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Concezione spirituale platonica Platone ci descrive nei sui dialoghi la figura del filosofo "ideale" interpretata di solito da Socrate che valuta attentamente ogni aspetto del discorso in un'ottica trascendente quasi in una specie di meditazione dialettica con l'interlocutore e non trascurando il raccoglimento solitario nel silenzio (passando intere giornate immobile in piedi quasi assente), tanto che alcuni autori hanno cercato di individuare se ci fosse una concezione spirituale di tipo platonico riguardo ad esempio all'idea di Bene. Socrate non ha lasciato nulla di scritto perché secondo lui la scrittura era statica, nociva per la memoria, non si sapeva difendere e se interrogata non rispondeva.. [es. se "moderni sofisti" vogliono far intendere che Platone=Machiavelli e Socrate rispettando la Legge ha tradito l'uomo] e quindi non possiamo conoscere direttamente il suo pensiero anche se sappiamo che cercò di difendersi tenacemente nel processo per empietà, intentato precedentemente anche contro il filosofo Anassagora che indicava il cielo come sua vera patria vivendo immerso nella natura. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 01/01/2012 ![]() ![]() Paragoni platonici Fra le varie interpretazioni del pensiero platonico ed in particolare a quel mondo "intellegibile delle Idee" che sono il nucleo centrale della filosofia di Platone (sviluppata in base alle teorie di Anassagora e Socrate) bisogna citare l'importante emanatismo del neoplatonico Plotino di Licopoli (circa 206 - 270 d.C.) che considera tutti gli esseri dell'universo procedenti da una stessa fonte, come un fiume inestinguibile e traboccante che alimenta tutti gli altri in una serie infinita di diramazioni; ma immettendo in questa congiunzione fra Essere e Natura quasi un concetto di derivazione o ipostasi, di provenienza forse orientale. Con un paragone di tipo platonico, riguardo alla dottrina delle idee, alcuni hanno osservato come il processo logico in Platone sia posto al di fuori della sfera del ragionamento e quindi all'uomo sia quasi impossibile accedere a concetti universali che sono alla base di ogni sensazione materiale del mondo sensibile. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 20/12/2011 n°: 1768 ![]() Bontà platonica Riuscire a saper ragionare correttamente è per Platone (427 - 347 a.C.) uno degli obiettivi da raggiungere con tenacia mentre si esaminano le tematiche che la dialettica di volta in volta propone, ma l'atteggiamento dovrebbe essere di tipo virtuoso e non di sfida con l'interlocutore quasi si debba sconfiggere ad ogni costo anche utilizzando trucchi retorici di ogni sorta. Valutare e scegliere il bene cercando di avvicinarsi al vero come per gradi è una delle fasi del ragionamento del filosofo da cui dovrebbe trasparire quella sorta di "bontà socratica" pronta anche a sacrificarsi pur di essere coerente con una linea di pensiero rigorosa. Da notare che Aristotele sviluppa il pensiero e la logica platonica con l'analisi ad esempio delle proposizioni universali, (tutti gli uomini sono mortali), particolari (qualche uomo è buono), singolari (Socrate è buono); quindi l'atteggiamento mite dovrebbe essere proprio quello del filosofo evitando le contrapposizioni. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 21/11/2011 n°: 1742 ![]() Ignoranza ed avvedutezza platonica L'errore che porta a commettere ingiustizia secondo il filosofo Platone (428 - 347 a.C.) è dovuto ad ignoranza, dal momento che un individuo non in grado di distinguere il vero tramite la dialettica può involontariamente sbagliare e difficilmente può rendersi conto dell'errore non avendo i mezzi per farlo; quindi andrebbe giustificato nel suo atteggiamento cercando di spiegargli il reale da un punto di vista che parta da un'idea iniziale sviluppandola in tutte le direzioni in modo da trovare il sentiero giusto. Questo tipo di operazione filosofica (che cerca il vero) spesso nei dialoghi platonici è effettuata da Socrate, che non si vergogna di presentarsi come ignorante e desideroso di imparare dai vari "sapienti" che incontra sul suo cammino ed anzi si dichiara grato ogni volta di essere istruito da questi saggi; però, puntualmente si ritrova nella condizione opposta di dover spiegare agli interlocutori dove sono gli errori commessi. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 31/10/2011 n°: 1724 ![]() Rispetto platonico dell'avversario Nei dialoghi platonici non si trovano prese di posizione contro gli avversari ed anzi Platone (427-347 a.C) li tratta benevolmente ed anche verso il poeta-comico Aristofane che aveva contribuito alla condanna di Socrate con una spietata critica dipingendolo come fuori dal mondo sospeso sopra le nuvole e ridicolizzandone la dialettica, il filosofo inventa per lui rendendolo protagonista in un'importante discussione sull'amore, il buffo e strampalato mito dell'essere umano originato con forma sferica (quattro mani, quattro braccia, due volti opposti sulla testa..) che la divinità avrebbe poi diviso in due per renderlo più debole. Aristofane all'inizio della discussione, dopo essere stato curato da uno "studiato" singhiozzo, spiega che dopo la divisione in due metà gli uomini aspirano sempre a ricongiungersi con un desiderio che diviene inappagabile ed una volta ricongiunti tenderebbero a morire di fame e di inedia per non volersi separare. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 24/09/2011 n°: 1693 ![]() Blaise Pascal fra calcoli e spiritualità Per aiutare il padre a fare i calcoli B. Pascal (Clermont-Ferrand 1623-1662 Parigi) costruì a soli diciotto anni la "machine arithmétique", che nonostante fossero già state ideate altre calcolatrici meccaniche è considerata la prima realizzazione pensata per il pubblico, portatile e di semplice utilizzo anche se ancora limitata (secondo alcuni progenitrice del computer). Oltre che cercare di agevolare i calcoli il grande matematico-filosofo allievo del Mersenne riuscì anche a demolire la credenza che la natura avesse orrore del vuoto completando gli esperimenti del Torricelli, poi lavorò intensamente sui rapporti fra scienza, filosofia e religione con tale impegno da compromettere la propria salute e fino a dichiararsi come "uomo tutto di Dio". Per Pascal nei "Pensieri religiosi" del 1654 l'uomo scopre se stesso e Dio grazie all'ispirazione di Gesù e bisogna credere, quasi per scommessa.. anche se un po' in polemica con la chiesa. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 10/08/2011 n°: 1654 ![]() Un motore immobile per il cosmo platonico Ogni cosa mossa da un'altra termina il suo movimento quando il primo motore cessa di muoversi e quindi soltanto ciò che muove se stesso non cessa mai di muoversi ed è principio e fonte di movimento per tutte le altre cose; inoltre, il principio non può essere generato dal momento che è indispensabile che tutto ciò che nasce si generi da un principio incorruttibile ed eterno che muove se stesso e che non abbia a sua volta origine da qualche cosa, altrimenti non sarebbe più considerato un principio. Questa teoria è spesso attribuita ad Aristotele (384 - 322 a.C.) discepolo di Platone, ma è già presente nei dialoghi platonici come "essenza, definizione e natura dell'anima" che muove se stessa dall'interno ed è ingenerata considerando che ogni corpo che riceve invece l'essenza del movimento dall'esterno è inanimato, ad esempio cielo e terra riuniti in unico corpo resterebbero immobili se non continuassero sempre a ricevere vita e movimento. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 23/07/2011 n°: 1639 ![]() La natura incontaminata platonica Per spiegare le fasi della tecnica dialettica che prevede l'attento ascolto dei discorsi per passare al metodo sinottico che procede dal molteplice all'uno e diairetico in senso inverso dall'uno al molteplice, il filosofo Platone (427 - 347 a.C) servendosi della finzione letteraria ambienta un dialogo di fantasia in una natura incontaminata sulle rive del fiume Ilisso che scorre nei pressi di Atene, steso sotto il sole su un prato dove svetta un alto platano frondoso e imponente, ed il luogo è reso ancor più piacevole dall'ombra di un maestoso agnocasto nel pieno della fioritura che rende il luogo gradevolmente profumato; quindi illustra all'uditore che l'oggetto delle sua indagine è la conoscenza di se stesso. La parte molto suggestiva è interpretata da Socrate che quasi disinteressandosi di altre metodologie dice di seguire il precetto delfico "conosci te stesso" ed in pratica cerca di ricavare dal proprio intimo ogni spiegazione sulla natura e sulle altre cose. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 06/07/2011 n°: 1624 ![]() Piaceri e numeri platonici Per affrontare argomentazioni che riguardano l'idea di piacere il filosofo Platone (427 - 347 a.C.) utilizza un metodo di tipo numerico pitagorico passando per gradi dall'unità alla molteplicità e quindi procedere per divisioni in modo da ottenere determinati intervalli numerici come insiemi che possano dimostrare quasi una coesistenza fra unità e molteplicità, per poi ricavare una scala di valori di bene e di piacere a cui si dovrebbe aspirare. La dialettica è la purezza massima, poi l'aritmetica e le scienze pratiche in diversi piani o gradi di esattezza ed infine le arti (che rappresentano solo congetture), e da questa analisi di tutta la conoscenza rientra anche il piacere come componente del bene complessivo e della "felicità" che non consiste nella soddisfazione di bisogni materiali (come grattarsi) ma di quelli puri o intellettuali ed infine si accenna a quell'insieme di qualità anche morali ed estetiche in un equilibrio armonico globale. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 07/05/2011 n°: 1573 ![]() Bene e male platonico La concezione del bene del filosofo Platone (427 - 347 a.C.) è collegata alla giustizia ed alla capacità dialettica di riuscire in ogni situazione a saper distinguere il bene che si nasconde dietro l'apparenza della realtà dei sensi dal male, che "non può perire perché ha pur da essere qualche cosa di opposto e contrario al bene" ed è quasi una caratteristica della nostra vita e della natura mortale; ma proprio per questo motivo bisognerebbe fuggire da questo mondo cercando di operare sempre per un Bene ideale anche se provoca sofferenza. L'educazione è uno dei metodi per riuscire ad abituarsi al bene, e quindi esercitandosi con musica, ginnastica, matematica, filosofia.. senza costrizioni cominciando da giovani ed evitando la poesia e le arti che imitano la natura ed il mondo delle apparenze (ombre vane), e praticando la dialettica o maieutica che permette la formazione di un carattere stabile di fronte alle prove della vita. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 27/04/2011 n°: 1564 ![]() Anima - allenamento N.B. L'autore non si assume alcuna responsabilità per il cattivo uso dei consigli proposti (tutti i diritti sono riservati) |
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