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Ambiente e cambiamenti climatici
Perdita di biodiversità ad un ritmo mai visto
Evitare di superare i punti di non ritorno riguardo l'irreversibilità dei cambiamenti climatici è secondo i ricercatori un obiettivo primario perché stiamo perdendo biodiversità ad un ritmo mai visto nella storia; la sesta estinzione di massa, ma la prima causata dal genere umano. Fra le emergenze segnalate ci sarebbe la perdita di foresta tropicale che potrebbe far scattare il rilascio di una quantità enorme di anidride carbonica con consequente ulteriore surriscaldamento del pianeta e quindi innescando un nocivo circolo vizioso, poi anche la perdita del permafrost dell'Artico che in pratica innesca sempre gli stessi meccanismi che si autoalimentano. Mantenere il controllo sulle temperature è indispensabile per mantenere in equilibrio l'ecositema, ma non siamo sulla buona strada ed anzi l'obiettivo di contenere il surriscaldamento globale ad un grado e mezzo Celsius di aumento è difficilmente raggiungibile.
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Data: 18/11/2022
n°: 5186
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Comunità costiere preparate a spostare i servizi
Con il rialzo dei livelli dei mari a ritmi sempre più veloci è opportuno che le comunità costiere si preparino a mettere in sicurezza i servizi considerati critici e quindi spostare più in alto le infrastrutture che assicurano acqua, energia e gestione dei rifiuti; almeno secondo l'opinione di alcuni analisti canadesi che portano l'esempio della città di Saint John (Terranova - Newfoundland) dove le autorità hanno fatto una richiesta di finanziamenti, che fanno parte degli stanziamenti per contrastare i cambiamenti climatici globali, per poter procedere a questi spostamenti strutturali dal momento che nella primavera del 2018 si sono verificate inondazioni dal mare che hanno raggiunto livelli da record storico con alte onde che hanno danneggiato gli impianti energetici e di trattamento dei rifiuti oltre ai muri di protezione e contenimento dalle mareggiate dell'Oceano Atlantico.
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Data: 06/02/2019
n°: 3998
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Leggermente meno caldo il 2017 rispetto al 2016
Le temperature medie globali monitorate nel 2017 sono state leggermente inferiori al 2016, quindi si tratta del secondo anno più caldo di sempre con 14,7 gradi Celsius in media e più caldo di 1,2 gradi Celsius rispetto all'era pre-industriale, ma bisogna tenere presente per quanto riguarda la progressione annuale delle medie statistiche che le temperature del 2016 sono state anche innalzate dalla corrente globale El Nigno che rilascia calore dall'Oceano Pacifico ad intervalli ciclici e senza questo apporto supplementare di calore si può valutare il 2017 come annata più calda. In questo periodo in controtendenza rispetto al surriscaldamento globale un ciclone di matrice artica sta causando vittime e disagi in America del nord e secondo i ricercatori questo fenomeno estremo sempre influenzato dai cambiamenti climatici potrebbe essere causato dal rallentamento dei vortici di correnti che tendono a trattenere il freddo artico sulla calotta polare.
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Data: 05/01/2018
n°: 3657
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La Corrente del Golfo potrebbe indebolirsi
L'ipotesi che il surriscaldamento climatico potesse indebolire la Corrente del Golfo era già stata formulata in passato ed ora viene riproposta come un possibile rischio da valutare con attenzione anche se i ricercatori avvertono che sono previsioni impossibili da fare e che in questi casi è più opportuno allertare sulla prevenzione che allarmare. In pratica se le emissioni di biossido di carbonio prodotte dalle attività umane continuano ad aumentare l'aria nel Nord Atlantico tenderà a diventare sempre più calda e ed il flusso d'acqua portato dalla Corrente del Golfo non si raffredderà a sufficienza per scendere nel fondale essendo più densa e mettere in moto quel meccanismo di continua circolazione che poi riporta l'acqua ai tropici consentendo di mitigare le temperature in Europa. Si stima che in certe zone dell'emisfero nord ci potrebbe essere un abbassamento delle temperature (nel peggiore degli scenari) superiore ai sette gradi Celsius.
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Data: 12/01/2017
n°: 3353
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Temperature da caldo record nel 2015
Come ampiamente anticipato dalle misurazioni effettuate l'anno scorso in particolare nel mese di settembre il 2015 è stata un'annata molto calda con vari record da quando si registrano le temperature e siccità prolungate in parte di Africa, India e Pakistan, oppure al contrario precipitazioni piovose molto intense con inondazioni in molte aree dell'Europa e dell'America, poi caldo anomalo in Russia e relativamente per il tipo di zona anche in Siberia. Non vi sarebbe stata proprio nessuna pausa nel surriscaldamento climatico globale negli ultimi decenni, come alcuni sostenevano riportando evidentemente dati falsi, ed in pratica ogni anno è stato più caldo del precedente (con variazioni in positivo e negativo che nel lungo periodo possono essere considerate quasi trascurabili) compreso il 2015 che non solo è stato più caldo del 2014 ma per la prima volta ha superato la barriera del grado centigrado in media; inoltre, i danni sono stati consistenti.
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Data: 22/01/2016
n°: 3050
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Ricalcolati i livelli globali degli oceani
Misurare i livelli dei mari su un lungo periodo di tempo a livello globale è un'operazione complessa perché bisogna tener conto di circostanze che possono alterare i dati esagerandoli, facendo il confronto con la terraferma, come ad esempio i movimenti tettonici nel sottosuolo che possono provocare innalzamenti in zone localizzate oppure al contrario si può verificare il fenomeno opposto con l'estrazione di acqua in profondità che le fa sprofondare; e dai nuovi calcoli la situazione nelle ultime due decadi sembrerebbe peggiore del previsto. Si stima che vi sia stata un'accelerazione nel rialzo dei mari di circa un venticinque percento rispetto ai calcoli precedenti anche se bisogna tener conto delle oscillazioni naturali (ma ormai non servono più dati da esaminare e basta guardare la devastazione in tutte le coste). Da segnalare che il 2014 è stato l'anno più caldo con 0,68 gradi Celsius in più rispetto alle temperature medie globali.
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Data: 19/01/2015
n°: 2736
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Ghiacci sciolti a ritmi davvero sostenuti in Antartide
Quel processo che porta allo scioglimento a ritmi sostenuti dei ghiacci della parte ovest dell'Antartide dovuto al surriscaldamento climatico provocato dalle attività umane secondo le ultime osservazioni avrebbe superato la linea di non ritorno e quindi scatenando come una specie di reazione a catena che non si può fermare, ma diminuendo le emissioni inquinanti almeno si potrà rallentare questo scioglimento preoccupante oltre a minimizzare gli effetti dei cambiamenti climatici che causano danni rilevanti in tutto il globo. La situazione è peggiore di quella prevista precedentemente e quindi anche il rialzo del livello dei mari dovuto alla fusione dei ghiacci è maggiore di quella che era stata fatta senza tenere conto della zona ovest dell'Antartide; inoltre, le simulazioni al computer mostrano il processo del collasso dei ghiacci comparabile in modo figurato a tessere di domino che cadono una dopo l'altra in un modello che si autoalimenta.
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Data: 13/05/2014
n°: 2518
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Nuovi record di biossido di carbonio nell'atmosfera
Con due mesi di anticipo rispetto allo scorso anno è stato raggiunto, ed anche superato nell'emisfero nord, un picco di quattrocento parti per milione di biossido di carbonio nell'atmosfera considerando che la stagione di crescita delle piante ne risente dal momento che il picco di concentrazione di CO2 di solito si raggiunge in maggio. Questa concentrazione è destinata ovviamente ad aumentare ulteriormente se non si riducono le emissioni inquinanti con il rischio di alimentare ulteriormente l'effetto serra con conseguenze sensibili sull'ambiente ed in una certa misura anche poco prevedibili che potrebbero essere irreversibili. La consapevolezza della popolazione mondiale della questione climatica è aumentata nonostante le campagne di disinformazione o di totale silenzio effettuate in passato da gente che ora denuncia apertamente la situazione di degrado che comincia ad avere anche notevoli risvolti negativi dal punto di vita economico.
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Data: 22/03/2014
n°: 2476
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Un pianeta sensibile alle emissioni ad effetto serra
Le temperature globali aumenteranno da tre a cinque gradi con il raddoppio nei prossimi cinquanta anni delle quantità di biossido di carbonio nell'atmosfera e quindi secondo previsioni su nuovi dati sul clima che tengono conto dell'azione del vapor acqueo nella formazione delle nubi di almeno quattro gradi entro il 2100, dal momento che precedenti modelli climatici valutavano non correttamente l'azione delle nubi nel riflettere la luce solare contribuendo a mitigare le temperature, e le rilevazioni dirette mostrano in genere un cielo più sgombro da nubi dovuto all'azione delle correnti ascendenti. Si formano meno nubi del previsto con il surriscaldamento climatico e quindi il pianeta sarebbe più sensibile alle emissioni ad effetto serra procedendo alla correzione dei modelli climatici con le osservazioni reali, poi anche per quanto riguarda le temperature medie attuali il 2013 è stato fra gli anni più caldi da quando si è iniziato nel 1850 a misurare le temperature.
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Data: 03/01/2014
n°: 2408
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Livelli dei mari sempre più alti per surriscaldamento
Le temperature medie globali continuano ad aumentare a causa delle emissioni inquinanti da combustibili fossili, che sono persistenti, e si stima che i livelli di mari cresceranno di oltre due metri ogni grado Celsius in più di surriscaldamento climatico nei prossimi duemila anni, e si calcola che se le temperature aumenteranno di circa quattro gradi rispetto all'era pre-industriale i ghiacci dell'Antartico potrebbero contribuire per un cinquanta percento al rialzo dei mari mentre quelli della Groenlandia per un venticinque percento addizionali, mentre l'espansione termale degli oceani dell'acqua degli oceani (che attualmente sarebbe la componente più rilevante) per un venti percento. Da notare che la quota prevista dallo scioglimento dei ghiacciai sulle montagne potrebbe contribuire solo per un cinque percento al rialzo dei mari dal momento che molti di essi (a parte qualche eccezione momentanea) a questi ritmi si saranno ritirati quasi del tutto.
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Data: 19/07/2013
n°: 2267
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Riduzione europea della quota di emissioni di CO2
Dopo un periodo di silenzio dovuto in parte alla crisi economica si torna a parlare da parte delle autorità europee di iniziative per ridurre le emissioni inquinanti anche per cercare di limitare i danni collegabili ai cambiamenti climatici, considerando che ormai alcune stazioni di monitoraggio nel pianeta misurano una concentrazione di biossido di carbonio nell'aria superiore alle quattrocento parti per milione ed anche il surriscaldamento climatico dovuto all'effetto serra continua con conseguente forzatura radioattiva dell'atmosfera terrestre. Si tratta di una problematica globale che interessa tutti anche perché continuare a bruciare combustibili fossili senza compensare le emissioni significa alterare in modo significativo l'equilibrio dell'ecosistema, e ad esempio bisogna considerare che il livello globale dei mari è venti centimetri più alto rispetto ai livelli misurati nel 1880 e questo comporta tempeste, uragani e maggiori inondazioni costiere.
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Data: 08/05/2013
n°: 2204
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Gli oceani potrebbero rilasciare il calore accumulato
Verificando la media delle temperature superficiali nel globo i ricercatori francesi e spagnoli hanno notato che rispetto alla quantità crescenti di gas ad effetto serra emesse nell'atmosfera il potenziale surriscaldamento sarebbe stato mitigato dagli oceani almeno considerando i dati relativi al 1998 rispetto agli anni successivi al 2000, ma gli oceani potrebbero rilasciare nel prossimo decennio questo calore accumulato. La maggior parte del calore in eccesso sarebbe assorbita nei primi settecento metri di profondità degli oceani e il sessantacinque percento circa nel Pacifico ed Atlantico tropicale favorendo una specie di pausa nel surriscaldamento, e ci potrebbe essere un andamento ciclico di questo fenomeno considerando atri cicli di correnti globali come "El Nigno" (che tende a riscaldare) e "La Nigna" (a raffreddare). Non vi è ormai dubbio che i cambiamenti climatici siano provocato dalle attività umane ed anche l'acqua sotto i settecento metri si sta surriscaldando.
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Data: 08/04/2013
n°: 2179
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Troppo lento il passaggio ad energie rinnovabili
La domanda per energie con forte impatto per l'ambiente come petrolio, carbone e gas è ancora molto alta nel pianeta rispetto a quelle ormai considerate più ecologiche e moderne come solare, eolico, biomasse ed altre fonti rinnovabili che finiscono per incidere sul totale per una percentuale davvero piccola e secondo un recente studio considerando lo sviluppo globale questo rapporto non varierà molto nel 2030; perché i paesi in via di sviluppo richiederanno sempre più energia e poi vi sono molte zone che non sono ancora fornite da nessuna fonte energetica, ma anche in questi casi vi è una crescente domanda. La transizione a fonti rinnovabili potrebbe richiedere un balzo importante proprio nel sistema di distribuzione elettrica in modo che tutti i paesi possano essere coinvolti da questo cambiamento e non solo quelli dove queste tecnologie sono ampiamente collaudate con infrastrutture che si adattano a "basse densità" di energia.
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Data: 08/03/2013
n°: 2153
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Temperature medie del 2012 piuttosto calde
Secondo le rilevazioni delle temperature medie monitorate nel globo il 2012 sarebbe fra la nona e decima posizione nella poco salutare classifica degli anni più caldi da quando nel 1880 si è cominciato a misurare e trascrivere questi tipi di dati meteorologici, considerando che in alcune zone le ondate di caldo sono state mitigate dagli effetti di una corrente globale come "La Nigna" (che in genere tende ad alimentare i venti). Con più precisione le temperature medie del 2012 sarebbero di circa 0,6 gradi centigradi sopra la media del ventesimo secolo; inoltre, tutti gli anni del nuovo secolo si classificherebbero fra i quattordici in media più caldi mai misurati e la popolazione si sarebbe accorta dei cambiamenti climatici. Secondo altri studi lo scioglimento dei ghiacci potrebbe favorire l'attività vulcanica globale dal momento che si affievolisce la pressione che grava sui suoli e contribuisce anche a mantenerli abbastanza compatti.
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Data: 18/01/2013
n°: 2111
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Prolungato fino al 2020 il protocollo di Kyoto
La notizia che nella conferenza di Doha sui cambiamenti climatici in Qatar è stato deciso di prolungare fino al 2020 (facendo in questo modo ponte fino al momento in cui non entrerà in vigore la cosiddetta piattaforma di Durban) le misure per contenere le emissioni inquinanti incluse nel protocollo di Kyoto lascia degli interrogativi sugli effettivi progressi ambientali per il pianeta dal momento che i paesi che immettono la maggior parte di biossido di carbonio nell'atmosfera non hanno mai aderito all'iniziativa ed è anche poco chiaro come verranno stanziati gli aiuti ai paesi più colpiti dalle variazioni climatiche. L'innalzamento del livello del mare costituisce una seria minaccia ad esempio per le isole Nauru in Micronesia, e per le Marshal nell'Oceano Pacifico in cui la capitale Majuro è ad appena un metro sopra il livello del mare e i ghiacci dell'Artico si stanno sciogliendo ad un ritmo superiore a quello calcolato, poi anche l'effetto serra è più marcato del previsto.
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Data: 09/12/2012
n°: 2077
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Nuovi limiti raggiunti di emissioni inquinanti
Avendo immesso lo scorso anno nell'atmosfera oltre trentotto miliardi di tonnellate di biossido di carbonio, calcolando le emissioni ad effetto serra di tutte le nazioni, si sarebbe raggiunto un nuovo limite di circa un miliardo di tonnellate superiore all'anno precedente (un tre percento in più), ed ogni secondo sarebbe di oltre un milione di chilogrammi la quantità di CO2 rilasciata dalle attività umane con risvolti poco salutari per l'ambiente dal momento che queste emissioni tendono a permanere nell'atmosfera per circa un secolo. I paesi più inquinanti sarebbero: la Cina con dieci miliardi di tonnellate, America con quasi sei, poi l'India con due tonnellate e mezza, di conseguenza i ricercatori sostengono che stiamo perdendo la nostra capacità di controllare il surriscaldamento climatico anche perché questi paesi non hanno aderito alle iniziative per una sensibile riduzione delle emissioni e vi sarebbe anche qualche nuova defezione.
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Data: 04/12/2012
n°: 2072
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Cambiamenti climatici e gap economico in Europa
Le conseguenze dei cambiamenti climatici su regioni con scarse capacità di adattamento ai danni derivanti soprattutto da siccità e ondate di calore potrebbero far aumentare le differenze economiche fra nazioni ricche e povere in Europa, dal momento che le temperature medie monitorate nell'ultimo decennio sarebbero di 1,3 gradi centigradi più calde rispetto all'era pre-industriale, facendo raggiungere un nuovo record. Questo tipo di vulnerabilità non avrebbe solo conseguenze sul territorio ma anche sulla coesione sociale per l'effetto dei crescenti costi per fronteggiare disastri naturalistici come inondazioni, tempeste e forti ondate di calore. A livello globale si registra ancora un aumento delle emissioni di gas ad effetto serra nonostante la recessione globale che ferma solo in parte il tessuto produttivo che rimane in attesa di eventuali riprese e le iniziative cosiddette "verdi" costituiscono ancora una bassa percentuale sul totale.
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Data: 22/11/2012
n°: 2062
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Barriera corallina dimezzata in Australia
In un periodo monitorato dal 1985 al 2012 la Grande Barriera Corallina australiana si sarebbe dimezzata passando da circa il ventotto percento a meno del quattordici percento principalmente a causa di tempeste, stelle di mare che si nutrono dei celenterati che costruiscono i coralli e poi i cambiamenti climatici con il conseguente aumento di temperatura dell'acqua che fa sbiancare le colonie di corallo morente. Secondo i ricercatori che studiano il fenomeno i cicloni che si sono abbattuti sulla barriera corallina (trentaquattro dal 1985) sarebbero i maggiori responsabili del danno; inoltre, bisognerebbe migliorare la qualità dell'acqua evitando di sversare fertilizzanti che favoriscono la crescita incontrollata di alghe di cui si nutrono le larve delle stelle marine che poi erodono i coralli. In passato era stato notato come la crescente acidificazione degli oceani oltre alle maggiori temperature dell'acqua ostacolasse la simbiosi fra coralli ed alghe.
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Data: 03/10/2012
n°: 2018
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Notevole scioglimento dei ghiacci dell'Artico
La superficie ghiacciata estiva dell'Artico si sarebbe dimezzata dal 1980 al 2007 passando da otto milioni di chilometri quadrati a quattro ed ormai si sarebbe ulteriormente ridotta ed il suo volume corrisponderebbe a circa ad un quarto di quanto era trenta anni fa dal momento che il ghiaccio è diventato molto più sottile con il rischio che dopo il 2030 si possa sciogliere completamente. Senza l'effetto albedo che consente ai ghiacci di riflettere i raggi solari si avrà un maggiore assorbimento della radiazione solare del mare che è più scuro di ghiaccio e neve, con la conseguenza di avere anche un maggior surriscaldamento globale (e variazioni climatiche imprevedibili) quantificabile in circa venti anni di emissioni di biossido di carbonio dovuto ad attività umane; poi bisogna considerare che nel permafrost dell'Artico sono "intrappolate" grandi quantità di metano che si libera nell'atmosfera con lo scioglimento dei ghiacci.
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Data: 07/09/2012
n°: 1995
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Biocarburanti ricavati da piante tossiche per l'uomo
A Cuba un'ampia zona sarebbe stata destinata alla coltivazione di una pianta facilmente adattabile anche in terreni con poco o nessun valore agricolo come la iatrofa dai cui semi tossici per l'uomo è possibile ricavare un biocarburante sia per autotrazione che per ricavare energia elettrica, ma in piccole dosi già da tempo era utilizzata a scopo medicamentoso per contrastare i parassiti intestinali ed abbassare la febbre. Circa cinquecentomila metri quadrati di superficie in una piccola fattoria nella provincia di Guantanamo sulla porta orientale dell'isola dovrebbero essere in grado di produrre ogni anno cento tonnellate di carburante "verde" ed i primi litri ottenuti sono stati utilizzati senza problemi per alimentare macchinari agricoli. A Cuba già da tempo si utilizzavano le biomasse ottenute dal sottobosco e campi di canna da zucchero per ricavare energia elettrica e l'obiettivo sarebbe quello di aumentare la quota di risorse rinnovabili.
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Data: 17/07/2012
n°: 1950
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Livelli degli oceani in costante aumento
Le maggiori temperature dei mari si diffonderebbero anche nelle profondità marine e queste acque più calde finiscono per miscelarsi in diverse zone degli oceani causando lo scioglimento dei ghiacci delle calotte polari ed il conseguente rialzo del livello dei mari, fenomeno che secondo i ricercatori si potrà rallentare limitando le emissioni inquinanti ma non fermare nella sua progressione nei prossimi secoli. Fra il 2005 ed il 2010 il livello dei mari sarebbe cresciuto di circa 2,3 millimetri all'anno e quindi cercare di evitare un ulteriore aumento delle temperature globali significa anche rallentare questa progressione che ha effetti sensibili per le popolazioni costrette ad abbandonare le proprie terre (in alcuni casi ci potrebbe essere anche un fattore legato al movimento di placche tettoniche). Una delle zone in media più soggette al rialzo dei mari, che ha un andamento non uniforme, sembrerebbe essere quella posta circa fra Norfolk e Boston.
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Data: 03/07/2012
n°: 1937
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Difendersi da un sole caldissimo
Le ondate di calore di tipo africano stanno diventando un fenomeno ricorrente in questi ultimi anni con temperature che hanno superato i 37° con alto tasso di umidità, che altera la sensazione del calore percepito e gli esperti affermano che oltre un certo limite l'aumento di ogni grado di temperatura corrisponde ad un incremento dell'indice di mortalità di circa il 3%; quindi è importante cercare di difendersi dal sole e dal vento caldissimi cominciando dall'alimentazione (angurie, pesche, meloni..) e bottiglia d'acqua al seguito, abbigliamento di cotone o lino chiaro a strati, ampio cappellino e scarpe di tela, movimenti lenti ed esercizi di rilassamento per evitare malori. Da segnalare che potrebbe essere di qualche beneficio utilizzare una buona crema-latte solare protettiva ed idratante anche alla guida, dal momento che a quanto pare la pelle nelle zone a sinistra del corpo vicine al finestrino sarebbe soggetta in misura maggiore ad essere aggredita dai tumori (l'auto poi sotto il sole diventa un forno, quindi poco adatta per anziani e cardiopatici).
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Data: 01/07/2012
n°: 445
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Iniziative individuali per salvaguardare l'ambiente
Un minimo progresso in campo ecologico con economie più sostenibili per salvaguardare l'ambiente è destinato ad essere sostenuto solo da iniziative individuali dal momento che le autorità internazionali non sembrerebbero intenzionate a raggiungere un accordo che possa produrre qualche miglioramento rispetto a standard precedenti, almeno da quanto risulta dai risultati ottenuti da vertici in Brasile e le successive polemiche che alcuni in seguito hanno avanzato su questioni che vanno dallo sfruttamento sostenibile dell'energia, la sicurezza del cibo e degli oceani anche per quanto riguarda l'inquinamento e il surriscaldamento climatico. Le nazioni realmente povere spesso più colpite dai cambiamenti climatici, non hanno nemmeno voce in capitolo, mentre paesi cosiddetti in "via di sviluppo" sembrerebbero quelli che maggiormente potrebbero fare la differenza ad esempio nello sfruttamento dei combustibili fossili.
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Data: 25/06/2012
n°: 1930
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Soluzioni climatiche per una popolazione crescente
Alleggerire l'impronta ecologica globale sul pianeta sembrerebbe una delle soluzioni da adottare secondo le autorità in congressi internazionali che invitano a concentrare l'attenzione per quanto riguarda l'impatto sull'ambiente dei consumi adottati da una popolazione crescente, dal momento che secondo alcune stime entro il 2050 ci potrebbero essere fra gli otto e gli undici miliardi di individui. I paesi "poveri" in via di sviluppo avranno bisogno con l'andare del tempo di un maggiore utilizzo di risorse naturali, ma lo sfruttamento del pianeta è già a livelli valutati piuttosto alti (senza considerare l'inquinamento allarmante) e quindi un ulteriore aumento dei consumi potrebbe provocare conflitti sociali ad esempio in Africa in paesi come il Ruanda dove le donne sono costrette ad avere più figli di quanti ne desiderino e la stessa competizione per cibo e risorse è stata individuata fra le cause del genocidio.
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Data: 15/06/2012
n°: 1922
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Livelli di biossido di carbonio molto alti sull'Artico
Le stazioni meteorologiche di monitoraggio sull'Artico avrebbero misurato un livello molto alto di concentrazione di biossido di carbonio, superiore alle quattrocento parti per milione, anche se questo valore era già stato previsto dai calcoli effettuati da tempo sulle percentuali annue di aumento dei gas ad effetto serra e lo stesso livello globale di CO2 (al momento 393 ppm) raggiungerà presto in pochi anni questi livelli principalmente a causa dell'aumento progressivo del consumo di combustibili fossili ad esempio per produrre elettricità e per autotrazione. Parte del biossido di carbonio rilasciato in atmosfera è di origine naturale e deriva dalla decomposizione di piante ed animali, ma prima dell'era industriale la concentrazione di CO2 era solo di 275 ppm, poi bisognerebbe considerare che questo gas permane nell'atmosfera per circa cento anni ed in parte per migliaia, quindi bisognerebbe cercare di limitare il più possibile le emissioni inquinanti.
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Data: 01/06/2012
n°: 1910
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Emissioni di CO2 da limitare fra paesi ricchi e poveri
Riuscire a trovare un accordo per limitare le emissioni inquinanti nel globo rimane sempre piuttosto difficoltoso dal momento che mentre i paesi in via di sviluppo sostengono che dovrebbero contribuire maggiormente ai tagli i paesi industrializzati che storicamente hanno contribuito molto di più di quelli "poveri" all'aumento dell'inquinamento, viceversa i paesi ricchi fanno notare come ormai ad esempio la Cina (nonostante un recente miglioramento nell'efficienza produttiva) sia diventato il paese che inquina di più e l'India ha superato la Russia in emissioni. Le emissioni globali tendono ad aumentare e non a diminuire con un record di oltre 31,6 gigatonnellate nel 2011 con conseguenze devastanti per alcune zone del pianeta più soggette ai cambiamenti climatici e quindi per evitare che le temperature medie ed il livello dei mari continui progressivamente ad aumentare bisognerebbe cercare di trovare un accordo.
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Data: 25/05/2012
n°: 1904
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Discussioni su impianto di cattura del CO2
In seguito all'inaugurazione in Norvegia del più grande impianto di cattura e stoccaggio del biossido di carbonio al mondo non mancano le discussioni sull'utilità ed efficacia del progetto con alcuni che sottolineano la possibilità in questo modo di far scendere le concentrazioni di CO2 ad effetto serra nell'atmosfera ed altri che fanno notare che non mancano i rischi in caso di fuoriuscita del gas pompato in grandi quantità nelle caverne sotto terra. La complessa tecnologia utilizzata per questo processo ha ancora larghi margini di miglioramento in efficienza dal momento che uno dei punti deboli dell'impianto sarebbe proprio negli eccessivi consumi energetici, e quindi proprio la caratteristica che si cerca da tempo a tagliare in tutti i modi e le stesse energie rinnovabili ormai sarebbero competitive con quelle tradizionali; comunque per il momento gli impianti detti CCS (carbon capture and storage) rappresentano l'unico metodo di salvaguardia ambientale.
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Data: 14/05/2012
n°: 1893
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Effetti sulla natura del surriscaldamento climatico
Le piante sembrerebbero adattarsi al surriscaldamento climatico in modo più veloce del previsto e quindi ogni grado Celsius in più di temperatura significa una crescita anticipata quantificabile in circa cinque o sei giorni e quindi prima anche dei rispettivi modelli di laboratorio considerando un'annualità, con conseguente richiesta d'acqua e di risorse nutritive; ma si tratta di osservazioni che andrebbero verificate accuratamente in modo globale su larga scala per essere attendibili. Da tempo sono stati verificati gli effetti nocivi sulla natura dell'effetto serra che ha un meccanismo che tende ad autoalimentarsi anche se i ricercatori fanno notare che è difficile riprodurre in laboratorio (o altre strutture attrezzate) tutte le variabili relative alle varie condizioni naturali per simulare lo stesso tipo di effetto e l'unica evidenza che risulta dagli studi sarebbe proprio un maggior impatto rispetto a quanto risultava da stime precedenti.
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Data: 03/05/2012
n°: 1884
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Sistemi predittivi ed allerta per terremoti più precisi
Per poter dare degli allarmi urgenti ed in tempo utile ad avvisare la popolazione in caso di terremoti e tsunami secondo i ricercatori non bastano i dati dei sismografi, dal momento che per magnitudini superiori a sette la precisione di questi strumenti sarebbe meno accurata; e nel caso dello tsunami che nel marzo del 2011 ha colpito il Giappone i dati relativi alla forte scossa tellurica in mare e al conseguente alta onda di tsunami erano stati sottostimati. Dai dati rilevati dalla buona rete di sismografi giapponesi risultava una magnitudo di otto sulla scala Richter per circa due minuti che sicuramente produce uno tsunami consistente, ma non come quello disastroso che ha anche causato il grave incidente nucleare nella centrale di Fukushima in seguito a scosse valutate incrociando anche i dati GPS di magnitudo nove; quindi secondo i ricercatori sarebbero necessari sistemi più accurati di rilevazione anche in funzione preventiva.
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Data: 20/04/2012
n°: 1875
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Ipotesi sul surriscaldamento climatico nel passato
Fra ventimila e diecimila anni fa potrebbe esserci stato un surriscaldamento climatico causato dall'aumentata concentrazione di biossido di carbonio da circa 180 a 260 parti per milione, e questo alla fine dell'ultima era glaciale in cui gran parte dell'emisfero a nord era ricoperto di giaccio, come testimoniano i carotaggi dei vari strati in profondità e le conchiglie di creature antichissime. I ricercatori fanno notare che attualmente la concentrazione di CO2 sarebbe di 392 ppm (alcuni dicono superiore) e questo può anche far pensare ad un'altra specie di passaggio di era geologica, ma i dati sono spesso contraddittori e non è detto che questo si verifichi. Sappiamo da studi effettuati in passato che la storia dell'evoluzione sembrerebbe segnata da "crisi ambientali" che determinano sconvolgimenti come ad esempio dal Paleozoico al Mesozoico, ma le cause non sono ancora state accertate con sicurezza e le ipotesi tendono a moltiplicarsi.
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Data: 07/04/2012
n°: 1865
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Carburanti meno inquinanti per l'ambiente
I ricercatori sembrerebbero puntare ad una nuova generazione dei cosiddetti biofuel o carburanti che abbiano un minore impatto sull'ambiente visto che i parametri di "salute" del pianeta sembrerebbero peggiorare velocemente sia come immissione di biossido di carbonio nell'atmosfera sia come acidificazione a ritmi crescenti degli oceani che tendono ad assorbire il CO2 dell'aria superficiale con serie conseguenze su alcune specie marine che risentono particolarmente di queste variazioni che si ripercuotono poi su tutta la filiera biologica e sulla biodiversità. Spostando l'attenzione ad un tipo di inquinamento locale e cittadino da segnalare ancora il problema delle polveri sottili in qualche città italiana in alcuni casi costrette a regolamentare il traffico (a targhe alterne) o sperare in correnti atmosferiche che possano ripulire un po' l'aria mentre in poche settimane la temperatura è passata da valori quasi siberiani e decisamente primaverili.
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Data: 02/03/2012
n°: 1833
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Gelo di tipo siberiano in Europa
Delle correnti fredde provenienti da nord-est di tipo siberiano stanno facendo scendere le temperature a livelli record anche oltre i trenta gradi sotto zero in diversi stati europei e si contano decine di vittime per ipotermia, congelamento ed altre cause collegabili al gran freddo (due anche in Italia) mentre la colonnina di mercurio potrebbe ancora scendere anche a causa dei venti "ghiacciati delle steppe". La condizione anomala dovrebbe rientrare in quella gamma di fenomeni estremi dovuti ai cambiamenti climatici e all'effetto serra che ha provocato delle variazioni nella circolazione delle correnti temperate che di solito consentono un clima di tipo mediterraneo ad esempio in Italia. Nonostante il freddo di questi ultimi giorni l'attività solare è quasi ai suoi massimi (il picco, però, è atteso nel 2013) per un ciclo di circa undici anni, tanto che gli intensi bagliori del sole pare rendano a volte visibili nel globo fenomeni spettacolari di luce simili ad aurore boreali.
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Data: 01/02/2012
n°: 1806
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Un futuro elettrico per le automobili ed inquinamento
Lo sviluppo tecnologico nel settore delle automobili elettriche procede molto lentamente rispetto alle esigenze del mercato e soprattutto dell'ambiente, ma qualche modello è da tempo disponibile anche se con ridotta autonomia rispetto alla propulsione con i sempre più cari derivati del petrolio e ultimamente la Cina sembrerebbe intenzionata a puntare sulla fabbricazione di batterie e motori elettrici in collaborazione con produttori esteri penalizzando l'importazione di modelli che non abbiano parte della componentistica di produzione locale (principalmente per favorire l'industria automobilistica nazionale). Le autorità cinesi sarebbero anche intenzionate a rendere pubblici a partire dal 2016 i valori di particolato sottile PM2,5 della città di Pechino, immersa in una cappa di polveri dal diametro di circa 1/30 il diametro di un capello, che secondo alcuni causano problemi respiratori e di conseguenza numerose vittime da inquinamento.
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Data: 10/01/2012
n°: 1786
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Accordo climatico difficoltoso
Riuscire a raggiungere un accordo climatico fra molti paesi per limitare le emissioni inquinanti senza il consenso delle due maggiori potenze responsabili dell'inquinamento globale sembrerebbe ormai di scarsa utilità, visto l'aggravamento della situazione monitorata riguardo la concentrazione dei gas ad effetto serra presenti nell'atmosfera, e quindi limitare a due gradi il rialzo delle temperature globali nel prossimo futuro sarà quasi impossibile ed anzi il surriscaldamento potrebbe essere doppio o triplo a questi ritmi. La proposta per le superpotenze di aderire ad un accordo dopo il 2020 è anche ostacolato da condizioni considerate poco trattabili nei negoziati con l'Europa e dal quadro di competizione economica che tende a frenare le iniziative salutari riguardo la tutela dell'ambiente, finendo per condizionare anche le scelte di altri grandi stati industrializzati; ma i cambiamenti climatici probabilmente provocheranno danni di entità incalcolabile. - Raggiunto poi un parziale accordo da pianificare per il 2015 in una piattaforma che sarà adottata nel 2020.
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Data: 10/12/2011
n°: 1759
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Iniziative per limitare le emissioni inquinanti
In seguito alla constatazione, verificando i valori relativi al surriscaldamento climatico del pianeta, che le emissioni inquinanti stanno aumentando con effetti visibili a partire dal "tetto del mondo" con i ghiacci della catena dell'Himalaya che si stanno sciogliendo a velocità crescente mostrando i residui carboniosi dell'inquinamento, diverse iniziative mirano a migliorare ad esempio le catene produttive alimentari con colture idroponiche a ciclo ecologico sostenibile senza trasporti a lunga distanza o negli altri casi utilizzando filtri nei mezzi di trasporto e navi per abbattere gli inquinanti. Dall'analisi dell'aria e dei ghiacci presenti sull'Imalaia pare sia stato possibile verificare con la tecnica del carotaggio che le emissioni ad effetto serra prodotte in una parte del globo sono misurabili dagli strumenti che mostrano il progressivo aumento delle particelle di fuliggine e per quanto riguarda l'aria i gas tipici delle produzioni e lavorazioni industriali come l'ozono.
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Data: 08/12/2011
n°: 1757
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Uomo responsabile per tre-quarti dell'effetto serra
Nel convegno di Durban per fronteggiare i cambiamenti i climatici in atto sul pianeta che durerà fino al 9 dicembre è stato calcolato che nonostante nel 2009 vi sia stata una minore emissione di biossido di carbonio nell'atmosfera il bilancio dell'ultimo decennio sarebbe il maggiore negli ultimi cinquanta anni, con emissioni in aumento nel 2010 e secondo uno studio svizzero l'uomo sarebbe responsabile di circa i tre-quarti del surriscaldamento climatico a partire dal 1950, considerando che per l'effetto aerosol con particelle sospese nell'aria che riflettono i raggi solari ci potrebbe essere all'opposto una quota di raffreddamento. Le nazioni più povere e non responsabili delle emissioni inquinanti propongono tagli drastici delle concentrazioni di CO2 nell'atmosfera fino a circa 350 ppm (parti per milione), obiettivo molto difficile dal momento che alcuni sostengono che si sia ormai superata la quota considerata rischiosa dei 400 ppm.
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Data: 05/12/2011
n°: 1754
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Nuovi provvedimenti ambientali dopo Kyoto
A quindici anni di distanza dal protocollo di Kyoto che prevedeva una serie di provvedimenti per limitare le emissioni inquinanti, dei nuovi provvedimenti saranno discussi a Durban in Sud Africa per sostituire quelli che hanno prodotto qualche risultato anche se non sono stati adottati in modo globale, e nonostante i dati ormai evidenti dell'impatto dei cambiamenti climatici pare che non sarà facile convincere tutti i paesi ad adottare soluzioni utili a proteggere e tutelare l'ambiente. L'accordo di Kyoto era stato siglato nel 1997 da molti paesi industrializzati che si impegnavano a ridurre (rispetto al 1990) del 5,2 percento le emissioni di anidride carbonica ed altri provvedimenti successivi che a volte non sono stati ratificati o sono stati posti in discussione, ma gli effetti dell'effetto serra e del conseguente surriscaldamento climatico non si sono fatti attendere con eventi meteorologici estremi, rialzo dei mari.. molte specie animali minacciate e calo della biodiversità.
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Data: 26/11/2011
n°: 1747
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Raggiunti nuovi record di gas ad effetto serra
Secondo organizzazioni internazionali che monitorano la salute dell'ambiente le emissioni di gas serra nell'atmosfera avrebbero raggiunto concentrazioni record nel 2010 e sarebbero aumentate più velocemente rispetto al decennio precedente e per esempio la concentrazione di metano in confronto con l'era pre-industriale sarebbe aumentata del centocinquantotto percento, considerando che si tratta di un gas che provoca un effetto serra molto marcato, in confronto al biossido di carbonio aumentato del trentanove percento e l'ossido di azoto aumentato del venti percento. Da tenere presente che dal 1958 si è cominciato a monitorare sistematicamente le concentrazioni di CO2 nel pianeta rilevando un dato di circa trecentoquindici ppm (parti per milione) che sono aumentate gradualmente, mentre quelle di metano crescevano più rapidamente principalmente a causa dell'abbattimento delle foreste e della loro sostituzione con fattorie e dello scioglimento dei ghiacci polari.
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Data: 22/11/2011
n°: 1743
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Impatto dei cambiamenti climatici sulla salute
I cambiamenti climatici in atto sul pianeta con variazione dei livelli medi delle temperature e della diffusione sia vegetale che animale nel globo potrebbero favorire la trasmissione di malattie patogeniche come malaria, schistosomiasi e dengue oltre a provocare oscillazioni in quelli che sono le condizioni naturali che consentono una biodiversità salutare, ed ormai questo tipo di variazioni sono percepibili anche dall'uomo senza la necessità di dover controllare sterili dati di riferimento. A causa dell'effetto serra dovuto principalmente alle emissioni derivanti dall'utilizzo di combustibili fossili le temperature di media globali si calcola che possano aumentare oltre i due - quattro gradi circa (a seconda dello scenario previsto) entro la fine del secolo con conseguenze sulla salute delle popolazioni costrette ad adattarsi a "nuovi" ambienti naturalistici considerando anche le terre sottratte dal rialzo continuo dei livelli dei mari.
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Data: 19/11/2011
n°: 1741
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Sette miliardi di individui e salute del pianeta
La notizia che secondo un calcolo statistico il pianeta sarebbe popolato da sette miliardi di individui indipendentemente dal luogo (Filippine, India..) dove questo neonato-a sia nato pone una serie di interrogativi su quale sarà la sorte del pianeta a livello di sostenibilità ambientale considerando che la popolazione mondiale sarebbe raddoppiata in soli cinquant'anni. Le attività umane lasciano una pesante impronta ecologica in tutto il globo a parte le popolazioni che riescono a vivere in equilibrio con l'ambiente rispettando la biodiversità e la sopravvivenza delle altre forme di vita che popolano il pianeta mantenendo un tasso di crescita individuale piuttosto basso, come è stato per millenni; ma nei paesi industrializzati questo equilibrio è stato spezzato. I cambiamenti climatici che stanno causando vittime, sofferenze, distruzioni di strutture e di raccolti agricoli testimoniano l'impatto di un "esercito di superconsumatori" su un fragile pianeta.
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Data: 01/11/2011
n°: 1725
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Identificato un sottile strato di ozono su Venere
Sulla Terra l'ozonosfera rende possibile la vita proteggendo gli organismi viventi filtrando i dannosi raggi UV provenienti dal Sole e gli scienziati avrebbero scoperto che anche intorno a Venere ci sarebbe uno strato di ozono centinaia di volte meno denso di quello presente sul nostro pianeta; infatti, osservando le stelle attraverso l'atmosfera di Venere esse risulterebbero meno luminose a causa proprio dell'effetto filtro per i raggi ultravioletti svolto da un sottile strato di ozono (gas con tre atomi di ossigeno). Studi precedenti avevano già ipotizzato che sia su Marte che su Venere in tempi molto remoti ci potesse essere stata un'atmosfera simile a quella della Terra, poi trasformazioni chimico-fisiche avrebbero causato cambiamenti radicali fino a rendere quasi impossibili eventuali forme di vita. Da ricordare che sulla Terra in alcune zone è stato registrato ultimamente un allargamento del buco nell'ozonosfera che avrebbe apparentemente andamenti ciclici.
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Data: 08/10/2011
n°: 1705
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Conseguenze sulla salute dell'effetto serra
Le temperature anomale registrate in alcune zone del globo con dati che ad esempio in Italia quantificano il surriscaldamento climatico con picchi fino ad otto gradi sopra le medie del periodo oltre ad arrecare danni all'agricoltura e all'ecosistema potrebbero avere conseguenze sulla salute favorendo la diffusione di alcune malattie e rendendole più difficili da curare. La stessa salute delle piante è minacciata dallo "stress termico" con coltivazioni che richiederebbero di essere spostate a quote più elevate o in climi più settentrionali, senza contare i danni globali all'economia agricola ed i relativi disagi. Spostando l'attenzione ad altri scenari che riguardano la stato di salute del pianeta, da segnalare che forti tornado continuano a flagellare Cina, Vietnam, Cambogia, Thailandia e soprattutto le Filippine colpite a ripetizione da questi vortici che lasciano al loro passaggio una scia di distruzione, con campi allagati e rischio di malattie epidemiche.
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Data: 03/10/2011
n°: 1700
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Malattie causate dal surriscaldamento degli oceani
Le specie marine si spostano velocemente per il surriscaldamento degli oceani ed anche alcuni generi di vibrioni tendono a proliferare a causa della maggiore temperatura dell'acqua, ma questo finisce per favorire l'aumento di gastroenteriti ed altre malattie per la contaminazione della catena alimentare, che richiederà un costo molto alto in relative cure. L'ingestione di questi patogeni che tendono a proliferare nell'acqua surriscaldata a causa dell'effetto serra potrebbe anche provocare setticemie ed epidemie di colera; inoltre, l'acidificazione dei mari comporta una minore quota di biossido di carbonio che le alghe riescono a catturare con la conseguenza che il gas finisce nell'atmosfera contribuendo ad alimentare il meccanismo del surriscaldamento globale, senza contare l'erosione delle coste anche causata dall'innalzamento dei mari dovuto principalmente allo scioglimento dei ghiacci polari.
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Data: 15/09/2011
n°: 1685
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Emissioni inquinanti vicine ai limiti stabiliti
In questi ultimi tempi una crisi economica di tipo globale ha portato alla riduzione di alcune attività industriali con conseguenti minori emissioni inquinanti nell'ambiente, a parte i paesi in via di sviluppo che sembrerebbero risentire di meno delle dinamiche altalenanti dei mercati finanziari e quindi continuano ad immettere nell'atmosfera grandi quantità di CO2 ed altri inquinanti ad effetto serra. I dati comunicati relativi al 2010 delle attività umane indicano una cifra complessiva superiore a trenta miliardi di tonnellate di biossido di carbonio, considerando che il limite stabilito per evitare a lungo termine l'aumento globale delle temperature di due gradi era stato fissato in circa trentadue miliardi di tonnellate di CO2 ogni anno, limite che secondo le stime potrebbe essere raggiunto già quest'anno e questa ipotesi conduce a scenari di surriscaldamento globale piuttosto "aggressivi" per l'ambiente e l'equilibrio ecologico a causa di fenomeni estremi.
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Data: 09/08/2011
n°: 1653
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Cambiamenti climatici e stabilità sociale
Nonostante i paesi responsabili dei cambiamenti climatici in atto sul pianeta facciano fatica a trovare linee di intesa per fronteggiare una situazione ambientale sempre più degradata, ormai appare abbastanza chiaro che il rischio non è solo ai danni della natura ma anche per la stessa stabilità sociale delle nazioni che vedono minacciate le stesse strutture e istituzioni su cui si reggono; quindi, di conseguenza anche sicurezza e pace fra gli stati potrebbero risentire ad esempio dello spostamento di grandi masse di popolazioni che cercano risorse per sopravvivere. Ci sono diversi scenari poco equilibrati sul piano ambientale e quello della Somalia con oltre tre milioni di persone affamate a causa di una siccità prolungata (e da conflitti di tipo religioso) è solo uno degli aspetti più evidenti in una visione globale che dovrebbe considerare anche i cambiamenti naturalistici che prima o poi interesseranno anche paesi per il momento stabili.
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Data: 22/07/2011
n°: 1638
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Funzione ecologica dei grandi predatori
La struttura dell'ecosistema sarebbe abbastanza complessa e la diminuzione di grandi predatori a livello globale potrebbe essere anche causa di pandemie dal momento che ad esempio in Africa i leoni ed i leopardi cacciati da bracconieri fanno aumentare la popolazione di babbuini che possono trasferire dei parassiti intestinali agli uomini che vivono nelle vicinanze di queste grosse scimmie. La diminuzione di squali, lupi e leoni (una specie di parziale estinzione di massa) secondo ricercatori americani porta a disequilibri nell'ecosistema con conseguenze di tipo inusuale proprio a danno degli uomini che con le loro attività modificano profondamente il territorio. La funzione ecologica di alcuni grandi animali predatori può essere anche misurata dal consumo di vegetazione delle prede erbivore considerando che tutto l'ecosistema è regolato su complessi equilibri, che richiederebbero studi più approfonditi.
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Data: 16/07/2011
n°: 1633
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Pesca insostenibile e risorse alimentari ridotte
La pesca intensiva tipo "estrazione industriale" in Europa pare abbia raggiunto nuovi picchi di sfruttamento tanto che in certi casi è talmente alta la spesa per cercare di catturare i pochi pesci rimasti che sono necessari sussidi economici per sostenere una filiera alimentare costretta ad aumentare i prezzi tenendo conto dello scarso pescato e delle regole di mercato; quindi, la Commissione Europea sta preparando delle riforme su tutto il settore (considerando il numero di flotte autorizzate) anche seguendo l'esempio di altri paesi che già hanno adottato modelli più sostenibili per l'ambiente. Per quanto riguarda le risorse alimentari nel globo oltre ai rincari che si sono susseguiti a ripetizione soprattutto nei paesi poveri ora una grave siccità sta colpendo diversi paesi africani provati anche da decenni di conflitti come la Somalia, e la popolazione è costretta a viaggi estenuanti in cerca di cibo lasciando le proprie case.
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Data: 14/07/2011
n°: 1631
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Ghiaccio disciolto velocemente da oceani più caldi
Le temperature superficiali monitorate nei mari non sembrerebbero aumentare in modo uniforme dal momento che in Groenlandia si prevede un rialzo più sensibile che nell'Antartide e i ghiacci potrebbero sciogliersi ad un ritmo maggiore del previsto per la constatazione che la struttura del ghiaccio risente maggiormente di una temperatura più alta dell'acqua rispetto a quella dell'aria sempre a causa dell'effetto serra. I ricercatori fanno notare come immergendo un cubetto di ghiaccio nell'acqua calda si scioglierà velocemente; invece, posto in un ambiente piuttosto caldo resisterà anche ore prima di sciogliersi completamente. Le modificazioni ambientali potrebbero avere conseguenze significative sulla stessa struttura complessiva dei ghiacci polari, ma in questo caso si tratta di studi che richiedono ulteriori verifiche anche per cercare di prevedere con precisione di quanto si alzerà il livello globale dei mari.
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Data: 04/07/2011
n°: 1622
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Plankton individuato nel Nord Atlantico
Seguendo il percorso di alcune balene i ricercatori avrebbero individuato delle nuove rotte percorse da questi cetacei che nel mare si cibano di plankton che a causa del surriscaldamento globale ormai è presente nel Nord Atlantico e questo probabilmente non accadeva da circa due milioni di anni, ma il rapido scioglimento dei ghiacci e la conseguente zona rimasta libera nel Passaggio a Nord-Ovest facilitano la migrazione di specie ad un ritmo e con velocità inaspettata con impatto notevole sulla biodiversità naturale. La salute del mare monitorata ultimamente apparirebbe peggiorata a causa principalmente dell'acidificazione dell'acqua con minore ossigenazione oltre al problema della pesca a livelli non sostenibili; inoltre, il livello del mare crescerebbe in media di circa due millimetri all'anno da quando è iniziata l'era industriale, un valore molto alto senza considerare il rilascio di grandi quantità di metano nell'atmosfera.
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Data: 28/06/2011
n°: 1617
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Energie rinnovabili come principale fonte energetica
Nei prossimi decenni le energie rinnovabili dovrebbero diventare secondo le previsioni degli analisti la principale fonte energetica sia per le industrie che per le abitazioni passando da circa il tredici percento del 2008 al settantasette percento del 2050 (nello scenario calcolato con più ottimismo), anche se sarà necessario cercare di eliminare gli ostacoli che impediscono la diffusione dei nuovi apparati che saranno sempre più economici, facilmente utilizzabili ed adatti a contrastare i cambiamenti climatici. Da tempo è allo studio il fotovoltaico organico o di terza generazione che dovrebbe essere prodotto anche in pannelli flessibili o che si nascondono negli stessi materiali da costruzione ed anche gli impianti geotermici e a biomasse stanno diventando più efficienti; inoltre, le varie apparecchiature consumeranno in media meno energia come ad esempio i computer dotati di microprocessori con struttura interna tridimensionale.
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Data: 06/05/2011
n°: 1572
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Ambiente sofferente
Sono stati stanziati dei fondi per la costruzione di un nuovo sarcofago di contenimento per le radiazioni a Chernobyl a venticinque anni dal disastro atomico del 26/04/1986 che ancora causa sulla popolazione delle conseguenze sulla salute, mentre ad un anno dall'incidente ad una piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico che ha provocato lo sversamento di quasi ottocento milioni di litri di greggio ancora si studiano le conseguenze a lungo termine sull'ecosistema. L'ambiente appare sofferente a causa di gravi incidenti (come attualmente in Giappone) e dei cambiamenti climatici che hanno conseguenze socioeconomiche rilevanti ed ostacolano un corretto sviluppo a causa delle minori entrate e mezzi di sostentamento soprattutto per zone povere ad alta densità di popolazione, mentre i paesi industrializzati non sembra abbiano diminuito significativamente le proprie emissioni inquinanti.
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Data: 20/04/2011
n°: 1559
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Provvedimenti contro proliferazione alghe tossiche
Le previsioni sugli andamenti climatici sul pianeta ed in particolare riguardo alla salute degli oceani, in un vicino futuro, spingono i ricercatori a pianificare provvedimenti per evitare la proliferazione di alghe tossiche dalla caratteristica colorazione rossa dovute al surriscaldamento globale che producono una tossina che tenderebbe ad accumularsi soprattutto nei molluschi. Secondo i ricercatori la tossina prodotta da questo tipo di alghe se ingerita attraverso il consumo di molluschi potrebbe causare disturbi gastrointestinali o neurologici di varia intensità ed anche poco salutari paralisi muscolari e per prevenire per quanto possibile la proliferazione delle alghe nei decenni bisognerebbe monitorare i tempi di apertura e chiusura dei periodi di raccolta dei molluschi nei fondali marini di anno in anno adeguandasi alle variazioni climatiche di temperatura in modo da evitare che le alghe tossiche possano proliferare.
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Data: 21/02/2011
n°: 1506
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Temperature in aumento nei parchi in Alaska
I parchi naturalistici in Alaska subirebbero i danni dovuti all'aumento delle temperature medie che fanno sciogliere il ghiaccio formando rivoli di fango ed acqua che scavano solchi nelle strade e nei sentieri rendendo difficile l'accesso; inoltre, anche la nuova vegetazione che spunta nella tundra finisce per ostacolare il panorama ai visitatori. Secondo alcuni dati le temperature monitorate in Alasca sarebbero aumentate dagli anni '70 in percentuale circa tre volte superiore rispetto ad altri stati collocati più a sud e questo provoca lo scioglimento di grandi masse di ghiaccio che possono anche mettere a rischio la sicurezza dei lavoratori dei parchi oltre a quella dei visitatori. Gli esperti in qualche caso notano subito le differenze nel paesaggio che del resto risulterebbero evidenti a tutti confrontando vecchie e nuove foto, poi sarebbe immediatamente visibile l'erosione che minaccia le coste, i siti archeologici e le varie strutture in Alaska.
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Data: 14/02/2011
n°: 1500
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Ghiacciai in Patagonia e Groenlandia piuttosto sciolti
La misurazione dello strato ghiacciato in Groenlandia dimostrerebbe che nella scorsa stagione estiva lo scioglimento del ghiaccio è stato maggiore a causa dell'allungamento delle giornate considerate "calde" con temperature in media superiori di tre gradi; inoltre anche i ghiacciai in Patagonia si sciolgono piuttosto velocemente ed in particolare il Perito Moreno in Argentina. Oltre al surriscaldamento in generale del Pianeta, dal momento che il 2010 è stato l'anno più caldo in media mai registrato con temperature leggermente superiori al 2005 e al 1998 (considerate annate molto calde), anche la carenza di precipitazioni nevose tende a far sciogliere i ghiacciai velocemente oltre alle particelle carboniose o scure depositate sul ghiaccio, poi bisognerebbe considerare che vi sono aree più o meno interessate dai cambiamenti meteorologici collegati alle correnti globali come El Nigno e La Nigna, che secondo alcuni si stanno intensificando.
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Data: 24/01/2011
n°: 1482
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Australia torrenziale e molecole carboniose
La viabilità nel Queensland in Australia è ancora resa difficile dai torrenti d'acqua alimentati dalle forti piogge che si riversano nelle strade trasformandole in "fiumi" che trascinano le auto a grande distanza in particolare nella città di Toowoomba; si contano nove vittime, numerosi feriti e dispersi nelle ampie zone colpite dall'inondazione ed anche nella grande città di Brisbane la popolazione si sta preparando all'evacuazione. Spostando l'attenzione ad un altro settore che risente dei cambiamenti climatici in atto sul pianeta, uno studio avrebbe evidenziato l'effetto di tipo inerziale dei gas ad effetto serra, dal momento che le molecole carboniose emesse dalle fonti energetiche di origine fossile e dalla deforestazione rimarrebbero per molti secoli nell'atmosfera e quindi continuerebbero ad esercitare la loro azione che agisce sul surriscaldamento globale e quindi anche i ghiacciai possono risentire di questo fenomeno che si autoalimenta.
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Data: 11/01/2011
n°: 1471
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Pacchetto clima Cancun non vincolante
Dopo l'approvazione dell'accordo di Cancun sulle misure da adottare per contenere il surriscaldamento globale del pianeta entro i due gradi entro fine secolo si discute sul fatto di come i provvedimenti non siano vincolanti, e gli obiettivi di contenere le emissioni inquinanti di gas ad effetto serra fino al quaranta percento entro il 2020 sembrino quasi proposte e gli stessi fondi a salvaguardia dell'ambiente non siano ben specificati (a parte quello per aiutare i paesi in via di sviluppo). Durante il vertice erano state avanzate semplici proposte che potevano avere effetti pratici come in questo caso ad esempio in Messico di sostituire tutte le vecchie ed inquinanti macchine per produrre le tortilla con nuovi modelli ecologici oltre ad adottare scalda acqua di tipo solare; inoltre, la spesa globale nel 2030 per fronteggiare i cambiamenti climatici era stata quantificata in circa centocinquanta milioni di dollari all'anno (senza considerare il danno al pianeta).
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Data: 12/12/2010
n°: 1446
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Nuovi studi su malattie epidemiche
Una proteina aggiuntiva responsabile della diarrea in una malattia epidemica tornata all'attenzione in questi ultimi periodi di tempo come il colera sarebbe stata individuata esaminando gli oltre duecento sierogruppi presenti nel vibrione ed evidenziando che ci potrebbero essere due meccanismi patogenetici alla base della stessa patologia e che ne provocano la diffusione. Le differenze nella virulenza del vibrione del colera sarebbero state analizzate comparando diversi genomi e di un particolare sistema di secrezione responsabile della malattia e della diarrea. Da segnalare spostando l'attenzione su un altro campo di ricerca che sarebbe stato messo a punto un nuovo test rapido per la diagnosi della tubercolosi in circa cento minuti, invece dei tre mesi che erano necessari precedentemente, e questa nuova tecnica potrebbe anche essere utile nei pazienti asintomatici come "salvavita" contro la malattia infettiva.
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Data: 11/12/2010
n°: 1445
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Cina ed India ostacolano piani cambiamenti climatici
Parte al ribasso il vertice di Cancun con circa venti capi di stato contro i centoventi presenti a Copenhagen e in più con accuse a Cina ed India di voler modificare piani sui cambiamenti climatici già concordati in precedenti vertici, ma un ostacolo ancora maggiore sarebbe la differenza di vedute fra paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo, senza considerare che molti paesi non responsabili dell'aumento delle emissioni inquinanti avrebbero anche scarsa voce in capitolo. Un altro problema da affrontare pare sia quello di un calo di credibilità dei valori scientifici rilevati che sono stati messi più volte in discussione, ma dati recenti confermerebbero il surriscaldamento globale (da considerare in media e sui lunghi periodi di tempo) e il 2010 nonostante i picchi di freddo raggiunti ultimamente in Europa si avvia ad essere uno degli anni più caldi, contraddistinto anche da "fenomeni estremi" e di intensità inusuale.
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Data: 07/12/2010
n°: 1441
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Emissioni inquinanti ancora in aumento
Nonostante vi sia stato un lasso di tempo in cui le emissioni inquinati sono diminuite principalmente a causa della recessione economica anche se vi sono stati interventi positivi a livello ambientale, ora le rilevazioni mostrano un nuovo aumento di emissioni e i paesi non sembrano essere in grado di contenere le temperature entro il range che consenta di evitare uno sbalzo globale inferiore ai due gradi (entro la fine del secolo). La principale preoccupazione dei paesi sembrerebbe quella di perdere il loro grado di competitività economica in rapporto ai vari tagli per poter contenere le emissioni ad effetto serra, ma proprio dal punto di vista economico a lungo termine i costi che dovranno sostenere le nazioni per far fronte alle varie emergenze climatiche potrebbero essere sempre più elevati; senza considerare il danno all'ecosistema e a tutto l'ambiente, di sicuro più grave di qualsiasi intervento di tipo finanziario in una economia globalizzata.
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Data: 30/11/2010
n°: 1435
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Un taglio ulteriore delle emissioni inquinanti
Per cercare di limitare il surriscaldamento globale dovuto principalmente all'effetto serra a due gradi in più si era calcolato che era necessario raggiungere quarantanove gigatonnellate circa di emissioni globali di biossido di carbonio entro il 2020, ma da nuovi studi è risultato che questa quota è ancora troppo alta di cinque gigatonnellate per riuscire a raggiungere il risultato. I paesi industrializzati e quelli in "via di sviluppo" dovrebbero raggiungere un accordo per evitare che le emissioni raggiungano una quota di circa cinquantasei gigatonnellate di emissioni di CO2, che oltre a provocare il surriscaldamento del globo con effetti climatici poco positivi, provocano l'acidificazione dei mari e modificazioni naturalistiche a danno della biodiversità; senza considerare l'impatto sulle foreste e quindi i polmoni del pianeta (da tutelare con aiuti per risarcire le nazioni più povere che non dispongono di altre risorse) minacciati anche dal disboscamento senza criterio.
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Data: 25/11/2010
n°: 1431
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Piante che ripuliscono i terreni da metalli pesanti
I paesi molto industrializzati producono una gran quantità di residui di lavorazioni che scaricate in terreni di solito recintati li rendono inutilizzabili per la presenza di metalli pesanti e tossine, ma i ricercatori avrebbero individuato una particolare pianta appartenente alla famiglia della canna da zucchero in grado di ripulire il terreno, e che poi può anche essere utilizzata una volta fermentata per scopi energetici grazie all'alto contenuto di zuccheri. Uno dei settori più delicati per l'ecosistema è proprio lo smaltimento industriale che in paesi dall'economia galoppante rappresenta un problema anche dal punto di vista dell'inquinamento delle falde acquifere e di tutta la catena alimentare con conseguenze sulla salute delle popolazioni (che rappresentano tematiche umanitarie ed anche socio economiche non trascurabili); inoltre, sono molto alti i costi per le varie bonifiche che possono realmente ripristinare una effettiva qualità ambientale.
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Data: 01/11/2010
n°: 1410
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Piante decidue che puliscono l'atmosfera
Le piante decidue che tendono a perdere le foglie assorbono una quantità maggiore di componenti chimiche inquinanti delle altre piante ed i ricercatori avrebbero evidenziato in particolare una maggiore efficacia nel ripulire l'aria dalle componenti organiche volatili che vengono immesse nell'atmosfera dalle attività umane, dai veicoli e dai materiali da costruzione. Per riuscire a metabolizzare questo tipo di componenti chimiche le piante decidue producono un maggiore quantitivo di enzimi in grado di rendere meno tossiche queste sostanze; inoltre, le piante normalmente per proteggersi da insetti ed irritanti vari tendono a produrre una maggiore quantità di linfa per combattere le infezioni, ma questo meccanismo nel caso delle sostanze chimiche inquinanti può anche essere nocivo per le stesse piante. Da segnalare anche che i cambiamenti climatici ed i frequenti periodi di siccità modificano (in negativo) l'assorbimento di biossido di carbonio.
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Data: 26/10/2010
n°: 1405
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Surriscaldamento globale che danneggia l'Artico
La quantità di neve che si accumula sull'artico durante le stagioni invernali sta progressivamente diminuendo a causa delle temperature anomale causate dal surriscaldamento globale, ed una volta che lo strato superficiale si è sciolto si scopre una sezione di ghiaccio più profonda ed un poco più scura che tende ad attirare una maggiore quantità di raggi solari, che sciolgono con una specie di meccanismo di tipo termico che si autoalimenta i ghiacci (che hanno raggiunto un nuovo record negativo come estensione complessiva). Le variazioni climatiche nella temperatura dell'aria sull'artico producono fenomeni abbastanza imprevisti, per una zona in cui di solito l'aria fredda staziona quasi immobile, come forti venti ed anche tempeste di neve a causa dello stesso scioglimento dei ghiacci; inoltre, la popolazione che vive nelle aree interessate dai cambiamenti climatici è costretta a far fronte a varie situazioni di disagio.
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Data: 23/10/2010
n°: 1403
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Evaporazione in aumento e foreste
Analizzando i dati che riguardano l'evaporazione di acqua dagli oceani e dalla terra su scala globale i ricercatori hanno notato come il terreno in vaste aree del pianeta sia diventato più secco, con minore rilascio di vapore nell'ambiente, e sempre a causa del surriscaldamento globale un aumento in percentuale del ciclo idrologico con conseguenze sull'equilibrio naturalistico che potrebbero essere sensibili per quanto riguarda una minore crescita della vegetazione terrestre, minore assorbimento di biossido di carbonio e del meccanismo di raffreddamento causato dalla stessa evaporazione. Questo tipo di osservazioni richiedono ulteriori studi di lungo periodo per essere confermate (e i dati di altri studi sono risultati piuttosto contraddittori), ma l'impatto sul pianeta e specialmente sulle foreste potrebbe essere significativo considerando anche l'aumentata quota di deforestazione che tende ad aggravare nel complesso il fenomeno.
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Data: 14/10/2010
n°: 1395
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Cambiamenti climatici in Australia e Pakistan
Proteggere l'ecoturismo in Australia dai danni causati dai cambiamenti climatici in particolare alla grande barriera corallina sta diventando importante secondo le autorità anche per evitare di presentare al turista paesaggi e luoghi naturalistici che non corrispondono più a quelli propagandati; inoltre, lo stesso turismo dovrebbe essere sostenibile in modo da non danneggiare ulteriormente un ambiente già degradato con un danno economico non trascurabile per il settore. Per quanto riguarda l'aspetto naturalistico dei cambiamenti climatici in Pakistan alcuni sostengono che stiano modificando la stessa struttura idrogeologica del territorio con zone stabilmente allagate sotto due metri d'acqua che non accenna a defluire e il pericolo che attacchi di malaria (veicolata dalle zanzare che trovano un ambiente favorevole per riprodursi) possano colpire molti bambini, mentre il tasso di mortalità infantile è molto aumentato.
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Data: 02/10/2010
n°: 1385
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Piccole fattorie più adatte per sfamare il pianeta
I cambiamenti climatici globali che provocano squilibri nell'approvvigionamento idrico con ampie zone colpite da marcata siccità con mancanza per mesi di precipitazioni hanno provocato nei ricercatori un ripensamento di quello che è stato lo sviluppo agricolo mondiale con fattorie su larga scala, ed ora per sfamare il pianeta si tende a puntare su un modello di fattoria più piccola. Questa considerazione è stata ricavata studiando sia i casi di denutrizione sia quelli meno visibili di "fame silenziosa" con mancanza in vitamine e minerali che causano uno sviluppo fisico e mentale più lento ed in genere una maggiore esposizione alle malattie (condizione sempre più frequente e difficilmente monitorabile). Le modifiche al sistema agricolo dovrebbero tendere ad uno sviluppo sostenibile per un ambiente davvero sofferente come dimostrato dai casi dei campi bruciati da incendi in Russia o inondati da monsoni e piogge torrenziali in Pakistan.
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Data: 23/09/2010
n°: 1377
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Chiusa definitivamente la falla nel Golfo del Messico
Con una serie di test sulla pressione e sulla tenuta del tappo di cemento posizionato in mare ad oltre millecinquecento metri di profondità è stata verificata la definitiva chiusura che sigilla la falla apertasi dopo l'esplosione accaduta il 20/04 di una piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico che ha provocato undici vittime e lo sversamento di quasi ottocento milioni di litri di greggio. Le molecole di idrocarburi delle grandi chiazze di petrolio sul mare sono state anche in parte scisse in fini goccioline con disperdenti chimici che secondo gli scienziati hanno provocando il deposito di una spessa fanghiglia di residui di greggio nel fondale marino e le basse temperature delle profondità rendono difficile la loro degradazione; inoltre, si segnalano in zone della Luisiana raggiunte dalla marea di petrolio banchi di pesci morti (ma la correlazione non è provata) e la conformazione geologica rende difficile le ricerche in campo naturalistico.
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Data: 20/09/2010
n°: 1374
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Studio comparato degli oceani
La differente velocità dei venti sopra gli oceani a svariate altezze nell'atmosfera può influenzare la formazione degli uragani e i ricercatori stanno monitorando come si stia intensificando un fenomeno climatico come "La Nigna" che contribuisce ad alimentare i venti a causa di un raffreddamento della zona tropicale dell'Oceano Pacifico e che agisce in modo opposto al "El Nigno" che sarebbe un surriscaldamento in quelle stesse zone. Questi fenomeni possono determinare precipitazioni e cambiare la direzione dei venti oltre ad avere effetti su tutto il clima del globo anche se l'andamento è piuttosto lento con periodi di stasi. Altri studi effettuati sui fossili preistorici degli oceani hanno evidenziato le variazioni di acidificazione dei mari e la concentrazione di biossido di carbonio rendendo possibile azzardare una previsione per analogia e comparazione con la situazione attuale per cercare di comprendere i cambiamenti climatici in atto sul pianeta.
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Data: 10/09/2010
n°: 1366
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Alte temperature ed incendi in Russia
Le ondate di calore che hanno interessato l'Europa in luglio ed in particolare il Giappone dove hanno provocato oltre cinquanta vittime e diecimila ricoveri ora stanno causando seri problemi in Russia dove si sono registrate temperature record ed in media molto più alte del normale con quasi trentotto gradi anche a Mosca coperta da una patina di fuliggine proveniente dai numerosi incendi incontrollati che stanno danneggiando foreste e torbiere. Si contano anche cinquanta vittime e molte famiglie costrette ad abbandonare le case e i raccolti bruciati dal fuoco, dal momento che la mancanza di precipitazioni ha reso la vegetazione talmente secca tanto da contribuire ad alimentare nuovi incendi ed anche il livello del grande e profondo lago Baikal è sceso visibilmente in modo anomalo nel mese di Luglio, mentre le autorità ed i mezzi di soccorso cercano a fronteggiare con difficoltà i numerosi fronti di fuoco.
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Data: 04/08/2010
n°: 1334
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Riscaldamento climatico e marea di petrolio
I dati riguardanti i cambiamenti climatici sono stati recentemente ricalcolati e mentre alcuni sembravano esagerati altri sono risultati sottostimati; ad esempio entro la fine del secolo si ipotizza che il livello del mare potrebbe salire anche più di un metro (circa il doppio di quanto si pensava precedentemente) ed anche la temperatura nell'Artico potrebbe essere più alta di quanto calcolato e con surriscaldamento più accentuato rispetto al resto del pianeta e sempre collegabile alla quantità di biossido di carbonio presente nell'atmosfera e quindi all'effetto serra. Per quanto riguarda invece la fuoriuscita di petrolio da una conduttura sottomarina nel Golfo del Messico (un danno ambientale davvero grave) pare che sarà posizionato un nuovo tappo che sarà serrato invece di essere solo appoggiato in modo da recuperare una quantità maggiore di greggio tramite una specie di cappuccio a cui è collegata una lunga conduttura.
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Data: 10/07/2010
n°: 1319
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Rintracciare il CO2 tramite liquidi rivelatori
Per essere sicuri che non vi siano perdite di biossido di carbonio nei giacimenti di stoccaggio ricavati ad esempio da centrali di carbone dismesse, gli scienziati hanno messo a punto un liquido basato su perfluorocarburi che mescolandosi al CO2 rivela eventuali perdite in atmosfera agli strumenti tarati per captarne minime tracce e con questo metodo già si è provveduto a monitorare oltre diciottomila tonnellate di gas ad effetto serra iniettate in una fenditura a circa mille metri di profondità nel sottosuolo. Ridurre le emissioni inquinanti rimane comunque il primo obiettivo considerando anche i costi dei grossi impianti di stoccaggio detti CCS e tenendo presente che nonostante si cerchino sempre zone del sottosuolo particolarmente stabili rimane sempre una percentuale di rischio legata a terremoti o altri eventi che possono provocare fuoriuscite incontrollate del biossido di carbonio "immagazzinato" per lunghi periodi di tempo.
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Data: 15/06/2010
n°: 1297
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Ambiente e dividendi
Nella giornata dedicata all'ambiente e alla salvaguardia del pianeta ancora si discute sulla vicenda della marea di petrolio che sta imbrattando il Golfo del Messico, ma questa volta più che il numero dei barili di greggio recuperati dalla falla (circa undicimila 07/06) con una specie di cappuccio ci si concentra sull'ammontare dei dividendi monetari da distribuire più o meno agli azionisti e su una vicenda in cui le normali misure di sicurezza o i pericoli connessi con un eventuale incidente a quanto pare sono stati sottovalutati, con gravi danni all'ecosistema e a tutto l'indotto per decenni. Per quanto riguarda invece il tappo applicato alla conduttura di petrolio nel fondale marino tagliata non senza difficoltà da sommergibili teleguidati ancora si attende di verificarne la tenuta considerando che bisogna ancora procedere a chiudere delle valvole da cui fuoriescono circa diciannovemila barili di greggio al giorno da sei settimane, senza considerare il metano.
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Data: 05/06/2010
n°: 1289
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Biodiversità e ambiente globale
Giornata globale per l'ambiente ed anno della biodiversità a favore della tutela di molte specie dal pericolo di estinzione in seguito alle attività umane anche se è possibile prevedere a grandi linee quale sarà l'impatto effettivo sulla natura e programmare interventi di prevenzione, tenendo conto che molte creature non sono ancora state identificate e ancora molto rimane da scoprire sul perché certe zone del pianeta sono in media molti più ricche di vita e di quale sia l'influenza delle temperature sulla varietà delle specie. Uno degli esempi di come la temperatura sia un fattore decisivo è stato evidenziato dal caso dei pesci che si sono spostati probabilmente dalle basse zone del mare mediterraneo fino all'adriatico trovando l'acqua di un paio di gradi più calda, ma un inverno particolarmente rigido ha provocato un rapido abbassamento delle temperature ed in certi casi morie di molti pesci che venivano ritrovati spiaggiati.
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Data: 22/04/2010
n°: 1252
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Dati discordanti sulle correnti oceaniche
Le correnti oceaniche sono masse d'acqua che si spostano più o meno velocemente nel mare e possono essere superficiali, intermedie, profonde e consentono un continuo rimescolamento ed ossigenazione dell'acqua oltre ad equilibrare le temperature come la corrente del Golfo, che dopo contrastanti rilevazioni ora sembrerebbe godere di "buona salute". Dati precedenti segnalavano variazioni nel flusso della corrente superficiale nordatlantica (prosecuzione di quella del Golfo) che ha la caratteristica di mitigare le temperature di Irlanda, Scozia e Norvegia e poi raffreddandosi cedendo calore alle coste si immerge mescolandosi con l'acqua più fredda, ma a quanto pare il flusso varia da stagione a stagione e la situazione ora sembrerebbe apparire migliorata. Da notare che tutto il globo è percorso da correnti come una specie di "condizionatore d'acqua sottomarino" che si autoregola con mirabile equilibrio.
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Data: 30/03/2010
n°: 1236
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Coralli e salamandre venduti sul Web
La possibilità di poter comprare facilmente con pochi click su Internet coralli, salamandre ed altre specie rare sembra stia diventando una seria minaccia per la salvaguardia della natura o si tratta solo di un altro metodo per stimolare quella insana mania di acquistare illegalmente delle creature già in difficoltà a causa dei cambiamenti climatici o di prodotti chimici che finiscono per modificare il loro habitat. In particolare il corallo rosso e quello rosa sono strappati dai fondali marini in grandi quantità per arricchire gioielli in bella mostra su Internet; inoltre, pare si possano acquistare anche molte specie rare e protette o rimedi medicinali (senza alcuna validità scientifica) come quelli ricavati dalle ossa delle tigri oppure può capitare di essere attratti dalle varie vendite proposte sulle pagine Web senza averne una reale necessità, senza considerare l'acquisto di ingredienti per alimenti provenienti da specie in via di estinzione.
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Data: 22/03/2010
n°: 1229
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Elevate concentrazioni di metano sull'artico
Nel permafrost dell'Artico e della Siberia sono intrappolate grandi "bolle" di metano che viene rilasciato nell'atmosfera si stima in quantità ormai pari a quelle di tutti gli oceani a causa principalmente dei cambiamenti climatici in atto sul pianeta, e si tratta di un gas che alimenta l'effetto serra in misura circa trenta volta maggiore del biossido di carbonio. Le concentrazioni di metano sono passate nei millenni da 0,3 - 0,7 ppm a circa 1,85 parti per milione sull'Artico, quindi si tratta di un valore rilevante e che richiederebbe interventi di prevenzione anche se da qualche tempo si assiste a "balletti" fra cifre e previsioni più o meno realistiche che hanno fatto molto discutere (compresa un'anomala ondata di freddo in Europa). Non c'è dubbio comunque sul ruolo delle attività umane sul surriscaldamento climatico e certe variazioni impreviste potrebbero rientrare nel quadro di varibili che prevedono inverni più freddi ed estati in media più calde.
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Data: 08/03/2010
n°: 1217
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Natura urbanizzata
La popolazione umana cresce velocemente e si calcola che nel 2050 ci saranno altri tre miliardi circa di individui sul pianeta, con la prevalenza di larghi insediamenti urbanizzati che saranno costruiti a scapito dei terreni agricoli e luoghi naturalistici, con l'inevitabile perdita di fauna e flora che consentono un salutare equilibrio dell'ecosistema. Un altro parametro da tenere in considerazione è la cosiddetta "impronta ambientale" che nel caso di individui urbanizzati può essere in alcuni casi dieci volte superiore a quella ad esempio degli africani o di altre popolazioni che riescono a vivere in equilibrio con le risorse che la natura mette a loro disposizione (ed inquinando pochissimo). Fra le risorse più depredate dall'uomo non bisogna dimenticare quelle del mare e molte sono le iniziative anche recenti di cercare di proteggere specie marittime pescate a ritmi superiori a quelli che consentono un ricambio adeguato.
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Data: 04/02/2010
n°: 1189
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Sfruttamento della madre terra ed umano
Continua la deforestazione della madre terra a ritmi sostenuti nonostante siano stati forniti progetti e risorse finanziarie consistenti a favore della salvaguardia del pianeta, ma le zone dove si tende a tagliare senza criterio la vegetazione sono spesso povere da tutti i punti di vista anche culturale con poco rispetto dei diritti umani e della natura; quindi, difficilmente può accadere che le nazioni ricche possano semplicemente stanziare dei fondi per evitare la deforestazione. Del resto manca la conoscenza delle tematiche ambientali in tutto il globo e gli stessi cambiamenti climatici sono stati nascosti per decenni, continuando a sfruttare le risorse naturalistiche a ritmi superiori a quelli necessari ad una rigenerazione salutare, ma anche lo sfruttamento umano ai danni degli "ultimi" della terra (come accade per i bambini di Haiti) è indice di scarsa conoscenza dei diritti universali presenti come archetipi in ogni individuo.
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Data: 23/01/2010
n°: 1179
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Batteri che trasformano il CO2 in metano
Un processo che avviene naturalmente nel sottosuolo grazie a dei batteri che trasformano il biossido di carbonio in metano nell'arco di miliardi di anni potrebbe essere utilizzato in un progetto sperimentale messo a punto da scienziati giapponesi che prevede di catturare il CO2 con impianti appositi nel sottosuolo e trasformarlo in metano in circa cento anni accelerando l'azione dei batteri che svolgono normalmente questa azione. In passato erano già state sperimentate altre tecnologie per convertire il biossido di carbonio in calcite o gas utile per processi produttivi; inoltre, esistono già impianti per la cattura del CO2 e lo stoccaggio nel sottosuolo (secondo alcuni pericoloso in caso di terremoti per eventuali fuoriuscite non controllate), grandi vasche con alghe selezionate ed ampi terreni in cui sono state utilizzate particolari piante che trasformano molto biossido di carbonio in ossigeno come accade per le foreste.
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Data: 07/01/2010
n°: 1165
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Tensione climatica a Copenaghen
Quello di Copenaghen è un vertice che si presenta abbastanza conflittuale con scambi di accuse fra paesi poveri e quelli ricchi e conseguenti boicottaggi ad esempio dei paesi africani che sostengono che oltre alla mancanza di aiuti stanziati si cerchi di non portare a compimento gli obiettivi fissati nel protocollo di Kyoto, poi c'è anche il problema di grandi paesi in "via di sviluppo" che inquinano molto ma non vogliono tagliare le emissioni ad effetto serra dal momento che le nazioni industrializzate inquinano in proporzione in misura molto maggiore. Non mancano anche i segni di distensione e momenti in cui i negoziati procedono senza intoppi.. (ci mancavano pure alcuni dati scientifici a quanto pare esagerati forniti da individui che evidentemente non amano l'ambiente), ma nel complesso è apparsa chiara a tutti la necessità di intervenire per evitare nei prossimi anni danni veramente gravi e reali al pianeta.
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Data: 15/12/2009
n°: 1148
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Gas serra dannosi per la salute e tecnologia
Per la prima volta il governo americano (agenzia per l'ambiente) ha ammesso che i gas serra possono essere dannosi per la salute, ed anche per quanto riguarda il caso delle email rubate da hackers scritte da scienziati con dati esagerati, pare che non vi siano proprio dubbi sul fenomeno del surriscaldamento climatico; infatti, basta confrontare le fotografie scattate nel passato con immagini più recenti ad esempio di ghiacciai o di alcuni ambienti naturalistici particolarmente delicati per rendersi conto visivamente anche senza strumentazioni sofisticate delle differenze macroscopiche. Un contributo alla salvaguardia dell'ambiente secondo alcuni potrebbe arrivare dalla tecnologia che è in grado ormai di fornire energia ad impatto ambientale abbastanza basso (considerando tutta la filiera produttiva) e grazie anche a nuovi ritrovati come i catalizzatori economici o le pile a combustibile in grado di sfruttare l'energia dell'idrogeno.
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Data: 08/12/2009
n°: 1142
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Emissioni di CO2 e vertice di Copenaghen
Alcune ricerche segnalano che il biossido di carbonio rilasciato nell'aria dalle attività umane provochi un surriscaldamento del pianeta maggiore di quanto si stimasse in precedenza; inoltre, bisognerebbe tenere conto di un controllo delle emissioni inquinanti a lungo termine dal momento che il CO2 in concentrazione elevata (che dovrebbe essere adesso circa 387 ppm) continuerà a stazionare nell'aria provocando un surriscaldamento che si autoalimenta a causa di un meccanismo che agisce anche sulla vegetazione e sulla capacità degli oceani di "stabilizzare le temperature". A Copenaghen 192 paesi cercheranno un accordo sulle soluzioni da adottare per la salvaguardia dell'ambiente cercando di contenere il surriscaldamento nei prossimi anni entro i due gradi centigradi, un obiettivo da raggiungere per evitare gravi danni al pianeta ed un fosco scenario di cinquanta milioni di rifugiati ambientali in cerca di una nuova patria.
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Data: 07/12/2009
n°: 1141
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Domanda energetica crescente
Le nazioni industrializzate consumano ogni giorno una quantità davvero elevata di risorse fossili che provocano anche le emissioni inquinanti che stanno deteriorando l'ambiente, e da previsioni effettuate ipotizzando una crescita industriale stabile si stima per il 2030 un consumo di circa centotrenta milioni di barili al giorno con conseguente rischio che le riserve petrolifere facilmente sfruttabili si esauriscano (dati che alcuni non condividono); inoltre, ci potrebbe essere una crescita significativa del prezzo al barile, ad esempio si ipotizza circa 175 dollari nel 2016 con un utilizzo sempre maggiore anche di petrolio ricavato con costose ed inquinanti procedure dal bitume. Per cercare di risparmiare sul consumo di risorse fossili potrebbe essere utile riciclare tutti i beni che alimentano in maniera significativa la filiera produttiva basata sul petrolio e ad esempio scegliere prodotti locali a bassa emissione di CO2 ed altri inquinanti.
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Data: 03/12/2009
n°: 1138
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Previsioni per il 2009, uno fra gli anni più caldi
Alcuni sostengono che la tendenza al surriscaldamento globale almeno per quanto riguarda il monitoraggio delle temperature medie negli ultimi anni si sia attenuata, ma i dati rilevati fino ad ora nel 2009 fanno prevedere che sarà uno fra i cinque anni più caldi in centocinquanta anni di misurazioni (secondo le stime dei ricercatori in campo climatico); inoltre, pare che il mese di dicembre potrebbe essere anche più caldo del previsto e questo fenomeno pare sia causato dall'andamento altalenante della "Nigna", una corrente fredda del Pacifico che influenza le temperature globali. L'inquinamento nel pianeta continua a crescere nonostante la pesante crisi economica, questo è dovuto allo sviluppo continuo di grandi paesi come la Cina, che è la principale responsabile dell'aumento delle emissioni di biossido di carbonio anche se la popolazione inquina in media meno di altre zone del globo ad alto tasso di industrializzazione.
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Data: 25/11/2009
n°: 1131
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Accordo climatico rinviato, in due fasi
Per il momento America e Cina non sembrano intenzionate ad un netto taglio delle emissioni di gas ad effetto serra e mirano ad un accordo in due fasi in modo da trovare un'intesa migliore nel vertice probabilmente alle Hawaii nel 2011 che seguirà quello di Copenaghen previsto a dicembre in cui sarà solo espressa l'intenzione di ridurre l'inquinamento, ma senza produrre nessun documento su come questi obiettivi debbano essere raggiunti. Nel frattempo Francia e Brasile si sono accordati per una "riduzione su base volontaria", quantificabile fra il 36 e il 39 percento per quanto riguarda il Brasile, che è il quarto paese nel pianeta per emissioni di biossido di carbonio a causa principalmente della deforestazione operata nella foresta amazzonica (anche se la richiesta globale di legname pregiato è calata a causa della crisi economica) per far spazio ai campi ed allevamenti per la produzione di carne e relativi raccolti agricoli.
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Data: 16/11/2009
n°: 1123
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Energia inviata dallo spazio sulla Terra
Alle prese con problemi che derivano dallo sfruttamento di risorse non rinnovabili da importare il Giappone sembra sia realmente intenzionato a realizzare intorno al 2030 una centrale nello spazio per catturare i raggi solari e trasferirli sulla Terra grazie a microonde e raggi laser, ed un gruppo di ricercatori starebbe studiando il sistema per sfruttare l'energia inesauribile e gratuita del Sole che consente anche di contrastare gli effetti del surriscaldamento globale dovuto all'utilizzo di combustibili fossili che prima o poi finiranno per esaurirsi. Grandi antenne paraboliche realizzate in posizioni protette sul mare dovrebbero raccogliere i flussi di energia provenienti dallo spazio dove è più facile catturare l'energia del Sole dal momento che ha una intensità circa cinque volte superiore rispetto a quella che è possibile sfruttare dalla Terra; inoltre, gli scienziati che da anni lavorano a questo progetto calcolano costi molto più bassi per l'energia ottenuta.
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Data: 09/11/2009
n°: 1117
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Kilimanjaro sghiacciato
Confrontando delle fotografie scattate nel 1912 e nel 1953 con immagini satellitari più recenti i ricercatori hanno calcolato che nel 2007 circa l'ottantacinque percento della copertura nevosa e dei ghiacciai che coprono la vetta del Kilimanjaro si è sciolta e con questi ritmi anche la parte residua non potrà durare molto dal momento che le temperature medie nella troposfera sono aumentate e nel solo periodo dal 2000 al 2007 la copertura ghiacciata si è ridotta di quasi due metri nelle zone a Nord e di oltre cinque a Sud, e variazioni dello stesso tipo sono state misurate nelle altre alte montagne africane (Rwenzori, Kenya) ed anche nei ghiacciai dell'Himalaya e del Sud America. Poco sembra sia stato fatto per attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici ed il surriscaldamento globale è sostenuto in gran parte dall'utilizzo di combustibili fossili, ed iniziative volte al risparmio e a tecnologie sostenibili stentano a decollare.
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Data: 04/11/2009
n°: 1113
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Asciugare i panni all'aperto per non inquinare
In alcuni paesi sembra vi sia l'abitudine di utilizzare asciugatori automatici per i panni invece di stenderli normalmente all'aperto, ma se da una parte in questo modo si risparmia tempo e si evitano fili antiestetici, mollette e stenditoi vari, dall'altra si ha lo svantaggio di consumare molta energia con conseguente produzione di dannoso inquinamento. L'impatto ambientale di nazioni come America, Australia e Canada risulterebbe abbastanza simile dal punto di vista di alcune abitudini poco ecologiche ed adottare una serie di accorgimenti per risparmiare energia come ad esempio curare la manutenzione degli impianti di riscaldamento e climatizzazione oltre all'isolamento delle abitazioni, uso oculato degli elettrodomestici e dei veicoli per viaggiare.. può aiutare a salvaguardare l'ambiente; considerando che molte abitudini ormai consolidate frutto della società del "benessere" e del consumo sono in realtà falsi progressi.
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Data: 29/10/2009
n°: 1108
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Animali domestici di media-grossa taglia inquinanti
Un cane di medie dimensioni sembra consumi ogni anno circa 95 chilogrammi di cereali e ben 164 di carne, calcolando che in genere nelle confezioni di tipo industriale si tratta di alimenti disidratati; quindi, possedere un animale domestico significa inquinare molto e nel caso sia di grossa taglia potrebbe essere necessario sfruttare le risorse di oltre un ettaro di terreno per ricavare la quantità di alimento necessario a questi "graziosi compagni" dell'uomo (considerando anche l'energia, l'acqua, i fertilizzanti, antiparassitari, trasporti, commercializzazione..). Per quanto riguarda invece una risorsa indirettamente collegata a tutta la filiera produttiva come il petrolio, alcuni sostengono che con i ritmi attuali di sviluppo potrebbe essere necessario scoprire continuamente nuovi giacimenti per sostenere la domanda crescente, dal momento che non è chiaro per quanti anni le riserve facilmente sfruttabili di greggio nel sottosuolo possano durare.
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Data: 24/10/2009
n°: 1104
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Emissioni di CO2 sempre elevate
I paesi industrializzati nonostante le direttive sul contenimento delle emissioni inquinanti (protocollo di Kyoto) non hanno ridotto la quantità di biossido di carbonio immessa nell'atmosfera che nel 2007 sembra sia aumenta di circa l'uno percento, ma altri dati segnalano poi una riduzione legata principalmente alla difficile congiuntura economica con conseguenti minori produzioni su larga scala, e quindi non dovute nella maggior parte dei casi ad un effettivo miglioramento degli impianti o ad altre iniziative per sfruttare energie rinnovabili; inoltre, la media delle emissioni di CO2 nel periodo 2000 - 2007 sembra sia aumentata di circa il tre percento. In Canada invece è in progetto la costruzione di un secondo impianto per la cattura di grandi quantità di biossido di carbonio da conservare sotto terra in vecchi giacimenti di petrolio ed in zone stabili, operazione che alcuni segnalano come inquinante mentre altri come una soluzione per cercare di limitare le emissioni.
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Data: 22/10/2009
n°: 1102
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Argentina abbastanza desertificata
Le foreste in Argentina si sono ridotte dai cento milioni di ettari del 1900 ai circa 33 attuali; quindi in poco più di cento anni il 60 - 70% del patrimonio naturalistico è stato disboscato per far spazio principalmente alle coltivazioni di soia e ricavare in questo modo farina, olio, semi.. da esportare in tutto il globo a ritmi crescenti soprattutto negli ultimi dieci anni. Le autorità dopo un appello della popolazione indigena hanno intimato di fermare la devastazione che sembra abbia toccato nel solo 2007 un ritmo superiore al due percento di diminuzione delle foreste, con tutte le conseguenze legate al degrado dal punto di vista ambientale che influisce sulla vita di milioni di persone. Il fenomeno della desertificazione interessa quasi tutto il globo con aree particolarmente colpite, ed organizzazioni internazionali hanno stimato che oltre un miliardo di persone nel mondo soffrano per denutrizione, il dato peggiore rilevato in media dal 1970.
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Data: 17/10/2009
n°: 1098
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Divario notevole fra nazioni ricche e povere
Analizzando i dati relativi al livello di sviluppo di vari paesi del globo alcuni scienziati hanno riscontrato che il divario fra nazioni ricche e povere sta diventando sempre più grande, praticamente incolmabile, e sarebbero necessarie iniziative a breve termine per contrastare gli effetti del surriscaldamento climatico, che ha effetti notevoli sulla vita di milioni di persone costrette ad una emigrazione forzata a causa di carestie, siccità, inondazioni che rendono difficile la sopravvivenza in mancanza di aiuti da parte delle nazioni che hanno le maggiori emissioni inquinanti, ma pianificati attentamente per riequilibrare situazioni di vera emergenza. Per quanto riguarda invece la qualità della vita in paesi europei sembra che la Francia possa assicurare nel complesso una migliore qualità di vita ai cittadini; invece, la Gran Bretagna nonostante il reddito elevato avrebbe una delle peggiori anche a causa della recessione.
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Data: 13/10/2009
n°: 1094
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Clima caldo instabile
L'aumento di temperatura dei mari ha probabilmente intensificato nel globo la violenza di fenomeni naturali con conseguenze a volte drammatiche per popolazioni spesso poco preparate a fronteggiare le variazioni di un clima piuttosto instabile e costrette a chiedere aiuto per sopravvivere, e si calcola in futuro nel caso non si riesca a frenare gli effetti del surriscaldamento globale che le spese in aiuti potrebbero aumentare sensibilmente senza considerare le condizioni sanitarie in certi casi precarie. Un altro pericolo che deriva dall'aumento delle temperature medie che provoca lo scioglimento dei ghiacciai, è che si liberino nell'aria sostanze chimiche pericolose utilizzate nelle produzioni industriali (ad esempio degli anni '70) imprigionate nel ghiaccio per decenni dopo essere state trasportate a grandi distanze dai venti e dalle perturbazioni con il rischio che possano minacciare la vita di organismi animali e vegetali ed i cicli biologici naturali.
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Data: 10/10/2009
n°: 1092
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Un pianeta sensibile ai cambiamenti climatici
La crosta terrestre in alcune zone potrebbe subire l'azione erosiva dovuta a variazioni meteorologiche e dei livelli dei mari a causa dei cambiamenti climatici con la conseguenza che potrebbero intensificarsi fenomeni come frane, eruzioni vulcaniche e terremoti dove la crosta e la placca tettonica sottostante rimane scoperta ed il magma può facilmente fluire in superficie. Sembra che anche variazioni nelle precipitazioni possano modificare la stabilità di vulcani a causa dell'azione dell'acqua che può modificare la stabilità delle rocce ed in questo modo provocare eruzioni di magma. Un altro problema segnalato sempre a causa dei cambiamenti climatici è legato alle condizioni di salute di popolazioni provate dalla scarsità dei raccolti e per un insieme di fattori che peggiorano sensibilmente il livello di benessere di miliardi di persone, che implica la necessità di cercare di contenere il più possibile le emissioni inquinanti.
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Data: 26/09/2009
n°: 1080
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Un bel taglio alle emissioni inquinanti
Per mantenere le temperature medie globali in un limite di sicurezza che possa evitare cambiamenti climatici significativi è stato calcolato che non bisognerebbe rilasciare nell'atmosfera più di circa 750 miliardi di tonnellate di biossido di carbonio entro il 2050, in modo anche da raggiungere l'obiettivo di cercare di contenere sotto i due gradi il surriscaldamento globale del pianeta (temperature che possono avere conseguenze sul livello dei mari, sull'economia e sulla sopravvivenza di intere popolazioni). Partendo dalla considerazione che ogni persona nel globo ha il diritto ad emettere una certa quota di emissioni inquinanti si ricava che gli individui che vivono nei paesi più industrializzati dovrebbero limitare maggiormente in media le emissioni, anche con aiuti economici ed iniziative per la realizzazione di impianti ecologici a favore di quelli poveri, che già ora sono penalizzati ad esempio per il fenomeno della desertificazione dei terreni.
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Data: 22/09/2009
n°: 1076
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Alimentazione anti metano per il bestiame
Gli allevamenti di bestiame sembra siano responsabili di oltre il venti percento di emissioni di gas ad effetto serra a causa di un'alimentazione basata su un tipo di foraggio che tende a deteriorarsi con il tempo e nel periodo invernale aumentando in questo modo le emissioni inquinanti di metano. Uno studio effettuato in Australia ha evidenziato che ad esempio aggiungendo al foraggio delle alghe è possibile grazie alla maggiore presenza di cellulosa ed amidi rendere più digeribile l'erba per il bestiame; inoltre, le alghe potrebbero essere utilizzate per purificare l'acqua delle coltivazioni dall'azoto e dal fosforo, che pare possano avere un ruolo nei cambiamenti climatici e nel decadimento dell'ecosistema acquatico. Altre ricerche effettuate in passato evidenziavano quanto fosse pesante l'impatto per l'ambiente dell'industria del bestiame, che provoca un netto calo delle risorse naturali e di una biodiversità salutare per l'ambiente.
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Data: 07/09/2009
n°: 1063
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Bolle di metano liberate dal permafrost
Le temperature nel globo sembra aumentino maggiormente in alcune zone dell'Artico, del Canada e della Siberia circa 2,4 gradi rispetto ai dati rilevati nel 1970 e lo strato di permafrost ghiacciato che copre i terreni si assottiglia lasciando scoperto ed attaccabile dai microbi il materiale organico che si è accumulato nei millenni, con il conseguente rilascio nell'atmosfera di notevoli quantità di biossido di carbonio e bolle di metano che finiscono per alimentare l'effetto serra. In Alaska i laghi che si formano per lo scioglimento del permafrost pare siano raddoppiati negli ultimi trent'anni e l'aria diventa satura di metano sulla superficie dell'acqua e poi nell'aria circostante con un ciclo che tende ad autoalimentarsi. Da segnalare anche che le alte temperature estive in altre zone del pianeta rischiano di alimentare i fuochi che distruggono sistematicamente proprio quella vegetazione che consente un salutare equilibrio naturalistico.
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Data: 01/09/2009
n°: 1058
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Mare piuttosto caldo
La temperatura del mare sta aumentando in tutto il mondo e quella degli oceani nel mese di Luglio sembra sia stata la più calda mai registrata da quando questo tipo di dati sono monitorati (130 anni fa) ed il mese di Agosto dovrebbe superare questo record, con conseguenze tangibili sull'equilibrio globale dal momento che ad esempio è aumentata di circa quattro volte la velocità di fusione dei ghiacci artici, fenomeno collegato al livello dei mari che continua lentamente a crescere. Anche il mare Mediterraneo sembra essere piuttosto caldo ed in alcune zone si sono verificate fioriture di alghe tossiche (Ostreopsis Ovata nei pressi di Ancona in concentrazioni notevoli), ma anche i fiumi in Italia risentono del caldo prolungato caratterizzato da molte giornate con temperature sopra la media che finiscono per avere ricadute sui delicati equilibri climatici che in genere regolano i ritmi naturali.
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Data: 29/08/2009
n°: 1056
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Deforestazione ed emissioni inquinanti
I ritmi di deforestazione nel pianeta stanno aumentando senza sosta e si calcola che le emissioni inquinanti immesse nell'atmosfera a causa del taglio degli alberi che per questa ragione non possono trasformare il biossido di carbonio in ossigeno siano maggiori a quelle dovute al sistema dei trasporti nel mondo. Uno dei "polmoni verdi" del globo più minacciati dal fenomeno della deforestazione dovuto allo sfruttamento umano delle risorse naturali è la foresta amazzonica in Brasile, ma a quanto pare è anche difficile convincere le popolazioni locali a salvaguardare la natura, senza considerare che le grandi opere progettate dai governi come impianti idroelettrici e strade in certi casi peggiorano la situazione e minacciano la sopravvivenza dell'ecosistema (aggredito senza criterio). I danni in certe zone del pianeta pongono anche il problema di una prevenzione utile a salvaguardare la flora e la fauna selvatica con interventi naturalistici su larga scala.
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Data: 04/08/2009
n°: 1035
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Biodiversità ed agricoltura intensiva
Un ampio rapporto sullo stato di salute delle specie animali presenti sul territorio europeo ed i relativi habitat avrebbe evidenziato come un'agricoltura di tipo intensivo stia danneggiando seriamente la biodiversità caratteristica sia di alcune zone ricche di praterie e di vegetazione, sia di quelle con terreni paludosi e lungo le coste; inoltre, molti campi sono stati abbandonati o soffrono per la carenza di manutenzione oppure per i danni collegabili ai cambiamenti climatici e solo una piccola parte degli habitats monitorati si sarebbe conservato incontaminato. Mentre alcune specie sembra godano di buona salute (es. lupo, castoro, lince) altre soffrono per la forte riduzione della disponibilità di cibo dovuto all'agricoltura intensiva che sottrae spazi sempre più ampi necessari alla sopravvivenza di creature che consentono una salutare naturale biodiversità come i criceti dell'Alsazia, dei roditori provvisti di ampie tasche guanciali in cui raccolgono il cibo.
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Data: 15/07/2009
n°: 1024
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Accordo raggiunto sul clima
Ridurre le emissioni inquinanti dell'ottanta percento entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990 è uno degli obiettivi che i grandi paesi industrializzati cercheranno di raggiungere e a questo scopo è stato raggiunto un accordo grazie ad una dichiarazione congiunta che riguarda anche lo sviluppo di tecnologie a basso impatto ambientale, ma Cina ed India non hanno aderito a questa iniziativa per la mancanza di limiti intermedi adatti ad economie meno responsabili dei cambiamenti climatici (un tempo considerate in via di sviluppo). Gli obiettivi sembrerebbero ambiziosi considerando che grandi paesi non hanno aderito al protocollo di Kyoto ed anche nei casi in cui l'impegno è stato maggiore i risultati fino ad ora sono stati inferiori alle aspettative, con metropoli surriscaldate a causa di un meccanismo che si autoalimenta, temperature globali in aumento e cambiamenti climatici che finiscono per provocare mutazioni del DNA dei mammiferi.
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Data: 09/07/2009
n°: 1019
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Pecore ristrette per i cambiamenti climatici
La dimensione di pecore selvagge che vivono in un'isola scozzese si è leggermente ridotta probabilmente a causa dei cambiamenti climatici, dal momento che per superare inverni rigidi la "taglia" delle pecore tende ad aumentare ed il surriscaldamento climatico del pianeta ha modificato la media delle temperature con effetti percepibili anche nelle dimensioni di mammiferi, uccelli e pesci. Per le bizzarrie climatiche che provocano anomali sbalzi di temperature è accaduto l'effetto opposto lo scorso inverno che ha visto una moria di animali che non potevano alimentarsi a causa della abbondante neve caduta, ma l'allarme maggiore arriva dal calo della biodiversità delle specie del globo, per gli anfibi, i mammiferi, e soprattutto i coralli che formano le barriere coralline con danni che rischiano di ripercuotersi a tutto l'ecosistema; quindi occorrerebbero interventi per la tutela, la conservazione di specie e la protezione ecologica dell'ambiente sfruttato a dismisura.
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Data: 03/07/2009
n°: 1014
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Siccità marcata in Tibet e foreste
Le temperature rilevate sull'altopiano del Tibet sarebbero da 0,3 a 2,3 gradi più alte della media e le centraline di alcune stazioni meteorologiche non hanno fatto registrare precipitazioni degne di rilievo per ben 226 giorni, con la conseguenza che in molte regioni himalaiane una situazione climatica davvero problematica ha provocato il decesso di oltre tredicimila capi di bestiame a causa della marcata siccità; inoltre, il surriscaldamento globale sta causando uno scioglimento accelerato dei ghiacciai ed i laghi si stanno gonfiando a ritmi imprevisti, con il rischio di inondazioni. Spostando l'attenzione su un altro scenario naturalistico bisogna segnalare che continua la deforestazione indiscriminata dei "polmoni" del pianeta e dopo le foreste dell'Amazzonia e del Congo, anche l'Uganda sembra abbia ridotto di un milione e mezzo di ettari la copertura dei salutari alberi a causa dell'espansione delle fattorie e dell'uso del legname per accendere fuochi.
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Data: 23/06/2009
n°: 1005
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Due gradi centigradi di surriscaldamento
Quasi sicuramente, secondo calcoli ipotizzati dagli scienziati sui cambiamenti climatici, saranno superati i due gradi di surriscaldamento globale del pianeta almeno rispetto alle temperature rilevate prima dell'era industriale e per evitare che questo possa accadere i paesi industrializzati dovrebbero contenere le emissioni fino ad un 80 percento entro il 2020 (rispetto ai livelli misurati nel 1990), ed i paesi in via di sviluppo fino a circa un 40 percento inferiori entro il 2050. Raggiungere questi obiettivi è importante per evitare che si aggravino fenomeni climatici estremi già in costante aumento; inoltre, limitare le emissioni inquinanti in modo che la concentrazione di biossido di carbonio nell'aria non superi le 450 ppm (parti per milione.. passata da circa 280 a 385 ppm in poco più di due secoli) significa scongiurare modifiche sostanziali al clima del pianeta compreso il rialzo eccessivo del livello dei mari e conseguenti ricadute economiche.
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Data: 13/06/2009
n°: 996
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Bambini più esposti in media alle polveri sottili
Le polveri sottili che spesso ammorbano l'aria di grandi metropoli soprattutto in mancanza di precipitazioni che la ripuliscano da queste particelle microscopiche potrebbero essere in media più pericolose per i bambini rispetto agli adulti, dal momento che queste polveri chiamate generalmente PM10 o particolato tendono a ristagnare proprio al livello delle vie aeree dei ragazzini, e da test effettuati sul respiro e sull'espettorato è stato riscontrato che le particelle avevano "contaminato" i polmoni in profondità, ed anche una ridotta capacità polmonare rispetto alla norma. Le centraline che controllano la qualità dell'aria hanno le sonde spesso posizionate piuttosto in alto ed in questo modo non riescono a catturare molte polveri che ristagnano in basso senza considerare che anche il limite di 40 microgrammi per metro cubo di aria per le PM10 difficilmente viene rispettato; quindi è ipotizzabile che la qualità reale dell'aria in grandi città sia abbastanza insalubre.
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Data: 11/06/2009
n°: 994
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Clima tutelato tramite aiuti agli agricoltori
L'agricoltura può influenzare il clima globale molto più di quanto si possa pensare, dal momento che a circa un quattordici percento di inquinamento direttamente riconducibili alla pratiche agricole bisogna aggiungere un diciassette percento dovuto alla deforestazione per far posto ai campi destinati alla coltivazione; quindi, favorendo un tipo di agricoltura più rispettosa dell'ambiente (grazie a normali pratiche di risanamento di terreni poco produttivi, rotazione delle colture..) è possibile ridurre le emissioni inquinanti e migliorare i raccolti per popolazioni sempre più affamate e costrette per sopravvivere ad abbandonare le proprie terre, spesso impoverite dai cambiamenti climatici. Si calcola; inoltre, che mentre se ne propaganda disonestamente la protezione, circa ogni diciotto secondi sarebbe tagliato un ettaro di foresta amazzonica per far posto agli allevamenti che devono sostenere la domanda globale crescente dell'industria.
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Data: 04/06/2009
n°: 988
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Indigeni a rischio di estinzione
Seminascosti all'interno di grandi foreste del Brasile, del Perù e del Paraguai vivono lontani dalla civiltà sparute tribù di indigeni, che spesso non hanno mai avuto contatto con esseri umani provenienti dal mondo globalizzato e quindi sono privi delle difese immunitarie che in genere si sono sviluppate negli organismi con l'evoluzione; inoltre, tendono a nascondersi a causa di precedenti tentativi di scambi "culturali" che hanno in seguito provocato solo eventi spiacevoli, ma adesso la minaccia arriva da speculatori che intendono sfruttare economicamente i loro territori. Nonostante la presenza di queste tribù incontaminate sia documentata anche da filmati aerei, vari governanti negano la loro esistenza, favorendo in questo modo l'azione di sfruttamento delle ricchezze del terreno e del petrolio nascosto nel sottosuolo, utilizzo delle riserve di caccia e disboscamento per far posto ad allevamenti di bestiame a scopo alimentare.
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Data: 29/05/2009
n°: 983
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Settore sanitario molto inquinante
Utilizzando energia a basso impatto ambientale, illuminazione energeticamente efficiente, ambulanze più moderne e cibo proveniente da produzioni locali il settore sanitario potrebbe diminuire molto l'inquinamento, dal momento che le emissioni inquinanti prodotte finiscono proprio per minare le condizioni di salute della popolazione che si serve di quei presidi, considerando anche tutto quello che si muove attorno ai luoghi di cura, che attraggono una massa elevata di veicoli finiscono anche per avere un impatto negativo sulla qualità dell'aria. Il settore sanitario contribuisce al surriscaldamento globale che può provocare l'aumento di malattie infettive (ad esempio malaria e colera), oltre a siccità, inondazioni e innalzamento del livello dei mari.. che secondo alcuni studi sarà meno pronunciato ed uniforme di quanto calcolato in precedenza, ma comunque con effetti anche sulla rotazione terrestre e sul clima globale in generale.
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Data: 23/05/2009
n°: 978
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Nuovi provvedimenti per l'ambiente
Per fronteggiare i cambiamenti climatici in atto sul pianeta le autorità stanno cercando di trovare un accordo per misure a favore dell'ambiente come un taglio di circa un venti percento delle emissioni inquinanti utilizzando tecnologie esistenti, nuovi impianti per la cattura del biossido di carbonio e veicoli tecnologicamente più efficienti nell'utilizzo dei carburanti. Altre proposte per salvaguardare il cosiddetto grande Triangolo dei Coralli nell'Asia sud-orientale sono state avanzate da alcuni paesi, dal momento che diversi fattori stanno minacciando un ecosistema delicato (un tesoro di bellezza unico al mondo) che consente la riproduzione di molte specie marine e la sopravvivenza di milioni di persone; ma a causa della pesca indiscriminata, inquinamento e cambiamenti climatici ormai il deterioramento ambientale sembrerebbe molto marcato. Da segnalare anche che le temperature medie in aumento stanno diventando una minaccia alla salute globale.
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Data: 20/05/2009
n°: 975
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Vegetariani per un giorno o per sempre
La recente proposta di suggerire alla popolazione come consiglio salutista di seguire per un giorno alla settimana un regime alimentare di tipo vegetariano per salvaguardare salute ed ambiente, anche se senza dubbio positivo (giusto per cominciare) pone l'interrogativo se possa essere salutare mangiare carne quasi tutti i giorni, considerando che soprattutto quella rossa secondo molti studi potrebbe favorire la formazione di tumori, oltre a "prosciugare" il territorio di risorse dal momento che necessita per il foraggio di coltivazioni ed irrigazioni intensive, uso di concimi chimici, fertilizzanti, antiparassitari, farmaci e a volte anche ormoni per una produzione di tipo industriale. Una alimentazione di tipo mediterraneo (classica, molto semplice o all'antica, latto - ovo vegetariana) può essere seguita tutti i giorni senza subire carenze di tipo nutrizionale, nemmeno dal punto di vista proteico grazie alla combinazione ad esempio di cereali, legumi e grana.. [ma nessun pregiudizio contro le carni].
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Data: 15/05/2009
n°: 971
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Temperature in aumento e livello del mare
Una delle zone del pianeta più soggette al fenomeno del surriscaldamento globale sembra sia il cosiddetto altopiano del Tibet che a causa della sua ubicazione e dell'altitudine elevata (oltre i quattromila metri in media) ha caratteristiche che potrebbero rendere più evidenti i danni causati dall'innalzamento delle temperature, quantificabile cominciando dalle prime rilevazioni del 1961 in circa 0,32 gradi ogni decade, e questo può causare con lo scioglimento dei ghiacciai inondazioni o siccità (considerando lunghi periodi di tempo) in vasti territori a valle. Da segnalare anche che è cominciata l'evacuazione della popolazione da una piccola isola del Sud Pacifico (Carteret a circa ottanta chilometri dall'isola Bougainville), uno dei primi casi in cui gli abitanti sono costretti ad abbandonare le proprie case a causa dell'erosione provocata dal mare il cui livello continua a salire inondando gli atolli corallini e rendendo difficili le attività agricole e di sussistenza.
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Data: 11/05/2009
n°: 967
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Livello dei mari e farfalle
Le popolazioni maggiormente colpite dall'innalzamento del livello dei mari sembra siano quelle che vivono sulle lunghe coste del sud-est dell'Asia (in Indonesia), a causa anche del tipo di economia basata sui proventi provenienti dalla silvicoltura e dall'agricoltura, sfavorita nella produzione dai cambiamenti climatici con variazioni nelle precipitazioni che provocano l'alternanza di periodi di siccità ed ondate di calore, a tifoni tropicali ed alluvioni. Una larga zona di circa 2500 chilometri quadrati coperta da foreste di mangrovie è minacciata dal fuoco favorito a volte dalle elevate temperature, che potrebbero giocare un ruolo anche nella ricombinazione della componente virale responsabile dell'aggressività dei virus e delle epidemie. In altri paesi, e particolarmente in Europa, alcuni hanno notato un calo di farfalle, lepidotteri davvero affascinanti e di rara bellezza che contribuiscono con la loro attività alla impollinazione e all'equilibrio globale.
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Data: 30/04/2009
n°: 959
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Foreste sane ed alghe per tutelare l'ambiente
Le piante normalmente assorbono una grande quantità del CO2 rilasciato nell'aria dalle attività umane e dal normale ciclo di vita degli esseri viventi, ma con il fenomeno del surriscaldamento globale provocato dall'uomo la concentrazione di tutti i gas ad effetto serra è aumentata notevolmente; infatti, il biossido di carbonio è passato da 284 ppm (parti per milione) prima dell'era industriale agli oltre 380 ppm attuali, ed anche le concentrazioni di metano, protossido di azoto, dei CFC.. sono molto aumentate con il risultato che le foreste rischiano di ammalarsi rilasciando in questo modo nell'atmosfera molto CO2 a causa dei processi degenerativi. Alcune ricerche hanno evidenziato come per salvaguardare le foreste tropicali sia necessario contenere l'effetto serra e le temperature, ed un aiuto in questo senso potrebbe arrivare da alghe eucariote modificate geneticamente in modo da mantenere gli oceani in equilibrio (simulando un clima primordiale).
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Data: 18/04/2009
n°: 949
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Composti chimici ad effetto serra da eliminare
La produzione di NF3 una molecola chimica come il trifluoruro di azoto che sembra possa essere un gas ad effetto serra 17.000 volte più potente del CO2 sta aumentando considerevolmente per usi industriali (ad esempio per gli schermi video piatti e computers) e potrebbe raggiungere entro il 2010 una quota di ottomila tonnellate per anno che corrisponderebbe a circa 130 milioni di tonnelate di CO2, una percentuale globalmente piccola ma non trascurabile per l'impatto ambientale soprattutto considerando che doveva sostituire secondo le direttive del protocollo di Kyoto del 1997 i PFC o perfluorocarburi. Anche altri composti chimici sono stati segnalati per la loro potenziale pericolosità ambientale come il metano, biossido di azoto, esafluoruro di zolfo, idrofluorocarburi.. dal momento che tendono tutti ad alimentare l'effetto serra e molte nazioni stanno discutendo su come limitare la produzione di queste poco salutari molecole chimiche.
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Data: 01/04/2009
n°: 939
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Copenaghen prima città pulita per emissioni
Utilizzando un piano che comprende una cinquantina di iniziative per ridurre le emissioni di biossido di carbonio la città di Copenaghen in Danimarca dovrebbe diventare la prima città "pulita" dal punto di vista dell'inquinamento o neutrale rispetto al progetto presentato dal protocollo di Kyoto in due fasi prima riducendo le emissioni di un 20% entro il 2015 e poi con una ulteriore riduzione entro il 2025 tramite ad esempio impianti che ricavano l'energia utilizzando risorse rinnovabili. Da un dibattito sui cambiamenti climatici in atto sul pianeta che si sta tenendo da qualche tempo a Copenaghen emerge che le previsioni sul livello dei mari fatte in passato risulterebbero praticamente confermare lo scenario più gravoso per le conseguenze sulle popolazioni che vivono nelle zone più interessate alle variazioni naturalistiche ed economiche dovute all'effetto serra, ed anche i danni subiti dalla foresta Amazzonica sembrerebbero confermati.
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Data: 20/03/2009
n°: 929
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Foresta amazzonica da proteggere
Uno dei fattori più importanti per salvaguardare l'ambiente sembra sia quello di tutelare la foresta amazzonica e cercare di proteggere dal surriscaldamento climatico tutte le foreste del pianeta; infatti, alcuni scienziati segnalano che l'aumento di temperatura e della concentrazione di biossido di carbonio nell'aria mina la salute delle piante modificandone il metabolismo, con la conseguenza che si potrebbe molto ridurre la copertura dei "polmoni verdi" del globo a causa della spirale che si autoalimenta provocata dall'effetto serra se non si ricorre a provvedimenti che possano porre un freno ai cambiamenti climatici. Molti dati e rilevazioni fatte in passato riguardo al rialzo di temperature, livello dei mari, impatto sulle popolazioni.. sono state in molti casi sottostimate e le foreste del pianeta come quella amazzonica sono minacciate sia dalla deforestazione incontrollata sia dall'effetto serra con ricadute immediate sull'equilibrio ambientale globale.
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Data: 13/03/2009
n°: 924
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Serbatoi alla base dei ghiacciai in Cina
Partendo dalla constatazione che milioni di persone potrebbero soffrire di problematiche collegate all'approvvigionamento idrico in province come quella dello Xinjiang densamente popolate e che quindi utilizzano grandi quantità di acqua disciolta proveniente dai ghiacciai delle molte montagne presenti, gli scienziati hanno pensato di costruire 59 grandi serbatoi di raccolta per l'acqua. Come accade nel resto del pianeta anche in Cina per effetto del surriscaldamento globale le dimensioni dei ghiacciai si stanno velocemente riducendo e per il momento la popolazione generalmente non avrebbe subito disagi dovuti alla carenza idrica, dal momento che sarebbe maggiore la media del flusso d'acqua disciolta e tendono ad aumentare anche le precipitazioni atmosferiche; ma in futuro, considerando come sono "ridotti" i ghiacciai, la situazione potrebbe cambiare e bisognerà tenere conto anche della forte evaporazione dei mesi estivi utilizzando magari scorte sotterranee.
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Data: 03/03/2009
n°: 915
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Pirenei sghiacciati
Nonostante un inverno abbastanza rigido che sembra abbia consentito ai ghiacciai della catena alpina una buona protezione grazie alla molta neve caduta, la Spagna avrebbe perso sulla catena dei Pirenei il 90% del suo patrimonio di ghiacciai dal momento che la loro copertura si sarebbe ridotta da 3300 a 390 ettari e quindi a questi ritmi nel giro di circa venti anni tutto il ghiaccio residuo potrebbe sciogliersi, con effetti rilevanti sulla portata d'acqua di importanti fiumi e di conseguenza sull'agricoltura. Sulle variazioni ambientali causate dai cambiamenti climatici dovute all'effetto serra e al relativo surriscaldamento che tende ad autoalimentarsi si è acceso un dibattito su quanto questo fenomeno possa essere influenzato dalle attività umane o da altri fattori, ed alcuni scienziati fanno notare che i danni e le conseguenze per una media delle temperature anche leggermente più alta sono stati in genere sottostimati.
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Data: 26/02/2009
n°: 911
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Le foreste tropicali assorbono maggiori emissioni
Con un progetto di rilevazione delle emissioni durato diversi anni è stato riscontrato che le foreste tropicali, soprattutto nella zona africana, assorbono maggiori quantità di emissioni inquinanti che derivano dallo sfruttamento dei combustibili fossili, probabilmente a causa delle maggiori concentrazioni di biossido di carbonio nell'aria che favorisce la crescita delle piante quasi con "effetto fertilizzante", e quindi un volume maggiore della pianta corrisponde ad un maggiore assorbimento (anche del 20%). Precedentemente era stato rilevato per la foresta amazzonica una media di circa 620 kg di CO2 per ettaro, quantificabili in quasi 5 miliardi di tonnellate metriche all'anno per l'intero pianeta.. da segnalare anche accordi fra America ed Indonesia per salvaguardare le foreste, mentre la Cina sembrerebbe intenzionata a ridurre le emissioni inquinanti ed organizzazioni internazionali propongono la produzione di cibo poco inquinante e con minori sprechi.
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Data: 20/02/2009
n°: 906
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Permafrost dell'Artide da preservare
Secondo alcuni modelli di previsione climatica il disgelo della tundra artica provocato dal surriscaldamento globale potrebbe rilasciare nell'atmosfera una grande quantità di biossido di carbonio in percentuale superiore a quella precedentemente calcolata e sembra che il rialzo delle temperature medie (con dati un po' discordanti) sia maggiore proprio nell'Artide a causa anche di una specie di meccanismo che tende ad autoalimentarsi e per evitare che possa ulteriormente aumentare bisognerebbe cercare di diminuire le quantità di gas ad effetto serra emesse soprattutto da grandi paesi industrializzati in "via di sviluppo". Da preservare anche le foreste pluviali; infatti, larghe aree nel globo sono state disboscate per ricavare terreni sia a scopo alimentare che per ottenere biocarburanti, e generalmente questi alberi vengono bruciati rilasciando nell'atmosfera grandi quantità di CO2.. oltre ad intaccare i cosiddetti polmoni verdi del pianeta.
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Data: 16/02/2009
n°: 902
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Biocarburanti ricavati dal legname
Nell'intestino di un piccolo crostaceo che mangia il legname sarebbe presente un enzima adatto per ricavare un nuovo tipo di biocarburante, che in pratica deriva dalla fermentazione della cellulosa che questo gamberetto è in grado di degradare ad esempio masticando salice o paglia e poi trasformare in botanolo ed etanolo. Uno dei maggior problemi della precedente generazione di biocarburanti, che erano ricavati principalmente da amidi e zuccheri presenti nei raccolti di cereali era quello di sottrarre cibo utile per l'alimentazione umana, ma grazie al nuovo tipo di enzima sarà possibile ottenere circa 19 grammi di etanolo da 100 grammi di paglia senza dover affamare le popolazioni pur di poter ricavare un 10% in media di carburante "pulito" ed eventualmente utilizzando terre inutilizzate per nuove colture da trasformare. Altre ricerche segnalavano tempo fa la possibilità di ottenere idrogeno dall'etanolo utilizzando catalizzatori compatti e relativamente economici.
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Data: 29/01/2009
n°: 887
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Allevamenti al posto della foresta amazzonica
In Brasile sembra stia crescendo il ritmo di deforestazione della foresta amazzonica per fare posto a nuovi allevamenti animali per soddisfare la sempre più pressante richiesta di carne per l'alimentazione umana dei mercati internazionali, e per appagare questa insalubre abitudine alimentare si perdono ogni anno circa diecimila chilometri quadrati di foresta (i cosiddetti polmoni verdi del pianeta) per fare spazio a fattorie, pascoli, vaste mandrie di bestiame; senza considerare che bruciare gli alberi o la loro decomposizione comporta un notevole rilascio di biossido di carbonio in atmosfera. Da considerare anche il disequilibrio per tutto l'ecosistema, già fortemente provato da decenni di sfruttamento incontrollato, e le conseguenze sulla natura di questi dissennati interventi umani potrebbero essere imprevedibili ed alcuni ipotizzano che le stesse variazioni climatiche in senso estremo dipendano in percentuale anche dalla deforestazione.
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Data: 12/01/2009
n°: 872
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Consumo di pesce sostenibile
La pratica della pesca intensiva di tipo industriale impoverisce i mari e sarebbe opportuno cercare di evitare di introdurre nell'alimentazione specie che non riescono a riprodursi correttamente (come il merluzzo dell'Atlantico..); inoltre, alcuni consigliano anche se il pesce è una buona fonte di omega-3 di limitare il consumo di quello particolarmente grasso che potrebbe contenere proprio nella parte grassa inquinanti che poi finiscono per accumularsi nell'organismo come ad esempio il mercurio del pesce spada, del marlin, di alcune specie di squalo, potenzialmente dannose se si superano le due porzioni a settimana soprattutto per le donne incinte o che allattano. Altri grandi cetacei dei mari in pericolo sono le balene, mammiferi uccisi a centinaia (anche per scopi "scientifici" dai giapponesi) nonostante le ripetute moratorie internazionali e l'impegno di gruppi che cercano di sensibilizzare l'opinione pubblica alla salvaguardia dei mari.
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Data: 08/01/2009
n°: 869
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Cemento che assorbe CO2 e clima naturale
La produzione di cemento nel pianeta produce molto biossido di carbonio quantificabile in circa il 5% delle emissioni globali ogni anno e si stima che in futuro la richiesta per nuove costruzioni potrebbe molto aumentare; ma in Inghilterra è stata messa a punto una nuova formula per il cemento che sfrutta le proprietà del silicato di magnesio per assorbire il CO2 e richiede anche minori quantità di calore per la produzione (da notare, però, che a quanto pare i soli edifici pubblici Inglesi sono responsabili per un inquinamento da CO2 superiore a quello di un intero paese come il Kenia). Per quanto riguarda invece il naturale equilibrio climatico che consente di salvaguardare la biodiversità, sembrerebbe che il riscaldamento globale da valutare in modo complessivo, possa avere qualche influenza sul sesso di alcuni rettili e pesci dal momento che una temperatura in media più alta determina una percentuale maggiore di maschi con conseguenti squilibri ambientali.
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Data: 02/01/2009
n°: 865
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Case a basso impatto ambientale
Tramite nuovi sistemi di progettazione delle case è possibile risparmiare molta dell'energia normalmente utilizzata ed adottando uno stile di vita particolarmente sobrio nei consumi con qualche piccolo sacrificio si può evitare di sprecare risorse indispensabili per l'ambiente come l'acqua, grazie ad esempio a sistemi idraulici che mentre ci si fa la doccia o ci si lava i denti.. recuperano l'acqua dagli scarichi depurandola per altri usi o rendono possibile il suo riutilizzo. Per quanto riguarda invece l'energia utilizzata per la climatizzazione oltre alla coibentazione degli edifici che consente un netto risparmio è possibile utilizzare i tetti come giardini in progettazioni con appositi impianti idrici integrati oppure sono allo studio nuovi tipi di pannelli fotovoltaici organici molto più efficienti e che non utilizzano componenti chimiche inquinanti, ma anche semplici zone bianche o riflettenti nei tetti possono contribuire a salvaguardare l'ambiente riflettendo selettivamente i raggi solari.
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Data: 22/11/2008
n°: 833
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Correnti oceaniche e soluzioni climatiche
I modelli climatici in alcune zone del pianeta stanno variando velocemente con conseguenze sulla circolazione delle correnti oceaniche sottomarine che condizionano il clima globale, ad esempio nel Nord Atlantico notevoli modificazioni all'ecosistema sono provocate dalle grandi quantità di acqua fresca che provengono dallo scioglimento dei ghiacciai a causa dell'effetto serra, ma in questo caso per ridurre la concentrazione di CO2 nell'aria da alcuni studi sembrerebbe efficace la capacità di catturare e convertire in calcite il gas di una roccia intrusiva eruttiva costituita da olivina (peridoto) e pirosseni presente soprattutto in Oman e abbastanza comune nel mantello della Terra. Per quanto riguarda le perturbazioni che interessano la parte alta dell'atmosfera da segnalare l'ennesimo uragano che dopo aver provocato ingenti danni alle isole Cayman (senza vittime) si dirige verso Cuba con raffiche di vento che raggiungono i 200 km orari.
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Data: 10/11/2008
n°: 822
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Salvaguardare la biodiversità ambientale
Lo sfruttamento ambientale intensivo sia delle terre emerse che dei mari potrebbe aver causato un ritmo di estinzione di specie animali di portata senza precedenti, con una percentuale quantificabile in circa il 38% e la vita sul pianeta in tutte le sue più variate sfumature è possibile anche grazie alla biodiversità, ma i cambiamenti climatici potrebbero favorire alcune specie a scapito di altre, senza che abbiano il tempo materiale di attuare delle strategie che possano consentire la sopravvivenza. L'aumento delle emissioni inquinanti di CO2, metano, azoto reattivo fissato dalle produzioni industriali e biologicamente attivo sommato alle attività umane di deforestazione e ai fenomeni di "fertilizzazione" innaturale degli oceani sconvolge gli equilibri climatici che hanno consentito una salutare biodiversità, che può essere preservata lasciando che la natura recuperi i ritmi piuttosto lenti che contraddistinguono la storia dell'evoluzione sul pianeta.
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Data: 07/11/2008
n°: 820
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Gas serra da diminuire
Considerando la capacità di trattenere calore di alcuni gas ad effetto serra alcuni scienziati hanno calcolato che il metano ha venti volte in proporzione più impatto ambientale del biossido di carbonio anche se quest'ultimo è maggiormente monitorato a causa della sua massiccia presenza nell'atmosfera, ma bisognerebbe tenere anche conto delle "bolle di metano" intrappolate nei ghiacci artici che con lo scioglimento dei ghiacci rilasciano il gas in quantità crescenti. I piani di sviluppo industriale prevedono un drastico taglio delle emissioni inquinanti ad effetto serra per le navi, per gli aerei e tutti i commerci che nel loro insieme sono responsabili di circa un 30% dell'inquinamento globale grazie ad interventi di ottimizzazione dei consumi di combustibili fossili migliorando l'efficienza dei motori.. ad esempio negli aerei con particolari disegni che studiano i flussi dell'aria ad alta velocità è possibile risparmiare molto carburante.
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Data: 29/10/2008
n°: 813
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Salvaguardia ambientale nei paesi poveri
I cambiamenti climatici spesso sconvolgono gli equilibri ambientali e la biodiversità nei paesi più poveri del pianeta che non hanno mezzi per fronteggiare e porre rimedio ai danni causati dall'effetto serra, ad esempio sembra che in Gabon ed in altri paesi dell'Africa la scarsità di risorse idriche sia per l'agricoltura sia per l'uso domestico e soprattutto da bere per garantire la sopravvivenza stia diventando una problematica sempre più pressante e di difficile soluzione. Alcuni paesi hanno lanciato delle proposte di aiuto per le popolazioni che vedono cambiare davanti ai loro occhi l'ambiente che si presenta con nuovi inediti scenari climatici e proteggere i grandi patrimoni boschivi dell'Africa (come nel bacino del Congo) può significare salvaguardare uno dei più grandi polmoni verdi del pianeta, in periodi in cui comincia a diventare importante monitorare anche la produzione individuale di CO2 che dovrebbe essere "riciclata". - Ultimamente è scoppiato un violento conflitto in Congo anche per il controllo delle materie prime.. oro, diamanti, rame, cobalto, coltan (utilizzato nei telefonini).
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Data: 21/10/2008
n°: 806
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Pannelli fotovoltaici tecnologici
Un nuovo tipo di tecnologia che consente di aumentare moltissimo l'efficienza dei normali pannelli solari potrebbe presto essere adottata nella produzione di questi sottili wafers che consentono di convertire la luce gratuita del sole in energia "ecologica", sfruttando anche le frequenze infrarosse catturate da una superficie molto ruvida, che invece i pannelli lisci lasciano passare senza sfruttare la carica energetica che si sprigiona da queste particolari onde elettromagnetiche. In alcuni paesi l'adozione di fonti rinnovabili è considerata come un parametro per migliorare la qualità non solo in campo ambientale ma anche in quello alimentare, senza considerare che esistono dei progetti per creare dei microclimi favorevoli a coltivazioni utili a produrre anche biocarburanti nel deserto grazie all'adozione di speciali ambienti e di serie di specchi che concentrando l'energia del sole consentono di dissalare l'acqua del mare, rendendola adatta al normale utilizzo.
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Data: 17/10/2008
n°: 803
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Piani climatici e malattie da effetto serra
Mentre gli obiettivi sulla riduzione delle emissioni inquinanti stanno diventando sempre più consistenti con proposte che tenderebbero ad un incremento dal 20% al 30% circa dal 2020, la congiuntura sfavorevole sul piano economico con la popolazione preoccupata per le relative problematiche correlate potrebbe vanificare gli sforzi tesi a migliorare la condizione ambientale globale con piani efficaci a lungo termine (fino ad una riduzione anche dell' 80% del CO2 dal 2050). Per quanto riguarda invece la salute del globo, pare che il surriscaldamento legato all'effetto serra potrebbe provocare l'adattamento di insetti tipici di alcune zone calde del pianeta con il conseguente pericolo della diffusione di alcune malattie caratteristiche della fauna selvatica (zoonosi diffuse ad esempio in Africa) ed anche la salute dei mari è messa a rischio dalla riduzione del meccanismo naturale di rimescolamento dell'acqua grazie all'azione del fitoplancton.
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Data: 13/10/2008
n°: 799
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Energia solare a tutela dell'ambiente
In certe zone dell'Africa la popolazione ricorre ancora all'energia ricavata bruciando legname con conseguente danno ambientale sia per l'immissione nell'ambiente di inquinanti, sia per il taglio di alberi che sono in grado di catturare e trasformare il CO2 in ossigeno, ma in sostituzione di questi metodi energetici decisamente aggressivi sembra che stia crescendo velocemente anche l'utilizzo di pannelli solari e fotovoltaici, scalda acqua termici, cucine solari.. in una terra in grado di fornire circa da 5 a 7 KWh per metro quadrato, che sfruttata per centrali solari a vapore potrebbe fornire energia per un'intera città. I cambiamenti climatici provocati anche dal cattivo utilizzo di risorse energetiche provocano danni ambientali che potrebbero richiedere costose opere ad esempio per proteggere le coste di alcuni paesi dall'erosione provocata dalla forza delle onde del mare, che invece sfruttate con appositi sistemi idraulici possono essere trasformate in energia.
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Data: 01/10/2008
n°: 789
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Invenzioni a favore dell'ambiente
Un tipo di frigorifero brevettato nel 1930 da Einstein e Szilard potrebbe essere prodotto su scala globale per proteggere l'ambiente dall'uso del freon o altri gas ad effetto serra che a causa dell'aumentata richiesta di elettrodomestici refrigeranti soprattutto nei paesi in via di sviluppo rischiano di essere rilasciati nell'aria. Questo tipo di frigorifero utilizza l'ammoniaca, butano ed acqua al posto del freon sfruttando il principio per cui i liquidi raggiungono lo stato di ebollizione ad una temperatura inferiore se la pressione è più bassa (fenomeno verificabile in montagna) ed è sufficiente una semplice pompa per attivare questo meccanismo che sottrae calore dall'esterno senza utilizzare compressori e risparmiando energia elettrica. Allo studio anche la copia sintetica della struttura delle alghe diatomee che hanno una impalcatura silicea con micropori molto complessa in grado di deviare i raggi luminosi ed in questo modo di catturare l'energia solare (gratuita ed ecologica).
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Data: 23/09/2008
n°: 782
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Ambiente da riequilibrare
Alcuni studi segnalano come i cicli naturali dell'ambiente in qualche modo sconvolti dai cambiamenti climatici in atto sul pianeta dovrebbero essere riequilibrati su ritmi più naturali, per evitare che preziosi ecosistemi siano seriamente danneggiati (ad esempio come alberi secolari di varie specie in zone del globo interessate da variazioni significative delle temperature medie); senza contare alcuni nuovi fenomeni rilevati che sembra ostacolino le reazioni chimiche che consentono l'equilibrio globale, come un virus che colpisce le alghe procariote che consentono agli oceani di assorbire grandi quantità di biossido di carbonio. Un altro ciclo da riequilibrare sarebbe quello dell'azoto (fondamentale per la vita) e in particolare dell'azoto reattivo che se da una parte può essere utile in agricoltura e per molte produzioni industriali, dall'altra danneggia tutto l'ecosistema, dagli oceani, alle coste, ai laghi e fiumi.. oltre a provocare ulteriori gas serra e smog nell'aria.
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Data: 15/09/2008
n°: 775
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Ghiaccio spaccato o sciolto
Si sarebbe aperta una nuova grossa frattura nel ghiaccio nel nord della Groenlandia di circa undici chilometri di lunghezza e quasi uno di larghezza in una zona che sembrava precedentemente non ancora interessata da spaccature di grandi dimensioni, che comporta di conseguenza il rialzo del livello dei mari già evidenziato da rilevazioni effettuate in passato (anche se le previsioni sull'andamento del fenomeno del riscaldamento globale spesso non corrispondono ai dati ipotizzati). Una delle zone del pianeta più colpite dal rapido scioglimento dei ghiacciai sarebbe quella Imalaiana con un ritmo quantificabile in circa settanta metri per anno di arretramento che potrebbe provocare problemi per l'approvvigionamento idrico legato alla sopravvivenza per una popolazione di 1,3 miliardi di persone, colpite anche dal mutamento delle precipitazioni collegate ai cambiamenti climatici (con conseguenze anche per le temperature medie rilevate).
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Data: 23/08/2008
n°: 757
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Informazione corretta sui cambiamenti climatici
Fornire dati, immagini ed informazioni corrette sulla reale situazione ambientale potrebbe non essere più superficialmente "bollato come catastrofismo", ma essere una valida strategia per preparare psicologicamente la popolazione e cercare di prevenire i danni provocati dai cambiamenti climatici, accusati da molti di essere responsabili di stravolgimenti nella biodiversità (piante ed animali) di oasi naturalistiche e del surriscaldamento globale che in futuro sembra possa essere quantificato in circa quattro gradi (in alcune zone) e quindi con un valore doppio a quello precedentemente ipotizzato se non saranno ridotte in modo significativo le emissioni di CO2. Piogge torrenziali ed acquazzoni ad esempio potrebbero essere più violenti del previsto e se è stata notata una correlazione fra aumento delle temperature ed intensità delle piogge pare che i modelli calcolati dai climatologi stimino di solito per difetto i danni che poi si riscontrano sul territorio.
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Data: 14/08/2008
n°: 751
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L'anima o lo spirito intelligente di Anassagora
Fra i filosofi che per primi hanno riconosciuto negli esseri viventi la presenza dell'anima bisogna citare il greco Anassagora (Clazomene 500 a.C. - Lampsaco 428 circa) che per molti anni dimorò ed insegnò ad Atene, ma dovette subire un processo per empietà dal momento che affermava che il sole fosse una massa incandescente e non una divinità come sostenevano i suoi avversari; inoltre, per quanto riguarda l'origine degli astri tutto deriverebbe da un moto rotatorio (Nous - spirito intelligente) che ha prodotto nella massa primigenia una separazione, tanto che il grande pensatore affermava: "Tutte le cose erano confuse, poi venne il Nous e le distinse componendole in ordinamento" e il mondo non avrà mai fine perché lo spirito ha ordinato tutte le più piccole particelle, i semi (omeomerie) che sono alla base di tutti gli elementi per cui "tutto è in tutto". Anassagora passava le giornate a contemplare la natura e facendo scoperte eccezionali per l'epoca, apparentemente disinteressandosi della patria, ma ai suoi detrattori indicava come sua vera patria il cielo.
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Data: 06/08/2008
n°: 745
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Coralli soffocati dal biossido di carbonio
L'equilibrio marino che consente la simbiosi fra alghe e coralli sembrerebbe minacciato dall'eccessiva concentrazione di biossido di carbonio nell'atmosfera, per il fenomeno dell'acidificazione degli oceani dal momento che i mari catturano in parte il CO2 dell'aria; inoltre, la temperatura più calda dell'acqua sembra costringa i celenterati che costruiscono le barriere coralline (tramite polipi) ad espellere le alghe con cui convivono a cui devono la caratteristica colorazione, poi tendono lentamente a sbiancare e morire. Alcuni scienziati segnalano che un terzo della barriera corallina del globo è in pericolo anche a causa di altri fattori come l'inquinamento, la pesca eccessiva e quella a strascico o con l'uso di dinamite, le opere di scavo dei fondali per recuperare materiali edili.. ed occorrerebbero misure di tutela ambientale e di tutti gli ecosistemi di portata consistente, ma a quanto pare i "potenti della terra" non sono ancora riusciti a raggiungere un accordo tangibile in questo settore.
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Data: 14/07/2008
n°: 732
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Meditazione sotto grandi alberi
La vita sulla Terra è resa possibile da quel mirabile "laboratorio chimico" presente prevalentemente nelle foglie delle piante che grazie alla fotosintesi clorofilliana trasformano l'acqua e l'anidride carbonica sotto l'azione della luce del solare in carboidrati, grassi, proteine.. liberando ossigeno che rende possibile la sopravvivenza dell'uomo e di tutte le creature viventi sul globo (per questo motivo di solito si definisce questo fenomeno biologico come schiavitù verde). Meditare sotto un grande albero ad esempio può essere un piccolo atto di ringraziamento per l'universo vegetale avendo compreso come il carbonio della materia vivente organica derivi dall'anidride carbonica (prodotto di rifiuto) che tramite la clorofilla, le piante sintetizzano e trasformano; inoltre, è possibile immaginare idealmente come il flusso di energia che ci nutre e l'ossigeno per respirare provenga in pratica dalle foglie, tutto con un equilibrio di rara perfezione che può essere un momento di elevazione spirituale.
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Data: 07/07/2008
n°: 726
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Fotovoltaico solare in crescita
Alcuni sostenevano che gli impianti fotovoltaici che utilizzano la luce solare per ottenere energia elettrica fossero troppo costosi ed inquinanti in fase di produzione per poter essere realmente utili per salvaguardare l'ambiente, ma i nuovi scenari con i prezzi del petrolio e dell'energia elettrica sempre più cari potrebbero rendere queste soluzioni vantaggiose; inoltre, nei prossimi anni si ipotizza un ulteriore taglio dei costi di circa il 30% nonostante l'aumento del prezzo del silicio con cui sono prodotti i pannelli. Il progresso della tecnologia che converte l'energia solare ha consentito continui miglioramenti da quando nel lontano 1839 A. Becquerel inventò la pila fotovoltaica (a forma di cilindro di vetro) ed ora in genere si utilizzano due larghi strati di semiconduttori come elettrodi separati da un sottile film di un semiconduttore per creare una differenza di potenziale che in misura variabile dall'intensità dei raggi del sole produce una piccola quantità di energia elettrica.
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Data: 17/06/2008
n°: 711
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Ridurre considerevolmente il CO2
Alcuni scienziati norvegesi affermano che è possibile ridurre entro il 2050 anche dell'85% le emissioni di gas che provocano l'effetto serra grazie ad impianti a biomasse e che sfruttano la fotosintesi clorofilliana delle alghe, "iniettando nel sottosuolo" il CO2 e cambiando lo stile di vita favorendo i prodotti che contribuiscono a salvaguardare l'ambiente (tassando gli altri), tutto in un'ottica organizzata su vasta scala in modo da porre rimedio ai cambiamenti che sconvolgono l'ecosistema. Preservare le foreste è un altro passo importante per l'equilibrio globale della natura, ma in questo campo pare che in Amazzonia siano state tagliate o bruciate le piante in una zona di ben 1132 chilometri quadrati di foresta equatoriale in Brasile (misurazione effettuata da satellite ad Aprile), incrementando in questo modo la quota di deforestazione dal momento che è aumentata la richiesta di terreni agricoli e di legno del mercato; inoltre, su un altro fronte anche nel Borneo molti alberi sono stati tagliati senza criterio.
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Data: 07/06/2008
n°: 703
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Biodiversità minacciata
Molte specie animali sulla terra e nel cielo sono a rischio di estinzione e la situazione nei mari non sembrerebbe essere molto migliore dal momento che ormai oltre l'80% delle zone di pesca nel pianeta soffrono a causa della pesca intensiva, ma il dato più impressionante è che in soli trent'anni sembrerebbe che il 25% di tutti gli animali sia stato perduto, con un impatto aggressivo per la biodiversità che risulta minacciata seriamente. La specie maggiormente a rischio ancor più dell'orso polare pare sia quella del narvalo, una balena con una caratteristica zanna a spirale che ha ispirato in passato la fantasia degli artisti, a causa del riscaldamento globale e delle modificazioni dell'habitat naturale che questo mammifero non riesce a fronteggiare adeguatamente, ma vi sono anche dei simpatici roditori come le marmotte uccise per la falsa credenza che il loro grasso possa avere effetti curativi contro alcune malattie oppure i semplici ricci comuni che svolgono un'importante funzione in un'ottica di equilibrio fra tutte le creature viventi, insieme con l'aquila, la lince, la volpe..
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Data: 29/05/2008
n°: 696
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Biomasse naturali energetiche
I primi impianti per l'utilizzo delle biomasse cominciano ad essere installati ed utilizzati con grandi vantaggi economici e naturalistici, ad esempio è possibile in piccolo ambito locale agreste utilizzare una specie di vasca in cui stoccare tutti i materiali di risulta dalla pulizia di giardini, alberi, siepi, vigne unito poi ad erba, rami secchi.. per ottenere un combustibile utile per tutti gli usi energetici senza sfruttare risorse fossili e salvaguardando al tempo stesso l'ambiente. Esistono anche grandi impianti che utilizzano questo tipo di tecnologia o altri che verranno presto realizzati come sembra stia accadendo in Inghilterra grazie ad una centrale a biomasse che utilizzerà rami secchi, materiale di risulta proveniente dalla lavorazione dei girasoli ed altri vegetali.. consentendo di ridurre le emissioni inquinanti di CO2 di svariati milioni di tonnellate ed in questo modo sarà possibile entro il 2012 ottenere una riduzione di circa un 15% sulla quantità di biossido di carbonio prodotta per scopi energetici.
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Data: 22/05/2008
n°: 690
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Clima caldo - freddo
Mentre alcuni scienziati sostengono che le temperature globali sono destinate a crescere, altri ipotizzano che ci potrebbe essere un periodo di moderato raffreddamento causato dal rallentamento della Corrente del Golfo che mitiga il clima in special modo nel Nord dell'Europa e dell'America grazie al flusso di acqua calda dalla zona tropicale dell'Oceano Atlantico a quella settentrionale e che poi prosegue in senso circolare restituendo acqua fredda che contribuisce a stabilizzare tutte le temperature. Il clima generalmente è mantenuto costante da un specie di termostato naturale del pianeta, ma con l'effetto serra si è determinato uno squilibrio che ha sconvolto i parametri base che hanno caratterizzato la storia dell'evoluzione per milioni di anni, tanto che ormai l'era industriale è chiamata Antropocene (o anthropogenic - nel senso che i cambiamenti sono provocati dall'uomo) in cui si è passati da una concentrazione di CO2 nell'atmosfera di 20 ppm ad una di 100 ppm (parti per milione.. ed anche molto superiore) con significative conseguenze sulle condizioni di sopravvivenza di molte specie animali e vegetali, senza dimenticare la salute degli oceani e dei mari.
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Data: 02/05/2008
n°: 677
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L'equilibrato ciclo dell'azoto
La vita sul globo terrestre non sarebbe possibile senza il ciclo dell'azoto presente nell'aria atmosferica; infatti, qualsiasi organismo in fase di crescita necessita dell'apporto di un'equilibrata quantità di proteine, che sono il materiale plastico (in pratica i mattoni) dell'organismo e le stesse cellule che lo compongono decadono in mancanza di questi importanti fattori nutritivi che a differenza di carboidrati e grassi, costituiti da carbonio, idrogeno ed ossigeno, contengono anche l'azoto. Dal momento che sulla crosta terrestre sono presenti quantità di azoto relativamente limitate è necessario sfruttare quello presente in abbondanza nell'aria (78,09% in volume circa), ma dopo essere stato utilizzato per la "costruzione" di proteine deve essere restituito all'atmosfera per evitare che si esaurisca; tutto questo ciclo fondamentale per la vita è reso possibile da microrganismi che catturano l'azoto dall'aria ed in genere si annidano attorno alle radici delle leguminose, che producono proteine indispensabili all'uomo e a tutti gli animali (poi con feci ed urine tutto sarà riciclato da altri microbi.. con un equilibrio mirabile).
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Data: 26/04/2008
n°: 673
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Giornata globale dedicata alla terra
In 174 paesi grazie a manifestazioni e spettacoli si cercherà di sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi che riguardano il riscaldamento globale e la salvaguardia del pianeta, fenomeni che stanno modificando velocemente gli equilibri naturali con effetti in passato imprevedibili, come ad esempio le modificazioni delle abitudini migratorie degli uccelli che tendono a non sostare più in Europa e di conseguenza si attenua il profumo con cui le piante attirano anche gli insetti; ma i danni più gravi sono avvertibili soprattutto in paesi già poveri (che non hanno i mezzi per fronteggiare la situazione sfavorevole e le malattie..). Purtroppo nonostante i ripetuti appelli nel passato non sembra che sia cambiata di molto la situazione sul piano delle emissioni inquinanti, che aumentano inesorabilmente salvo rare eccezioni e iniziative positive come quella promossa dalla Norvegia che ha stanziato cento milioni di dollari per cercare di arrestare la deforestazione in Tanzania (dal momento che l'effetto serra non ha confini).
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Data: 22/04/2008
n°: 671
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Natura oceanica globale
Quando si parla di salute globale bisognerebbe considerare con una panoramica naturale anche quella degli oceani; infatti, è il mare che sostiene in parte il pianeta (anche per chi vive in montagna o nel deserto) in un intreccio che vede collegata tutta la natura, quindi l'inquinamento ed il surriscaldamento dell'acqua, la pratica della pesca intensiva che non consente alle specie ittiche di riprodursi correttamente ed il degrado dei fondali finiscono prima o poi per danneggiare tutto l'ecosistema. Le creature che vivono nel mare sono minacciate dagli scarichi della civiltà industriale (metalli pesanti, diossine, pcb, ftalati) che minano il loro sistema immunitario ed endocrino esponendoli a malattie e virus (come ad esempio sta accadendo ai delfini colpiti dal morbillo nel Mediterraneo) con il rischio di danni globali che superano i confini delle nazioni, ed ormai si sta cercando di attuare anche dei programmi per la prevenzione e la salvaguardia degli oceani e dell'ambiente.. (non senza difficoltà).
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Data: 17/04/2008
n°: 667
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Api insetti intelligenti
Gli animali in genere hanno molteplici mezzi per comunicare ed in particolare le api sono in grado di utilizzare una complessa serie di segnali sia di tipo tattile ed acustico che chimico, grazie ai feromoni; inoltre, indicano alle compagne i parametri relativi alla direzione, distanza, tipo di fonti alimentari disponibili e relativa quantità, attraverso la danza scodinzolante (una specie di triangolazione figurata, utilizzando il sole, l'alveare ed i fiori).. un esempio davvero caratteristico di quanto possano essere intelligenti gli insetti. Fra le altre problematiche ambientali che minacciano la natura, bisogna segnalare che la raccolta di miele dai favi degli alveari comincia a diventare difficoltosa a causa della moria delle api forse a causa di antiparassitari di nuova formulazione (neonicotinoidi) che sono vietati in qualche paese, ma alcuni segnalano che potrebbe esserci anche un ruolo nell'aumento delle concentrazioni di CO2 e dei raggi ultravioletti (che stanno provocando l'aumento di cataratta negli occhi degli uomini).
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Data: 09/04/2008
n°: 659
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Biossido di carbonio problematico
Quelle che inizialmente erano chiamate variazioni climatiche legate al surriscaldamento globale del pianeta ora rischiano di diventare delle crisi ambientali provocate dal massiccio utilizzo di energia proveniente da fonti fossili non rinnovabili e sono allo studio soluzioni per sottrarre biossido di carbonio dall'atmosfera, con già i primi tentativi di iniettarne grandi quantità in cavità sotterranee stabili (ma alcuni avvertono che potrebbero esserci dei rischi in caso di terremoti). Nonostante la reale situazione climatica sia stata abilmente "camuffata" per proteggere forti interessi economici, ormai alcune evidenze a carattere umanitario (malattie, epidemie, migrazioni di popolazioni..) fanno riflettere anche sugli atteggiamenti dell'opinione pubblica riguardo ai provvedimenti per limitare le emissioni inquinanti, considerando anche che per produrre nuove tecnologie per ridurre le emissioni di biossido di carbonio bisognerebbe evitare di immetterla nell'atmosfera in fase di produzione bruciando i soliti combustibili fossili.
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Data: 08/04/2008
n°: 658
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Globo al buio e diritti umani
In 371 fra città, paesi e metropoli il 29 marzo sono state spente le luci per un'ora dalle 20 alle 21 (in orario GMT locale) per sensibilizzare le popolazioni nei confronti del fenomeno dei cambiamenti climatici che ne frattempo è diventato un diritto dell'umanità (sancito dal UN Human Rights Council) dal momento che si tratta di una problematica globale e colpisce maggiormente popolazioni già povere; inoltre, alcune isole potrebbero essere particolarmente vulnerabili come ad esempio le Maldive. E' ormai inequivocabile il ruolo umano nei cambiamenti climatici e nella produzione dei gas ad effetto serra con conseguente desertificazione di ampie zone del pianeta, pericoli di inondazioni, danni economici rilevanti e all'intero ecosistema che potrebbero essere di tipo irreversibile; quindi anche se spegnere le lampadine per solo un'ora non comporta particolari benefici.. almeno dovrebbe servire a sensibilizzare l'opinione pubblica in favore di un atteggiamento più attento all'utilizzo delle risorse energetiche.
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Data: 29/03/2008
n°: 650
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Icebergs giganteschi e riscaldamento
Dalla penisola antartica si è staccato un iceberg di dimensioni enormi (pare di circa 570 chilometri quadrati - 41 x 2,5) dalla scogliera di ghiaccio di Wilkins e questo fenomeno preoccupa alcuni scienziati sorpresi dalla velocità con cui il clima stia cambiando ed ormai si calcola che a questi ritmi senza prendere provvedimenti sostanziali si rischia la fusione di gran parte dei ghiacci. L'opinione pubblica pare che si sia abituata agli annunci di tipo allarmistico legati al surriscaldamento globale (non sempre forniti puntualmente) e poco propensa a cambiare il proprio stile di vita, ma in futuro potrebbero verificarsi anche dei problemi impensabili nella vita quotidiana di tutti ad esempio legati alla viabilità, con strade e vie sotterranee allagate, ferrovie deformate, ponti indeboliti nelle strutture portanti.. soprattutto nelle zone costiere, senza considerare i danni a tutto l'ecosistema; quindi un cambio di rotta potrebbe essere una scelta quasi obbligata per la salvaguardia del pianeta.
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Data: 27/03/2008
n°: 648
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Clima un po' freddo e primavera
Osservando la natura si può notare come la fioritura di molte piante ogni anno sia sempre più anticipata e la primavera biologica non corrisponde ai ritmi a cui molti sono abituati, compresi i tempi di eventuali disturbi allergici dovuti ai pollini che in alcune giornate "saturano" l'aria, senza considerare che dopo gli iniziali tepori capita spesso che alcune giornate un po' freddine richiamino alle mente le anomalie del surriscaldamento globale con la considerazione che anche gli animali soffrono per questa situazione e gli insetti sono ostacolati nel volo dalle condizioni meteorologiche. Alcune ricerche registrano puntualmente le piccole variazioni del clima che si sommano ogni anno ed ormai sono evidenti ad occhio nudo, ed anche se potrebbe sembrare che la situazione idrica sia apparentemente tranquillizzante, pare che i fiumi abbiano in realtà una portata piuttosto ridotta, con il rischio dell'aumento degli inquinanti meno diluiti e degli incendi estivi provocati dalla siccità e dalla fioritura anticipata (con la conseguente formazione di sterpaglie).
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Data: 22/03/2008
n°: 645
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Questione ambientale disciolta
Dopo molti anni le problematiche sulla questione ambientale che riguardano lo stato di salute del pianeta in generale cominciano ad essere affrontate anche da chi le ha in qualche modo sottovalutate o non prese bene in considerazione, dal momento che le notizie sui cambiamenti climatici ormai arrivano puntuali a sostenere le tesi degli ambientalisti che da decenni si occupano di argomentazioni a volte un po' scomode. Persino gli Indiani del Nord America si lamentano dell'inquinamento che soffoca la Madre Terra e richiamano l'attenzione a ristabilire l'antico patto con la natura in modo da evitare che il pianeta collassi grazie ad interventi di purificazione e riforestazione; inoltre, spostandosi in un altro scenario da salvaguardare bisogna segnalare che i ghiacciai nel mondo hanno cominciato a sciogliersi ad una velocità più che doppia rispetto al passato e sembrerebbe che si sia passati dai trenta centimetri di arretramento degli anni '80 e '90 al metro e mezzo del 2006 con conseguente variazione anche della disponibilità delle risorse idriche per le popolazioni.
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Data: 17/03/2008
n°: 642
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Clima incerto o instabile
I cambiamenti climatici in atto sul pianeta potrebbero aggravare la situazione dei cosiddetti "rifugiati climatici" con ondate migratorie da zone particolarmente colpite come il Darfur ed il Bangladesh provocate da una serie di fattori che vanno dalla siccità e conseguente carenza d'acqua alla diminuzione delle scorte di cibo e dei terreni arabili, tanto che le stesse autorità che monitorano gli scenari geopolitici segnalano il rischio di ulteriori conflitti provocati da queste problematiche. In Europa anche se la situazione climatica in generale è nettamente migliore si segnala comunque una certa incertezza con temperature instabili che potrebbero danneggiare l'equilibrio naturalistico in montagna (ad esempio sembra accada sul monte Bianco); inoltre provocano gravi disagi le tempeste in alcuni grandi paesi al Nord ed il vento in Belgio potrebbe raggiungere anche velocità di 140 Km orari (nulla in confronto ai disagi che alcune popolazioni nel mondo dovranno subire e pare stiano già preparando i piani per un'eventuale accoglienza).
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Data: 11/03/2008
n°: 637
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Aerei divoratori di carburante
Da qualche tempo qualcuno denuncia quanto possano essere inquinanti gli aerei, che se da una parte consentono di spostarsi velocemente da una parte all'altra del globo dall'altra sono accusati di essere in parte responsabili del degrado ambientale e delle emissioni di CO2 a causa delle loro scie persistenti e dei consumi eccessivi di carburante; ad esempio circa 40 litri (kg - avio) al minuto in volo, oltre 100 litri solo per decollare, serbatoi da 20000 litri.. e con il rincaro del prezzo del petrolio si ripresenta la soluzione dei biocarburanti a base di oli ricavati da vegetali (che spesso, però, sono coltivati a scapito delle foreste). A Londra si discute anche contro il progetto di ampliamento dell'aeroporto di Heathrow e la realizzazione di una terza pista di atterraggio, senza considerare l'inquinamento acustico causato dagli aerei che provocano stress e relative patologie agli abitanti che vivono nei pressi degli aeroporti. - Ultimamente sembra che la Ue abbia intenzione di mettere in opera un piano, già allo studio da tempo (ma che scatterà nel 2012), di riduzione delle emissioni inquinanti per cui le compagnie aeree dovranno tornare ai livelli di CO2 emesse nei periodi dal 2004 al 2006.
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Data: 06/03/2008
n°: 627
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Consumi e rifiuti nelle civiltà moderne
Una delle caratteristiche delle economie di tipo industriale e delle società del cosiddetto "benessere" è di produrre a ciclo continuo (giorno e notte) per tutti i cittadini beni di largo consumo, che però, dopo essere stati utilizzati finiscono nei rifiuti generando silenziosamente in un anno, se non correttamente smaltiti, una piccola montagna di circa mezza tonnellata di spazzatura per ogni individuo. Sembrerebbe che il consumo individuale si possa quantificare all'incirca in un chilogrammo e mezzo di rifiuti a testa e questo dato pare che tenda ad aumentare di una piccola percentuale (1%) ogni anno anche in condizione di contrazione dei consumi in generale per ragioni economiche; quindi, risulta evidente che bisognerebbe cercare di produrre all'origine e in tutta la "filiera" meno rifiuti dal momento che in ogni caso uno smaltimento realmente ecologico è sempre problematico ed il pianeta potrebbe soffrire anche per l'inquinamento più piccolo ed apparentemente trascurabile.
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Data: 05/01/2008
n°: 585
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Dal macello animale a quello globale
Premesso che il pianeta può sicuramente guarire, bisogna considerare che l'era industriale (in qualche modo iniziata con il macello dei nostri "fratelli minori" in orribili catene di montaggio), rischia di arrecare gravi danni all'ambiente.. almeno da quanto risulta dai primi studi esposti in un ciclo di conferenze che si stanno tenendo a Bali in Indonesia, da cui si evince che il riscaldamento globale sta provocando la desertificazione e la tropicalizzazione di alcuni paesi con conseguente esposizione della popolazione a tifoni, virus, batteri e malattie epidemiche. Le indicazioni a favore della tutela dell'ambiente e delle emissioni inquinanti fornite ai governanti dovranno preparare in anticipo i provvedimenti da adottare dopo la scadenza del protocollo di Kyoto nel 2012, ma intanto pare che di questo passo la Cina e poi forse anche l'India supereranno l'America per la "produzione" di CO2 con il risultato di avere un effetto serra di tipo irreversibile e città come Shanghai semisommerse dall'acqua. - Ultimamente è stato raggiunto non senza difficoltà un accordo per la riduzione delle emissioni dei gas serra che dovrebbe essere definito entro il 2009.
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Data: 16/12/2007
n°: 565
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Turismo "agghiacciante" ai poli
Un piccolo esercito di persone ogni anno (circa un milione e mezzo di turisti) decide di fare una bella vacanza fra i ghiacci dell'Artico, una delle zone più colpite dal fenomeno collegato ai cambiamenti climatici, tanto che la superficie ghiacciata pare si sia ridotta del 23% in soli due anni (un dato impressionante rilevato anche dai satelliti ed ormai misurato al centimetro); quindi i cittadini stressati desiderosi di svago forse sarebbe il caso che prendano il largo per altri lidi in modo da non peggiorare ulteriormente la situazione. Da notare che anche le crociere nell'Antartide al Polo Sud negli ultimi anni sono cresciute a dismisura grazie ai paesaggi incontaminati e alla bellezza della natura, ma oltre alla mancanza di infrastrutture che possano accogliere l'impatto anche dal punto di vista ambientale di questa "marea" di gente, si segnala anche il rischio della scomparsa di molte specie di pinguini..
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Data: 29/11/2007
n°: 561
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Letame biologico "Doc"
Nella pratica agricola un ruolo di primaria importanza per la resa del terreno soprattutto per l'agricoltura biologica e biodinamica è rappresentato dalla concimazione tramite l'utilizzo del letame, che è una specie di miscuglio fra deiezioni solide e liquide degli animali con la lettiera formata dallo strame (fieno, paglia, foglie, torba..); composto nel caso dei bovini, equini, ovini, suini in media da circa il 70% d'acqua, più o meno un 20% di materiale organico, 2% di ceneri e tracce ( 0,..% ) di azoto, potassa e anidride fosforica. Ci sono degli intenditori che sanno valutare la qualità del letame dalla consistenza, dal colore e dall'odore, che dipende dall'azione di alcuni batteri come il Micrococcus ureae e quelli della putrefazione; infatti, quando il composto è vecchio assume un colore scuro e quindi con potere fertilizzante ridotto. La produzione di letame "Doc" in Italia sembrerebbe diventata ormai piuttosto ridotta e addirittura è necessario importare dall'Argentina il prezioso concime naturale.
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Data: 08/11/2007
n°: 547
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La terra può sicuramente guarire
Constatando i danni all'ambiente dovuti ai cambiamenti climatici molti cominciano a promuovere atteggiamenti salutari di tipo globale volti alla salvaguardia del pianeta e di tutte le creature che vi abitano; infatti, dalle simulazioni computerizzate ottenute aggiornando i dati relativi ai fenomeni estremi realmente accaduti risulta evidente che senza un cambio epocale delle mentalità si rischia di provocare dei veri e propri sconvolgimenti, ma senza dimenticare che il pianeta terra sicuramente riserva delle possibilità di guarigione inaspettate dalle ferite infertele. Forse basterebbe destinare le spese per armamenti bellici e dispositivi distruttivi ad interventi di bonifica e difesa del territorio, dal momento che a volte basta un bambino che gioca con i fiammiferi per causare gravi danni all'ambiente (come forse è successo in una parte della California); inoltre, le tempeste a ripetizione ormai fanno riflettere tutti sul nostro futuro e sulla nostra capacità di reazione.
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Data: 31/10/2007
n°: 540
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Premi ambientali e gatti intossicati
Di quanto siano reali e palpabili le questioni legate ai cambiamenti climatici lo dimostra il fatto che importanti premi vengono assegnati a chi si impegna per dare informazioni sulla situazione del pianeta, ma se si parla di spirito ecologico allora anche i premiati dovrebbero dare l'esempio in prima persona, dal momento che anche i consumi individuali possono contribuire all'aumento delle emissioni inquinanti, basta sommare un piccolo spreco per tutti gli abitanti del globo. Ad esempio alcune città ormai sono talmente inquinate che persino i gatti muoiono precocemente, come è stato dimostrato da studi effettuati a Parma e Verona che hanno riscontrato varie problematiche respiratorie nei felini randagi con concentrazioni preoccupanti di metalli pesanti (piombo, cadmio presenti nell'aria, vernici, cantieri..) ed anche meravigliose montagne come le Dolomiti si sgretolano anche se questa volta forse non è colpa dei fenomeni ambientali di tipo estremo.
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Data: 13/10/2007
n°: 525
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Acqua e vegetali sorgenti di vita
Grazie all'acqua le piante possono assorbire le sostanze nutritive dal terreno ed in pratica con complesse trasformazioni chimico-fisiche rendono possibile la sopravvivenza dell'uomo, trasformando con la fotosintesi clorofilliana tramite l'azione della luce solare i nutrienti in carboidrati (come zuccheri, amidi, cellulosa), e poi anche grassi, amminoacidi e proteine. La clorofilla cattura la luce (fotòs) e trasforma l'acqua scindendo la sua molecola liberando ossigeno che esce dai pori delle foglie nelle ore diurne, rendendo possibile la respirazione dell'uomo e degli animali. Da notare che l'anidride carbonica liberata come prodotto di rifiuto respirando è utilizzata dai vegetali per la sintesi di carboidrati, grassi e proteine; quindi tutto deriva dal lavoro svolto dalle piante che ci forniscono ossigeno per respirare ed energia indispensabile per la nutrizione nelle sue varie forme.
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Data: 22/09/2007
n°: 509
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Groenlandia un po' scongelata
Le autorità religiose hanno promosso un'iniziativa di preghiera e sensibilizzazione di tipo ambientalista a causa dell'arretramento di circa 26 Km dei ghiacciai in Groenlandia, terra che per il fenomeno della deriva dei continenti in tempi geologici relativamente recenti (dopo il Cretaceo) si è staccata dal Nord America. Alcuni sostengono che le variazioni climatiche si siano susseguite nel tempo e nelle ere con mutamenti per la vita tutto sommato normali, ma ora i cambiamenti sembrerebbero abbastanza repentini con effetti di tipo progressivo. Da segnalare che l'Italia in controtendenza in confronto agli altri stati ha fatto registrare un aumento della temperatura di circa un grado rispetto alla media globale di 0,7; inoltre, il livello di grandi bacini rimane piuttosto basso ed anche la portata di alcuni fiumi è un po' scarsa, considerando anche che l'acqua scendendo dai monti passando fra le rocce porta a valle preziosi elementi per la vita.
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Data: 10/09/2007
n°: 499
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Mare delicato e pesca
Un ruolo importante nell'equilibrio globale del pianeta potrebbe essere rappresentato dal mare che è un ecosistema molto più delicato di quanto l'uomo potesse prevedere e le risorse ittiche sono ormai sfruttate al massimo, con alcune specie che non riescono più a riprodursi correttamente, e ad esempio secondo alcuni, i tonni degli oceani sono in pericolo mentre la domanda sul mercato delle carni continua a crescere (ed anche la mattanza è un macabro spettacolo); inoltre, pare che (per altre ragioni) il caratteristico delfino bianco sia una delle ennesime specie estinte. La flora sottomarina è a volte minacciata dall'inquinamento provocato dall'uomo e da alcune pratiche di pesca intensiva, ma gli organismi vegetali che popolano i fondali marini oltre a garantire la sopravvivenza di tutte le creature marine, regolano l'ecosistema globale, compreso quello terrestre.
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Data: 10/08/2007
n°: 478
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Viaggio alla ricerca dei delfini
Da qualche tempo sembra che vi sia un calo nel Mediterraneo della presenza dei simpatici delfini, mammiferi noti per la loro intelligenza e per la capacità di relazionarsi con l'uomo, e pare che anche la sorte di altri cetacei come le balene ed i capodogli non sia molto migliore e persino gli squali ormai sono soggetti alla pesca intensiva (le carni a volte sono vendute "spacciate" come se fossero di altri pesci e del resto, il palombo ben conosciuto in gastronomia è pur sempre una specie di squalo). Quando si parla di certe creature marine e dei viaggi che si intraprendono alla ricerca delle loro tracce vengono in mente alcuni libri e film sulla pesca in condizioni difficili e navigazioni problematiche.. del Pequod a caccia della balena bianca "cattiva" Moby Dick ed il capitano Achab, ma sono insieme capolavori della letteratura e rappresentazioni distorte della realtà, dal momento che è la natura spesso ad essere in pericolo più che l'uomo.
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Data: 05/07/2007
n°: 453
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Animali supernutriti e rifugiati
Per alcuni animali domestici pare si raggiunga in un anno un tetto di spesa adatto forse a sfamare diverse persone indigenti, a causa di lussuose scatolette e preparati alimentari pregiati; ma allo stesso tempo si verifica in alcune zone del paese un certo fenomeno di randagismo, senza considerare le condizioni fatiscenti di alcuni canili e ricoveri per animali a volte in stato di abbandono. Capita ormai anche di ritrovarsi in casa animali vari rifugiati a causa dei cambiamenti climatici o per l'uso indiscriminato di prodotti chimici negli habitat naturali, con la conseguenza che alcuni simpatici rettili (e persino serpenti) potrebbero scegliere un'abitazione umana come confortevole dimora.. sempre se consentito dalle formiche che nel frattempo hanno provveduto a colonizzare gli ambienti domestici dove forse trovano condizioni di umidità e temperature favorevoli.
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Data: 07/06/2007
n°: 430
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Non sparate sul catastrofista
Si torna a discutere di risorse idriche e ghiacciai a causa di un rapporto sulle tematiche ambientali di carattere mondiale sebbene in Italia recentemente non siano mancate le precipitazioni anche a carattere nevoso e sembrerebbe che il livello dei fiumi sia generalmente risalito, ma i ghiacciai sulle Dolomiti pare continuino ad arretrare ed in particolare di una percentuale superiore al 20% a partire dagli anni '80 (..ed ora si procederà ad una precisa misurazione laser in profondità delle falde freatiche per studiare il fenomeno). Per quanto riguarda l'acqua e la gestione degli acquedotti in alcune zone del paese i cittadini hanno denunciato un rincaro consistente delle bollette idriche (a volte diventato davvero insostenibile), ma gli esperti che gestiscono le risorse continuano a parlare di cambio di mentalità riguardo all'uso ed al risparmio dell'acqua, una sorta di ritorno al passato anche per evitare di pagare salati conteggi.
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Data: 05/06/2007
n°: 428
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Legumi buona fonte proteica
Le leguminose presentano una caratteristica particolare nelle radici grazie a piccoli tubercoli costituiti da agglomerati di microbi che sono in grado di fissare l'azoto e per questo motivo i legumi sono una buona fonte proteica (la più importante del mondo vegetale e superiore a quella della carne); inoltre, non impoveriscono il terreno e praticando in agricoltura la tecnica del sovescio sotterrando la pianta verde potrebbero anche arricchirlo. I legumi hanno un notevole potere nutritivo ed energetico, ma per compensare la bassa concentrazione di alcuni amminoacidi è necessario l'abbinamento con piccole quantità di proteine ricavate dal latte e formaggi (con i soli cereali rimarrebbero delle carenze). La difficile digestione è una falsa convinzione ed eventualmente basta passare i legumi eliminando la pellicola fibrosa (..e via col gas), in compenso i fagioli neri forse potrebbero abbassare il colesterolo.
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Data: 17/05/2007
n°: 414
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Un pianeta da salvare
Le recenti misurazioni sullo stato dei ghiacciai e sulle emissioni di gas serra da parte delle attività umane hanno rilevato che la situazione è più grave del previsto e bisognerà ridurre drasticamente nel giro di circa un paio di decenni la quantità di CO2 immessa nell'atmosfera per salvare il pianeta, dal momento che l'innalzamento ulteriore delle temperature di pochi gradi potrebbe provocare il completo scioglimento delle calotte polari con conseguenze drammatiche. L'ipotesi avanzata da alcuni che l'esplosione del vulcano Perbuatan a Krakatoa potrebbe avere modificato l'ecosistema in passato allo stesso modo della situazione attuale è stata ridimensionata in modo figurato allo scoppio di un petardo, invece risulterebbe necessario ricorrere al più presto ad energie rinnovabili; ma ad esempio per quanto riguarda l'utilizzo dei biocombustibili di origine vegetale pare che non tutte le opinioni siano positive (.. la soluzione forse è in un altro pianeta).
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Data: 05/05/2007
n°: 404
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Fonti rinnovabili e biomasse da valorizzare
Per porre freno al fenomeno del riscaldamento e del cambiamento climatico sul pianeta, l'Unione europea dovrà ridurre del 20% entro il 2020 le emissioni dei gas responsabili dell'effetto serra grazie anche ad un migliore utilizzo delle fonti rinnovabili, come il sole, il vento, le biomasse, i biocombustibili, aumentare l'efficienza energetica.. Una fonte di combustibile biocompatibile ad esempio potrebbe derivare dal materiale secco frutto della potatura delle vigne e di altre piante, inoltre anche dal trattamento su larga scala del fogliame e dell'altro materiale risultante dalla pulizia di parchi, di giardini e sottobosco potrebbe derivare un contributo non trascurabile. Via libera anche al nucleare rispettando la sicurezza anche dal punto di vista delle scorie (..ma bisogna ricordare che a Chernobyl e in alcuni paesi ancora si fanno sentire gli effetti della nube tossica del 1986).
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Data: 10/03/2007
n°: 362
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Clima pilotato e catastrofisti
A quanto pare grandi multinazionali avrebbero pilotato falsi movimenti per screditare le dichiarazioni e gli studi "catastrofisti" sulle variazioni climatiche e le conseguenze sul pianeta e le popolazioni potenzialmente vittime degli sconvolgimenti provocati dall'effetto serra. Alcuni studiosi si sono anche spinti a sostenere che la situazione attuale con una variazione repentina delle temperature in pochi decenni potrebbe essere una novità per l'homo erectus; infatti, in milioni di anni si sono avvicendate ere glaciali ad ere calde (interglaciali) grazie ad una variazione di temperatura quantificabile in media in pochi gradi, ma adesso il circolo vizioso del surriscaldamento potrebbe portare ad eventi imprevedibili (desertificazione e fenomeni estremi o glaciazione anticipata..) che sfuggono anche al calcolo dei complessi sistemi matematici (in compenso c'é chi cerca di trarre profitto anche da questa situazione degradata). - Ultimamente gli scienziati hanno confermato con la pubblicazione dei dati su importanti testate che è proprio l'uomo senza ombra di dubbio il responsabile delle variazioni climatiche (dando ragione ai "catastrofisti" non pagati).
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Data: 30/01/2007
n°: 323
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Ecosistema da tutelare
Purtroppo si moltiplicano i segnali di allarme per la salute del pianeta; infatti, sembra che lo scioglimento dei ghiacci, che è stato anche misurato scientificamente da alcuni ricercatori, porti ad uno sconvolgimento della fauna marina con conseguenze su tutto l'ecosistema. A quanto pare poi la civiltà industriale ha già portato all'estinzione moltissime specie animali e vegetali (senza tra l'altro voler cambiare rotta) e questo fenomeno causato dall'uomo si verifica in genere solo in occasione di grandi sconvolgimenti naturali, come quello che ha portato all'estinzione dei dinosauri. - Ultimamente sembra che si stia verificando il nuovo fenomeno sociale dei profughi climatici, cioè popolazioni in fuga da zone ed isole del pianeta (ad esempio, l'Alaska e le Maldive) invase dall'acqua a causa dell'innalzamento del livello degli oceani; inoltre, le organizzazioni internazionali segnalano nei prossimi anni un aumento dei decessi provocati dal surriscaldamento del pianeta ed un numero rilevante di esiliati ambientali.
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Data: 19/10/2006
n°: 115
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DDT ancora dannoso
Anche se proibito da decenni il DDT viene ancora utilizzato in alcuni paesi del mondo per fronteggiare il pericolo di perdere i raccolti per colpa degli insetti, ma a volte chi decide di utilizzare questo tipo di disinfestante non è conoscenza del fatto che il prodotto contamina tutta la catena alimentare (compresi gli animali domestici) ed alcune componenti chimiche sono rilevabili nel sangue delle popolazioni che si sono nutrite dei vegetali trattati anche a lunghissima distanza di tempo, con danni rilevanti alla salute. La tecnica delle micorizze per trattare le radici delle piante potrebbe risolvere in parte il problema dell'uso di insetticidi ed antiparassitari, dal momento che le piante crescono più robuste in grado di fronteggiare l'attacco degli insetti grazie a radici più lunghe e forti.
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Data: 18/07/2006
n°: 215
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Materiali edili per ripulire l'aria
A Bergamo è stata realizzata in centro una pavimentazione con dei mattoncini stradali in grado di ridurre l'inquinamento e di assorbire fino al 40% il monossido d'azoto, soluzione che unita ad un'oculata gestione del traffico urbano dovrebbe contribuire a migliorare la qualità dell'aria della città. In realtà, già qualche tempo fa era stata messa a punto presso l'Università La Sapienza di Roma una macchina capace di far precipitare le particelle nocive PM 10 e contribuire al lavaggio di numerose particelle inquinanti da utilizzare sulle autostrade; ma il progetto di ripulitura dell'aria poi non è stato adottato forse in vista di utilizzare l'asfalto ed i materiali per edilizia della Italcementi "fotocatalizzatrici che mangiano lo smog" grazie ad un brevetto basato sull'azione del biossido di titanio.
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Data: 02/07/2006
n°: 203
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Ambiente e variazioni climatiche
In occasione della giornata mondiale sull'ambiente dedicata allo stato dei deserti, risulta che soffrono come quasi tutto l'ambiente globale e le variazioni climatiche hanno ripercussioni anche sulla stagione turistica (può capitare addirittura la situazione anomala che nevichi e faccia freddo a Giugno). Sembrerebbe inoltre che il problema dell'inquinamento nelle città sia di difficile soluzione, dal momento che anche fermando il traffico ed eliminando le fonti di inquinamento, si riversi lo smog presente nelle zone limitrofe ai centri urbani (è come togliere la sabbia con una paletta in una spiaggia, si verifica che si riversi nell'avvallamento la sabbia presente tutto intorno).
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Data: 05/06/2006
n°: 186
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Pericolo effetto serra
Confermato lo scioglimento del 20% dei ghiacci della calotta polare (come era stato previsto da modelli matematici), l'effetto serra potrebbe avere purtroppo un andamento sempre più accentuato a causa del maggiore assorbimento di calore, dell'acqua rispetto al ghiaccio, che ha il potere di riflettere i raggi solari. (Tutti siamo chiamati a fare la nostra piccola parte per limitare le emissioni inquinanti)..
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Data: 02/10/2005
n°: 12
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Ambiente e cambiamenti climatici
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