L'infinito e gli insiemi di Georg Cantor

Quelli che sono stati definiti i paradossi dell'infinito, almeno per la mente umana, erano per il matematico G. Cantor oggetto di intenso studio e ricerca al limite delle capacità del pensiero, quasi una missione a favore dell'umanità che si può sintetizzare con la sua massima: "Lo vedo, ma non lo credo!", dal momento che esisterebbe una corrispondenza biunivoca senza eccezioni fra i punti di una retta e quelli di un piano, ed un quadrato o un cubo avrebbero incredibilmente la stessa "potenza" (concetto di insiemi infiniti - equipotenti) del loro lato. Cantor (Pietroburgo 1845 - Halle 1918) fu educato su principi religiosi dal padre agiato commerciante luterano e dalla madre che proveniva da una famiglia di musicisti, studiò a Zurigo, Berlino, Göttingen e poi insegnò matematica ad Halle dove ideò la teoria degli insiemi che è ancora alla base dei moderni concetti di "numerosità" e di infinito attuale, un lavoro avversato duramente dai colleghi tanto che finì per provocare nello studioso vari disturbi mentali e depressioni con conseguenti ricoveri psichiatrici, ma che ci ha regalato una nuova visione globale ed ha svelato la teoria dei numeri transfiniti (un Universo da osservare con gratitudine).

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