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La virtù platonica e la sofistica Secondo Platone (427 - 347 a.C.) la virtù si può esercitare, ma è in realtà innata e quindi l'educazione che i retori o cosiddetti "sofisti" cercano di impartire con argomentazioni varie può fare poco, e per dimostrare queste tesi il filosofo ateniese descrive un dialogo di fantasia fra il sofista Protagora di Abdera (che pretende di essere pagato per declamare vuote mitologie) e Socrate. L'ambientazione è a casa del ricco mecenate Callia che ama circondarsi di retori per cui ha speso gran parte del suo patrimonio e Socrate per poter parlare dell'insegnabilità della virtù con Protagora ospite di Callia si reca con un amico presso questa grande villa abbellita di portici, ma il portinaio annoiato di vedere folle di retori che declamano in casa gli sbatte la porta in faccia scambiandolo per un sofista. Dopo essere riuscito a guadagnare l'ingresso, Socrate dimostra con la tecnica dialettica che l'idea di virtù è innata e quindi non è insegnabile. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 11/02/2011 ![]() ![]() La semplicità platonica Nei dialoghi platonici varie volte la figura del filosofo intento in ricerche di tipo ideale viene descritta come una persona semplice (nella finzione letteraria spesso impersonata da Socrate) scalzo e vestito umilmente che gratuitamente mette a disposizione la sua intelligenza a volte in contrapposizione a "ricconi" che pensano con la loro vuota retorica di metterlo in difficoltà e di confondere i ragionamenti con logiche senza senso. Fra i personaggi presi di mira da Platone (427 - 347 a.C.) possiamo ritrovare ad esempio Gorgia, Callia e Menone, le cui argomentazioni vengono facilmente riportate nel solco della ragione grazie all'indagine di tipo maieutico e in particolare nel caso di Menone una dimostrazione matematica è fornita dall'ultimo suo schiavo, un giovane privo di istruzione che vale per il suo padrone meno di niente, ma riesce grazie all'aiuto di una semplice idea già presente nel suo subcosciente a risolvere un calcolo complesso. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 20/01/2011 n°: 1479 ![]() La meditazione platonica Dalla descrizione in alcuni dialoghi degli atteggiamenti di Socrate (469 - 399 a.C.) prima di affrontare con la tecnica dialettica una determinata argomentazione si comprende quale dovesse essere la meditazione di tipo platonico (insegnata probabilmente inizialmente da Anassagora), dal momento che ad esempio nel "Convito" alcuni ospiti ad un banchetto discutono sull'amore, ma Socrate tarda ad arrivare e rimane immobile a pensare e ai ripetuti inviti di andarlo a chiamare gli amici rispondono di lasciarlo stare in pace e non disturbarlo mentre medita. Platone ha scritto molti passi per riuscire a far comprendere al lettore quale fosse la scrupolosa preparazione che il caposcuola Socrate adottava per sviscerare la vera essenza delle idee; inoltre, sappiamo da altri autori che era in grado di rimanere immobile per un giorno intero ed era anche molto forte fisicamente, dotato di una tempra morale in grado di resistere alla sofferenza. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 01/01/2011 n°: 1463 ![]() La servitù platonica In una conversazione fra Socrate e il giovane Liside in una nuova palestra sul tema dell'amicizia, Platone (427 - 347 a.C. che nella vita fu fatto anche schiavo) comincia la sua indagine dialettica dal presupposto che per essere felici bisognerebbe essere liberi e uno schiavo che non può fare nessuna cosa desideri è destinato ad essere infelice, ma il ragazzo è costretto ad ammettere che anche se amato non è libero di fare quasi nulla ed anzi il pedagogo che lo segue nella sua formazione ed è suo schiavo parrebbe godere maggiore libertà di lui. La situazione di disagio diventa quasi comica quando Liside ridendo afferma che sarebbe picchiato se solo si azzardasse a toccare i vari attrezzi di casa, quasi tutti o almeno quelli per cui non ha sufficiente esperienza e con cui si può rendere utile; quindi, secondo Socrate sembra che tutti i sentimenti e quasi tutte le relazioni si riducano alla semplice utilità di un individuo nei confronti dell'altro. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 20/12/2010 n°: 1453 ![]() L'amicizia platonica Uno dei sentimenti umani tipici della giovinezza come l'amicizia o più propriamente "filia" è analizzato con la tecnica dialettica da Platone (427 - 347 a.C.) in un dialogo fra Socrate ed i giovani Liside, Ippotale, Ctesippo, Menesseno.. ed ambientato sotto le mura dell'Accademia sulla strada che conduce al Liceo, nelle cui vicinanze è stata costruita una nuova palestra dove si allenano e fanno ginnastica i ragazzi. Socrate interrogato sul tema dell'amicizia subito intuisce che l'amicizia di Ippotale per Liside (bello e per cui buono) nasconde un desiderio e l'amore e l'amicizia secondo il filosofo sarebbero simili, dal momento che il giovane diventando amico dell'amato dovrà per forza ricambiare l'amicizia; ma in seguito si presentano nella serie di dimostrazioni sull'argomento un gran numero di difficoltà fino all'assurdo di dire che il bene può essere amico del male, e quindi il dialogo non ha conclusione che si avrà invece nel "Convito". Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 03/12/2010 n°: 1438 ![]() Lev Nicolaevic Tolstoj e la non violenza Uno dei più famosi scrittori di tutti i tempi si spense il 7 novembre 1910 nella stazione di Astàpovo colto da malore dopo aver lasciato la sua tenuta di Jasnaja Poljana per un pellegrinaggio in cui meditare sui suoi tormenti per non essere riuscito a mettere in pratica gli ideali di pace, castità, protesta non violenta, giustizia, non resistenza al male e gli ideali di Bene che aveva sostenuto per quasi tutta la vita e su cui aveva ripetutamente scritto (istruendo Gandhi su come comportarsi e di non reagire contro la violenza, ed anzi rispondendo benevolmente). Più dei sui bei romanzi, gli scritti teorici, artistici, le traduzioni religiose l'autore è famoso per quella specie di realismo o stile letterario che tende a calare i suoi personaggi nella cruda realtà e al tempo stesso in una natura meravigliosa, quasi una filosofia che sovrasta tutto e costringe a scelte obbligate, ma in cui è possibile intravedere sempre il Bene. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 07/11/2010 n°: 1415 ![]() L'auriga e la biga alata platonica Per rappresentare il tipo di pulsioni antitetiche a cui l'anima nel suo percorso nella vita è continuamente sottoposta Platone (427-347 a.C.) ricorre al celebre mito dell'auriga celeste di una biga alata trainata da due cavalli, uno bianco magnifico di indole buona che tende verso l'alto a contemplare le idee di bene ed uno nero malvagio che tende a far precipitare il carro inseguendo idee materiali. La guida del carro nel suo percorso quasi di tipo astronomico è resa difficoltosa a causa di queste pulsioni che ostacolano l'auriga spirituale impegnato ad inseguire le idee come astri superiori di verità, ma in questo percorso si rischia di essere trascinati a terra dai piaceri terreni e per questo bisognerebbe irrobustire le proprie ali con il cibo del sapere in modo da perpetuare sempre più il volo (filosofico). La bellezza pura che è copia dell'idea di Bello suscita il ricordo del piacere celeste nel suo aspetto più nobile, ineffabile ed incontaminato. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 20/10/2010 n°: 1400 ![]() La logica platonica Partendo dall'esame minuzioso di altre concezioni filosofiche Platone (427-347 a.C.) con una ricerca che utilizza una logica di tipo dialettico sul concetto di scienza dimostra che non è possibile giungere ad una concezione di vero in chi non ha conoscenza, e questa situazione è piuttosto frequente come quando vedendo due persone conosciute da lontano (es. Teodoro e Teeteto) li scambio nella mente confondendoli un po' come accade nel caso si sia assonnati e si metta il piede nella scarpa sbagliata; poi il filosofo procede ad indagare fino alle sensazioni alla base delle conoscenze dimostrando sempre che in tutti i casi si tratta solo di opinioni che non coincidono perfettamente all'Essere. La logica è stata sviluppata su un piano materiale dal discepolo Aristotele con il famoso sillogismo, un tipo di ragionamento che si avvale di tre giudizi concatenati, ad esempio: "Tutti gli uomini sono mortali - Socrate è uomo - Dunque Socrate è mortale". Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 14/09/2010 n°: 1369 ![]() L'origine del cosmo platonica La concezione del cosmo del filosofo Platone (427 - 347 a.C.) è suggestiva e chiaramente influenzata dal pensiero matematico e geometrico dei pitagorici, tanto che il dialogo "Timeo o Della natura" che tratta argomentazioni universali si svolge principalmente fra Socrate e Timeo, un astronomo e filosofo pitagorico di Locri che spiega come il cosmo sia opera del Demiurgo, che in quanto buono ha voluto che tutto fosse generato simile a lui e per quanto possibile a sua somiglianza. Un solo cielo visibile è stato fabbricato secondo il modello dalla provvidenza divina, e il mondo (costituito da fuoco, acqua, aria e terra) come tutto il cosmo è un essere vivente a forma di sfera, intelligente e dotato di anima contraddistinta da un'armonica proporzione musicale e matematica. Per quanto riguarda la descrizione del tempo si adatta più è di era e sarà; inoltre, la geometria del cosmo si basa su solidi e poligoni, la cui figura piana di base è il triangolo equilatero. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 26/07/2010 n°: 1328 ![]() L'insegnamento platonico Platone in diversi dialoghi contesta l'insegnamento a pagamento dei sofisti ed i loro ragionamenti pieni di inutile retorica che viene regolarmente ridimensionata con la dialettica e l'ironia socratica, facendo intuire che la stessa "conoscenza" è praticamente gratuita ed accessibile a tutti, anche se è necessario un certo impegno ed una buona concentrazione per far emergere l'idea di vero da una qualsiasi argomentazione. Per lasciarci questo prezioso insegnamento e per attuare il suo progetto filosofico, Platone (427 - 347 a.C.) nonostante appartenesse ad una famiglia importante ed agiata fece viaggi rischiosi, fu fatto schiavo e riscattato dall'amico Anniceride di Cirene, poi fu fatto di nuovo prigioniero e corse anche grave pericolo di vita a Siracusa (357 a.C. circa) circostanza che lo indusse ad abbandonare la Sicilia e tornare ad Atene per continuare a sviluppare la sua filosofia, insegnando e scrivendo i famosi dialoghi fino alla morte. Posta elettronica: info@salutistico.it Tel: 338 1809310 Data: 26/06/2010 n°: 1307 Anima - allenamento N.B. L'autore non si assume alcuna responsabilità per il cattivo uso dei consigli proposti (tutti i diritti sono riservati) |
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