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Allenamento e Fitness                  


   Uso oculato dei probiotici

Spesso si assumono dei probiotici, la cui presenza abbonda sugli scaffali dei prodotti per la fitness, senza che effettivamente l'organismo ne abbia bisogno, almeno secondo i risultati di uno studio in cui i ricercatori hanno messo a confronto il microbioma di due gruppi di persone constatando che a volte l'effetto può anche essere negativo sulla flora batterica oppure semplicemente ininfluente; poi nel caso si siano assunti degli antibiotici potrebbero costituire una specie di resistenza al ristabilimento della normale ed originale colonia di microbi che popolano l'intestino e quindi dannosi. Il microbioma è complicato e trovare il probiotico adatto non è facile, bisognerebbe trovare la formula adatta alla propria patologia o disturbo, tenendo presente che per favorire il dimagramento e un migliore stato di forma fisica è meglio seguire un regime alimentare equilibrato allenandosi costantemente in modo globale.

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   Adattamenti dell'organismo ad alta quota

Chi vive, viaggia, compie sforzi fisici e si arrampica ad alta quota dovrebbe considerare due fattori limitanti per l'organismo che entrano in gioco sopra i tremila metri come il minore afflusso di sangue dovuto alle ridotte quantità di ossigeno presenti nell'aria che si inspira oltre ad un aumento della pressione sanguigna nei polmoni; almeno secondo l'opinione di ricercatori che avvertono di fare attenzione in queste condizioni alle funzionalità dell'apparato cardiovascolare, comunque fanno notare come anche se diminuisce il volume di sangue che il cuore può pompare rimane l'abilità di svolgere esercizi pesanti. Questo piccolo studio effettuato sulle montagne della California contribuisce a migliorare le conoscenze riguardo l'adattamento ad alta quota dell'organismo e potrebbe essere utile riguardo la sicurezza delle persone che fanno esplorazioni, turismo e si esercitano con vari sport che si svolgono ad alta quota e per migliorare le prestazioni.

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   Tendenza ad una popolazione sempre più obesa

Circa il ventidue percento della popolazione potrebbe essere obesa entro il 2045 se dovesse continuare la tendenza ad un aumento continuo di peso facendo crescere notevolmente i costi per i sistemi sanitari, poi i ricercatori calcolano che per quella data in Gran Bretagna il quarantotto percento della popolazione sarà obesa e negli Stati Uniti il cinquantacinque; inoltre, in questo ultimo caso la percentuale di diabetici sarà circa del diciotto percento. Già in passato erano stati più volte segnalati gli enormi costi sostenuti per la cura del diabete ed altre patologie collegabili direttamente all'obesità e di come fossero necessari maggiori controlli sulla popolazione informando che una persona con un B.M.I. (rapporto fra peso ed altezza) di venticinque o superiore è da considerare in sovrappeso e di trenta ed oltre è obesa. Indispensabile in questi casi un'opportuna attività fisica, regime alimentare equilibrato, meditazione e consapevolezza.

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   Donne camminatrici più longeve

Che camminare sia un'attività fisica salutare che contribuisca a mantenersi in forma ad aumentare le aspettative di vita della popolazione è risaputo e l'ennesima conferma arriva da uno studio americano che ha monitorato per un periodo di dieci anni ottantanovemila donne con età compresa fra cinquanta e settantanove anni di età verificando che le donne che camminano con un buon ritmo diminuirebbero il rischio di problematiche cardiovascolari dal ventisei al trentotto percento rispetto a quelle che passeggiano lentamente. Camminare è una forma di esercizio accessibile e quasi con gli stessi effetti positivi di altri tipi di allenamenti più impegnativi anche se in genere è necessario mantenere un buon ritmo per attivare il sistema cardiovascolare e mantenere in efficienza la pompa cardiaca che con il passare degli anni tende ad indebolirsi, comunque è opportuno fare delle verifiche dello stato di forma prima di iniziare ogni attività.

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   Una sauna per abbassare la pressione

Uno studio effettuato in Finlandia su oltre milleseicento uomini di media età avrebbe evidenziato che fare una sauna da quattro a sette volte la settimana può ridurre la pressione sanguigna di quasi il cinquanta percento; la prova è stata effettuata dividendo gli uomini in tre gruppi a seconda delle loro abitudini e quindi un gruppo che faceva una sauna alla settimana, un gruppo due o tre volte ed infine un gruppo che praticava che questa nota pratica salutista tipica anche della fitness da quattro volte a tutti i giorni. I risultati per quanto riguarda la riduzione della pressione monitorati su un periodo medio di ventidue anni sono stati di oltre il quindici percento nel primo gruppo, del ventiquattro percento nel secondo e quarantasei percento nel terzo probabilmente perché durante la sauna la temperatura del corpo sale di oltre due gradi Celsius con una salutare vasodilatazione (magari favorita battendo sulla pelle dei rami di betulla), poi si suda abbondantemente.

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   Donne in alcuni casi forse più resistenti dei maschi

Misurando e registrando nel tempo velocità, potenza, torsione dei movimenti e l'attività elettrica muscolare di otto uomini e nove donne dei ricercatori canadesi avrebbero constatato come le donne anche se hanno meno forza potrebbero avere più resistenza degli uomini; infatti, si è voluto procedere ad un'analisi dei dati rilevati anche se era già noto che in alcuni esercizi isometrici statici di test muscolari in cui le articolazioni non si muovono come quando ad esempio bisogna mantenere un peso le donne si stancassero meno degli uomini. Questa volta si tratta di un piccolo studio ed effettuato su un solo gruppo muscolare facendo flettere il piede contro una pedana di sensori il più velocemente possibile per duecento volte verificando come i maschi inizialmente dimostrassero di avere più forza e potenza delle donne, ma affaticandosi più velocemente. In ipotetiche lunghe maratone le donne forse potrebbero dominare questi eventi.

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   I genitori influenzano l'attività fisica dei figli

Per evitare che i bambini diventino obesi i genitori dovrebbero fare più attività fisica, almeno secondo una ricerca effettuata da ricercatori canadesi che avrebbero verificato monitorando i dati di movimento e le variazioni di velocità rilevate da accelerometri che se l'attività fisica dei genitori aumenta di venti minuti aumenta anche quella fatta dai figli di cinque - dieci minuti; oppure per ogni mille passi che il genitori fanno in più camminando aumentano da duecento a trecentocinquanta quelli fatti dai figli. La prova si dimostrerebbe valida anche all'inverso e quindi ad esempio per ogni ora aggiuntiva che i genitori passano in occupazioni sedentarie anche i figli incrementano da otto a quindici minuti il tempo di inattività a livello fisico esponendoli al rischio di sviluppare il diabete tipo due, pressione alta ed altre problematiche all'apparato cardiovascolare. Per quanto riguarda il peso è noto da tempo che i figli spesso sono obesi come i loro genitori.

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   Controllo del peso per le donne in gravidanza

Esaminando i dati relativi ad un milione e trecentomila donne gravide nel mondo i ricercatori australiani avrebbero riscontrato che una larga maggioranza non mantiene un peso corretto durante la gravidanza con oltre la metà che accumula troppo peso con conseguente aumento del rischio di dover ricorrere al parto cesareo ed un quarto non abbastanza che significa maggior rischio di parto prematuro. Le donne che sono già in sovrappeso all'inizio della gravidanza tenderebbero poi ad accumulare velocemente ulteriore peso quando le linee guida in genere indicano che il primo trimestre non si dovrebbe aumentare di peso, mentre è consigliabile un piccolo aumento nel secondo ed appena ancora un poco in più nel terzo trimestre, in modo equilibrato e progressivo tenendo presente che non serve "mangiare per due". Bisognerebbe studiare delle strategie per monitorare ed ottimizzare il peso in gravidanza migliorando anche lo stile di vita.

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   Obesità come fosse ramificata nel cervello

Le persone obese non percepiscono informazioni corrette dal proprio organismo e secondo ricercatori australiani non vi sarebbe dubbio che sia nel cervello il centro che regola appetito ed obesità, quindi si tratta di indagare sulle cause neurologiche dell'obesità come se fosse una tendenza ramificata nel cervello con un certo numero di mutazioni genetiche che fanno crescere il rischio di diventare obesi. Probabilmente la sensazione di fame è anche influenzata dal meccanismo di motivazioni e ricompense che si sviluppa da bambini quando si è ricompensati per un buon comportamento con un dolcetto facendo sviluppare un'associazione fra sentirsi appagati e zucchero, poi con il tempo rimane l'atteggiamento inconscio ad alimentarsi e con cibi energetici come se si avvertisse la sensazione di fame nonostante l'organismo abbia già abbastanza energia accumulata e senza l'invio a livello del cervello del segnale di pienezza.

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   Obesità nei bambini a volte ancora problematica

Nonostante vi siano dei paesi dove la percentuale di obesità nei bambini tende a diminuire o si mantiene su valori stabili i dati globali sono influenzati negativamente da Cina ed India dove ci si aspetta presto il sorpasso in questa classifica poco salutista all'America dove l'obesità è considerata una specie di crisi nazionale (con valori ultimamente altalenanti ma sempre complessivamente alti con un adolescente obeso ogni sei). Mentre alcuni indicano la causa di questa epidemia di obesità nei regimi alimentari moderni basati su cibi molto lavorati e quelli adatti ad un consumo veloce, in genere di bassa qualità, altri suggeriscono di fare attenzione alle varie bevande dissetanti ed energetiche spesso molto zuccherate; poi rimane la problematica dello stile di vita imposto ai bambini dalle loro famiglie che solo nelle classi più agiate consentono un rapporto equilibrato con il cibo che abbondi di vegetali e di fare adeguata attività fisica.

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