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L'anima immortale di Platone

Nel Fedone, Platone (427 - 347 a.C.) con un dialogo fra Socrate, Fedone, Simmia e Cebete dimostra la presenza dell'anima partendo dalla constatazione dei contrari nel divenire delle cose, come sonno - veglia, freddo - caldo, svegliarsi - addormentarsi, riscaldarsi - raffreddarsi, la vita la morte e la rinascita; poi la prova del ricordo come la vista di una lira richiama alla mente un musicista, il ritratto - l'originale.. poi valori assoluti come Bellezza, Bontà, Eguaglianza, Disuguaglianza, ad esempio senza la conoscenza di cose belle non potremmo ammirare la Bellezza ricollegato al ricordo dell'anima nella vita preterrena (dal momento che in quella terrena non abbiamo mai conosciuto valori assoluti). Poi la prova della somiglianza considerando che tutto quello che è composto è decomponibile come il corpo; invece, le cose semplici sono indecomponibili come l'anima che è simile agli intelligibili, e tutto quello che è bello partecipa all'idea di Bello, la neve partecipa all'Idea di freddo e l'Anima a quella di Immortalità. [..Adesso i "sofisti" vorrebero far intendere che Platone come greco è ateo e mortale - il filosofo deve far morire solo le passioni].

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