Un discorso flautato platonico
Nell'ambito di quella che si può considerare come una specie di continua polemica scherzosa con i retori, Platone (427- 347 a.C.) illustra in un dialogo fra Menesseno e Socrate come un discorso flautato di tipo aulico e commemorativo penetri nelle orecchie come una musica e lasci nell'ascoltatore un sentimento di venerabilità per più di tre giorni, quasi ci si trovasse in un altro mondo tale è l'abilità degli oratori di saper toccare le corde più profonde dell'animo umano (ingannando il pubblico sempre con le stesse tecniche collaudate). Comunque non bisognerebbe nemmeno "fare di tutta l'erba un fascio" e ridurre la retorica ad arte adatta ai ciarlatani; infatti, la critica è rivolta solo a quel logos che non fa uso del ragionamento o della dialettica giocando abilmente sulle emozioni ed i sentimenti dell'ascoltatore ed anzi si può elogiare molti retori che fanno emergere semplicemente l'idea di Bene grazie ad una esposizione veritiera.
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Data: 17/04/2010
n° articolo: 1248
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