Risposta platonica alla malvagità
A prima vista la condizione dell'uomo malvagio che guida delle comunità potrebbe sembrare invidiabile con la possibilità di poter dare ordini di qualsiasi genere ai molti servitori, commettere ingiustizie ed anche vantarsi del proprio comportamento poco etico, ma Platone (427 - 347 a.C.) risponde filosoficamente a questa diffusa mentalità popolare definendo l'uomo malvagio come il più infelice in assoluto; infatti, si avvia un circolo vizioso sempre più violento tanto da far diventare l'uomo ingiusto schiavo di se stesso, di ombre vane e dei vili piaceri dei sensi che lasciano alla fine solo dolore, poi anche i servitori e gli amici sono solo miserabili schiavi tremanti. Non è un vantaggio nemmeno la possibilità di rimanere impuniti commettendo ingiustizie o di far credere falsamente di essere buoni, dal momento che pagando una giusta pena si potrebbe risanare l'anima e quindi si rischia di rimanere malati e di conseguenza sempre più infelici e malvagi.
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Data: 01/01/2015
n° articolo: 2721
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