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I rapporti musicali pitagorici

Confrontando i suoni emessi da diversi monocordi e regolando opportunamente i ponticelli mobili ed i pesi che tendevano le corde Pitagora (570 - 497 a.C. circa) riuscģ ad individuare i rapporti musicali o criteri di consonanza che dovevano rispettare un ordine matematico universale e che rispecchiavano la bellezza e la perfezione della natura; infatti, per i pitagorici la musica aveva una funzione quasi religiosa. La scala pitagorica era contraddistinta da intervalli di ottava e quinta perfetta (1 - 9/8 - 81/64 - 4/3 - 3/2 - 27/16 - 243/128 - 2/1) che all'orecchio "moderno" potrebbero sembrare dissonanti, ma Pitagora rispettava l'armonia matematica e numerica pił della sensazione data dai suoni all'udito. Da notare che la scala diatonica pitagorica fu adottata fino al Seicento o almeno fino al momento in cui Gioseffo Zarlino da Chioggia (anche in polemica con Vincenzo Galilei) propose delle modifiche di "giusta" intonazione.

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