere l'assurdità delle argomentazioni sostenute. [Nel Menesseno il discorso attribuito ad Aspasia è probabilmente dello stesso Platone]. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 05/01/2013 n: 2100 ![]() Concetto ed idea platonica Prendendo le mosse dall'importante "concetto" che Socrate (469 - 399 a.C.) pone alla base di ogni discussione coerente come una specie di obiettivo da raggiungere Platone compie un piccolo passo passando dai concetti alle idee poste in un mondo trascendente (il cosiddetto iperuranio) rispetto ai sensi materiali, ma non per questo motivo non comuni a tutti, altrimenti non vi sarebbe in pratica proprio nulla da discutere per trovare un qualche tipo di accordo. Le idee già esisterebbero in noi e l'anima ne smarrisce il ricordo fino al momento in cui con una dialettica ragionata non si riesce a trovare per tentativi un percorso, detto anamnesi, per farle riaffiorare alla memoria. Aristotele sviluppando le argomentazioni filosofiche distingue questi momenti in due fasi logiche, la prima in cui si cerca di cogliere i principi primi di ogni scienza ed una seconda in cui tramite il sillogismo si passa da concetto a concetto in un tipo di dimostrazione quasi matematica. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 12/12/2012 n: 2080 ![]() Anima - allenamento N.B. L'autore non si assume alcuna responsabilità per il cattivo uso dei consigli proposti (tutti i diritti sono riservati) |
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