La servitù platonica
In una conversazione fra Socrate e il giovane Liside in una nuova palestra sul tema dell'amicizia, Platone (427 - 347 a.C. che nella vita fu fatto anche schiavo) comincia la sua indagine dialettica dal presupposto che per essere felici bisognerebbe essere liberi e uno schiavo che non può fare nessuna cosa desideri è destinato ad essere infelice, ma il ragazzo è costretto ad ammettere che anche se amato non è libero di fare quasi nulla ed anzi il pedagogo che lo segue nella sua formazione ed è suo schiavo parrebbe godere maggiore libertà di lui. La situazione di disagio diventa quasi comica quando Liside ridendo afferma che sarebbe picchiato se solo si azzardasse a toccare i vari attrezzi di casa, quasi tutti o almeno quelli per cui non ha sufficiente esperienza e con cui si può rendere utile; quindi, secondo Socrate sembra che tutti i sentimenti e quasi tutte le relazioni si riducano alla semplice utilità di un individuo nei confronti dell'altro.
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Data: 20/12/2010
n° articolo: 1453
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